IL FOTOCLUB BOLZANO PRESENTA:
MONOLOGHI FOTOGRAFICI
8 - 22 NOVEMBRE 2008
Monologo dal greco monos = unico e logos = discorso . Tra le varie possibili traduzioni ricavabili dal dizionario ho trovato questa: discorso di una persona con sé stessa. Si perché la fotografia ha questo aspetto irrinunciabile: è innanzitutto dialogo del fotografo con la realtà materiale che lo circonda; solo in seconda analisi la fotografia diventa comunicazione, quando l’immagine fa mostra di sé appesa ad una parete come accade per l’appunto in questa collettiva del Fotoclub BZ.
FERROVIERI di ANACLETO ZUPPINI
I ferrovieri (come pure i vecchi mestieri) parlano il linguaggio del passato. Il primo portfolio dell'amico recentemente scomparso, risale alla fine degli anni 60, il secondo è più recente ma entrambi i soggetti fanno riferimento ad un’epoca ben più antica. E’ caratteristica penso di molti di noi rivolgere lo sguardo e i nostri pensieri alle esperienze del passato e il più delle volte con nostalgia visto che tali esperienze appartengono alla nostra giovinezza.
In quelle immagini Zuppini ricorda la sua infanzia, il lavoro del padre che fu per l’appunto ferroviere. Sono immagini pieni di un'atmosfera fumosa resa benissimo dall'uso del BN, ma oltre alle locomotive a carbone ci vengono in mente le grosse fabbriche siderurgiche con gli altiforni e le colate di ferro fuso. Ricordiamoci però che quei tempi e mi riferisco anche a quelli dell’artigiano che lavorava sapientemente il metallo, nascondono spesso fatiche e sacrifici a cui oggi sapremmo adattarci con molta fatica.
VECCHIO DEPOSITO di EMO MAGOSSO
Anche questo portfolio ha un intento simile al precedente. C’è infatti un denominatore comune: il tempo, il riferimento al passato che appare qui addirittura in due dimensioni, quella più antica dell'armadio e quella più recente dell'oggetto in plastica. Nella soffitta come nello scantinato giacciono insieme ai più svariati oggetti i nostri ricordi che in un attimo riaffiorano alla mente. Bambole, vecchi flipper, cavallucci ci portano in una dimensione temporale diversa quella del sogno e del ricordo.
LA SCARZUOLA di VINCENZO MORANDI
E il sogno è anche in questa villa toscana detta la Scarzuola sita nell'Umbria dolce, patria di Francesco d’Assisi che fondò qui un piccolo cenobio. La Scarzuola s’è trasformata poi, nel sogno di un architetto e artista del 900: Tommaso Buzzi scomparso nell’81. L'autore di queste immagini ci illustra gli ambienti, le scenografie teatrali, i templi e anfiteatri, le piramidi e gli osservatori astronomici, le scale, statue, i mostri e mosaici che costituiscono questo incredibile edificio. Dovrà a mio avviso tornare lì, per scandagliare ancora e con maggiore profondità l’anima del creatore di questo luogo d’incanto.
ANIMALI in LIBERTA' di RENATO GRASSI
Un portfolio diverso è quello di Renato Grassi giunto alla notorietà della cronaca per l’abbattimento di un cervo da 200 Kg travestito da capriolo con cui verranno sfamati tutti i soci del Fotoclub BZ che sono per giunta iscritti tutti al WWF. Gli italiani hanno un difetto: di fronte ad una tavola imbandita cambiano repentinamente idea, anche quella più irrinunciabile. A Renato parlando della sua fotografia va il merito di metterci la passione esattamente quella che esplica da cacciatore nella ricerca non sempre facile della preda. Da tutto questo unitamente alla conoscenza del mezzo tecnico emergono fotografie uniche e irripetibili ................. di animali in libertà perfettamente imbalsamati!!!!!
AFGHANISTAN di VALTER IANNETTI
Un campo d’indagine sicuramente più pericoloso visti i tempi è quello antropologico. Le immagini di Valter Iannetti sono state eseguite in Afghanistan dove l'autore ha operato nel programma di cooperazione del governo italiano con quel martoriato paese.
Il reportage è un genere difficile e Valter non me ne voglia se affermo che il ruolo da lui ricoperto e la pericolosità dell’ambiente gli hanno permesso solo parzialmente di instaurare un dialogo con la gente del luogo, scevro da ogni condizionamento e paura. Sono troppo poche quelle immagini per capire cosa ha da dirci il fotografo attraverso il suo obiettivo, in ogni caso gli auguro buon lavoro, in un campo così ostico in cui non saprei assolutamente cimentarmi.
BOSNIA di CLAUDIO FABIANO
Se il dolore nelle immagini di Ianneti non è esplicito è reso invece evidente nelle fotografie di Claudio Fabiano. Di fronte alla tragedia jugoslava non vi sono parole, vi è solo il silenzio vista l’impossibilità di comprendere almeno da parte nostra spettatori increduli, le atrocità commesse poco oltre la frontiera. C’è anche il rammarico che questa Europa, sogno dei politici di 50 anni fa è rimasta per l’appunto un sogno. L'Europa si è dimostrata incapace di prendere decisioni importanti, specie in quei drammatici momenti; essa è rimasta a guardare il consumarsi della tragedia..
LEGS - GAMBE di EMILIO CORRADO
Veniamo a temi più leggeri ma per questo non meno interessanti. “LEGS”= “Gambe” di Emilio Corrado è una serie di immagini accattivanti dove il richiamo all’eleganza femminile e alla moda è immediato. Il mosso e il colore sono qui ingredienti indispensabili e sono il segno e la forma che attraggono lo spettatore e rendono piacevoli queste fotografie diciamo la verità, anche per il fondo di erotismo di cui sono veicolo.
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MARE del NORD di ALESSANDRO ZACCARIA
La tecnica del BN, più riposante, più atmosferica e astratta è quella ancora preferita dal nostro socio oramai anziano Alessandro Zaccaria che rifugge come è noto, dalla facile tecnica digitale sobbarcandosi lunghe ed estenuanti ore in sala di posa. Le marine hanno per lui, ma lo confesso anche per me, un fascino ed un’attrazione magnetica e difficilmente mi sottrarrei dal fotografare una spiaggia, magari deserta. Zaccaria ha scelto diversamente, cercando la giusta composizione tra le forme verticali dei bagnanti e quella orizzontale e infinita del mare. Il senso di indeterminatezza insieme spaziale e temporale è reso evidente dall’uso del grandangolo nell’immagine conclusiva della serie.
SENSAZIONI INTERIORI di GIANNI GAETANO
E veniamo all’opera di Gianni Gaetano autore che con le sue creazioni non smette mai di stupire i soci del fotoclub BZ. Come recita l’introduzione alla conferenza di Guido Cecere, la fotografia è Arte ma con l’avvento delle nuove tecnologie si pone un’altra questione: è ancora fotografia quella dove l’elaborazione digitale ha il peso maggiore. E’ fotografia dunque quella proposta da G.G.?
Io ho la mia risposta ed è quella che di fronte ha una opera stilisticamente coerente questa domanda passa in secondo piano. Mi interessa il colore, mi interessano le forme e l’aspetto grafico, mi interessa eventualmente il messaggio che nell’immagine artistica certe volte è inutile cercare. In queste foto di Gianni c’è anche quello, c’è il dialogo tra il personaggio e la sua ombra c’è il dualismo tra ciò che appare e la consapevolezza di sè.
Osservando queste fotografie mi viene in mente Pirandello ed il suo capolavoro: << Uno, nessuno e centomila >>. Vitangelo Moscarda, il protagonista del libro, scopre che le persone intorno a lui hanno un'immagine della sua persona, completamente diversa da quella che lui ha di sé. Egli è presente in centomila forme differenti e vanamente tenta di distruggere questa realtà che è fuori di lui. Impresa impossibile che porta alla follia, meglio giudicare con indulgenza quelle ombre multiformi, coscienti che la realtà è inafferrabile e la percezione della stessa può avvenire anche usando lo sguardo altrui.
GUGGENHEIM - BILBAO di RICCARDO DI VALERIO
Una mia fissazione i luoghi d’arte. Ma ditemi voi è possibile la vita senza l’arte e la sua bellezza? Parlo della vita come quella che intendeva Dante Alighieri: << Nati non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza >>.
Chi più dell’arte è aspirazione alla conoscenza?
Lascio a voi il giudizio se il Guggenheim o più precisamente le foto del museo di Bilbao con le sue superfici levigate e nella suggestione del tramonto, tale aspirazione alla bellezza sono in grado di comunicarla.
P.S.
Nella sua conferenza Guido Cecere ha ribadito la necessità di guardare avanti, la fotografia e le tecnologie moderne sono un mezzo e non un fine per esprimere idee, opinioni e pensieri. Quella del passato non può essere considerata una fotografia realistica nel senso di traccia fedele della realtà. Fin dalla sua nascita autori diversi sono intervenuti chi in un modo chi in un altro sulla lastra o sulla stampa alterando gli elementi oggettivi ripresi.
Oggi questi interventi sono più facili, nulla di nuovo dunque ma quello che è cambiato è l'approccio; si fotografa ovunque e con qualunque mezzo, con la camera compatta e con il telefonino. Manca a questo riguardo un minimo di riflessione e progettualità ma questo riguarda il folto pubblico, non chi della fotografia ha fatto la sua passione.