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Carlo Rizzarda (1883-1931) nasce a Feltre, cittadina dove la dimestichezza con il ferro risale al medioevo a causa della presenza di numerosi giacimenti minerari. Frequenta le scuole locali e grazie ad una borsa di studio offerta dal Ministero per incoraggiare giovani artigiani, si trasferisce nel 1905 a Milano dove frequenta i corsi sul ferro tenuti nelle scuole laboratorio della Società Umanitaria, creata alla fine dell'Ottocento a scopo filantropico in aiuto alle classi più deboli per qualificare il lavoro artigianale e produrre modelli di buon gusto da destinare all'industria. Fu a Milano, sotto la guida di Alessandro Mazzucotelli abilissimo artigiano e grande talento artistico che Rizzarda sperimentò le infinite potenzialità artistiche del ferro battuto. Nel 1910, poco dopo l'esposizione di arte decorativa di Bruxelles, si separò dal maestro per mettersi in proprio.
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Alla prima mostra d'arte decorativa del 1923 a Monza, Rizzarda presenta, sia oggetti in stile neo-rinascimentale e neo-barocco che oggetti di gusto più rustico e primitivo. Ugo Ojetti ne parla come di una "rivelazione " e la sua fama, a partire da quella data, non conosce sosta. In collaborazione con i migliori architetti dell'epoca, Arata, Griffini, Faravelli e Sommaruga, Rizzarda progetta lampadari, ringhiere, cancelli, porte, inferriate per le dimore dell'alta borghesia lombarda. Nel 1924 partecipa alla Biennale di Venezia e l'anno successivo, all'esposizione internazionale di Parigi dove ottiene il terzo premio.
I cancelli e gli arredi disegnati allo scadere degli anni Venti sono più sobri, in sintonia con le ceramiche disegnate da Giò Ponti, con gli edifici progettati da Muzio e gli arredi di Emilio Lancia. Rizzarda rinuncia alle patine policrome e gioca sui toni freddi combinando l'ottone ed il ferro satinato e utilizza preferibilmente vetri trasparenti o bianchi prodotti da Meissen, anziché quelli iridescenti viola, rosa e gialli di Venini.
Sono compromessi che non dureranno a lungo, il gusto è cambiato e le esigenze di uno stile razionale e funzionale alle abitudini dell'uomo moderno, segnano la fine dell'arte del ferro battuto. Rizzarda muore in un incidente stradale nel 1931.
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La Galleria d'Arte Moderna "Carlo Rizzarda" di Feltre nasce per volontà testamentaria di Carlo Rizzarda uno dei più importanti artisti del ferro battuto dei primi anni del Novecento. Nel 1926 Rizzarda acquistò Palazzo Cumano, residenza cinquecentesca nel centro storico di Feltre, con l'intenzione di creare nella propria città natale un museo di arte decorativa.
Alla sua morte, il Comune di Feltre ereditò oltre al palazzo tutti i ferri battuti di Rizzarda depositati presso la villa, l'officina milanese nonché la sua collezione d'arte, che l'artista aveva acquistato per arredare la propria dimora milanese.
Della collezione fanno parte oggetti di arte decorativa di vari autori (Casorati, Carrà, Marussig, Semeghini, Wildt, Scarpa ecc.) e una raccolta di oggetti in ferro battuto realizzati da Rizzarda stesso tra il 1910 ed il 1930.
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Adolfo Wildt Vir temporis acti, 1911
Federica Galli Valle Liona, 1984
Egon Schiele Posa Plastica, 1917
http://musei.comune.feltre.bl.it/GalleriaRizzarda/