CANTIERI CULTURALI ALLA ZISA - PALERMO
Per arrivare alla Zisa l'antico giardino delle delizie dell'emiro Fù Mustafà che qui alloggiava prima dell'anno 1000, bisogna lasciare libero lo " schrrozzo " altrimenti privati dell'automobile si è costretti a prendere l'autobus alla stazione di Palermo.
La Zisa è ubicata in periferia ma se non arrivasse il bus, la si potrebbe raggiungere in una mezzorata o forse meno.
Ma non è della Zisa che mi voglio occupare ma degli spazi espositivi che sorgono lì accanto, anche perchè l'insigne monumento in quel giorno d'estate non era visitabile.
A metà luglio tutto tace, la temperatura è stranamente fresca date le bizzarrie del tempo, e i Cantieri Culturali sono deserti ma fortunatamente aperti.
Ebbene cosa c'è di più godibile del perlustrare fotograficamente uno spazio grande quasi una fiera dove non c'è anima viva? E' generalmente la mia passione da orso caupens.
Sarò banale e ripetitivo ma la sensazione è quella di ritrovarsi in una piazza deserta, una piazza metafisica e la torre rossa sembra proprio sottolineare il concetto.
Nell' Italia sovrappopolata basta fare le scelte opportune e ci si trova beatamente soli come al mare d'inverno. E questo anche nelle aree metropolitane.
Per contro in città a Palermo, il B&B molto elegante, nuovo e arredato con gusto, giaceva non lontanto da una piazzetta dove la musica a tutto volume accompagnava il sonno del turista ben oltre le due di notte.......e per tre notti intere! Beato l'Etna, ma per l'appunto anche lo spazio deserto della Zisa!
Quella che in passato era un'area industriale è stata convertita in laboratorio culturale; ci sono almeno una decina di capannoni dedicati al teatro, alla cinematografia, all'arte contemporanea, alle botteghe artigianali, alla fotografia; l'intramontabile Tina Modotti suggerisce che aldilà della porta potrebbe esserci stata una bella mostra fotografica.
Alcuni ambienti sono chiusi e non visitabili, altri sono spalancati sulle vie interne; l'attività culturale riprenderà ad agosto e il materiale per le scenografie giace accatastato disordinatamente, o meglio " bombardatamente ".
Che dire infatti dell'amorino ridotto a ben poca cosa buttato tra i cumuli di polveroso polistirolo?
Lo Spazio 0 è vuoto come il numero che lo caratterizza, i murales decorano le pareti e si ode solo il rumore sinistro del portone che sbatte spinto dal vento.
Sinistro e inquietante potrebbe essere anche l'interno del capannone oltre la porta blu, ma quello che ci divide da esso è interessante sia cromaticamente che graficamente:
Siamo di nuovo in strada e una figura tozza quasi priva di testa e forse anche di senso annusa il grande cilindro di cemento:
Tre saracinesche identiche e un'occhio da medusa osservano il fotografo indiscreto:
Mentre la volpe invita i leprotti al banchetto ma solo al suo.....
L'uomo dal cappello bianco si riflette nei vetri della stanza della donna delle rose; c'è da chiedersi chi dei due desti maggior preoccupazione....
Una bella composizione di murales ci accompagna infine alla porta di uscita dei Cantieri.
Lasciamo decidere a chi passa per gli spazi del web se quelli della Zisa, sono fruibili e godibili anche quando apparentemente, la cultura non c'è.