SULLA GRIGNA SETTENTRIONALE
Il Gruppo delle Grigne (sovente detto
la Grigna o le Grigne ) è un massiccio calcareo situato in provincia
di Lecco.
A Ovest è delimitato
dal lago di Como e a Est a partire da Bellano lo
aggira la Valsassina che sbocca nuovamente sul lago
pochi chilometri a Nord di Lecco.
Le escursioni sul versante
settentrionale della Grigna partono generalmente da Varenna; con
l'auto si percorrono circa 12 km per raggiungere Esino Lario una
località montana piuttosto isolata posta a quota m.910; dal paese si
prosegue fino all'albergo Cainallo dove inizia il sentiero n° 25 con
indicazione Rif. Bogani/ Rif. Bietti.
Il Rif. Bogani si trova ad una altitudine di m.1816;
per raggiungerlo bisogna superare un dislivello di 500 m. e servono circa
2 ore.
Il sentiero sale decisamente per i primi minuti, poi prosegue in costa con
andamento sinuoso e panoramico (con affaccio sulla Valsassina ) fino ad
incontrare il segnavia del bivio della Bocchetta di Prada da cui scenderemo al
ritorno.
Si raggiunge successivamente la località "slavine " dove il
panorama si trasforma da bosco a pareti rocciose: qui si possono
ammirare i 2 torrioni denominati " Il frate e la monaca ".
Il sentiero si inerpica sulla costa rocciosa per
altri 20 minuti fino ad aprirsi sui verdi prati dell’alpe Moncodeno.
Presso l’alpeggio in estate si incontrano le capre che rendono unico il sapore dei formaggi che si producono
qui a 1700 mt di quota, e che abbiamo potuto gustare al rifugio Bogani.
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La zona circostante il rifugio denominata " circolo del Moncodeno" è un
immensa spugna soffiante, dove vi sono dei buchi che spuntano ovunque senza
ritegno e soffiano sprezzanti aria fredda e gelida, lasciando presagire enormità
sotterranee.
Esistono ben 550 cavità già catastale, tra cui è particolarmente nota la
voragine "W le donne" profonda 1150m >>
Non essendo provetti speleologi ci siamo trasformati
in modesti botanici e abbiamo osservato con attenzione quanto madre natura ha
messo in esposizione.
Incominciamo dal rododendro peloso specie tipica dei
terreni calcarei:
Rododendro peloso (Rhododendron hirsutum)
Vulneraria alpestre (Anthyllis vulneraria)
La Vulneraria è' una specie estremamente poliforme che può
presentare una colorazione gialla, arancione o come in questo caso bianca e
rossa.
Sarebbe stato
interessante portarsi in quota per
osservare le specie rupicole che sicramente impreziosiscono le coste rocciose.
A sinistra nella foto c'è il Pizzo della Pieve
(m.2251) mentre all'estremo opposto appare la Grigna Settentrionale (m.2409) dove
poco sotto la cima si trova il Rif.Brioschi.
Nelle fessure delle rocce al riparo
dal caldo opprimente di luglio appare la violetta gialla:
Violetta gialla (Viola biflora)
Frequente è la sassifraga dai bianchi petali
punteggiati:
Sassifraga delle rocce (Saxifraga paniculata)
Al ritorno abbiamo seguito il
sentiero che porta alla Bocca di Piancaformia (m.1802) che si affaccia sul
versante Ovest del gruppo.
E qui abbiamo visto le specie più
interessanti:
Genziana alata (Gentiana utriculosa)
Stella alpina (Leontopodium alpinum)
Lino alpino (Linum alpinum)
Manina profumata (Gymnadenia odoratissima )
Aquilegia azzurra (Aquilegia einseleana)
Lungo il cammino s'incontra una roccia
con una profonda spaccatura; peccato per quel Cristo che altera la bellezza
selvaggia del luogo.
Non sempre i simboli della cristianità sono sistemati
nei
luoghi opportuni, come accade esattamente in questo caso.
Il sentiero all'altezza di Bocca di Prada scende a destra
per riprendere quello dell'andata. Nel pomeriggio inoltrato la visibilità è
migliorata ed è stato possibile riprendere tutto il versante settentrionale e
dunque il tratto percorso nel mattino.
Ben visibile è il grande catino dove è ubicato il Rif.Bogani;
il prato è quello dell’Alpe Moncodeno poco sotto
al rifugio; la sella a destra è quella di Prada. Sembra quasi impossibile ma in
un paio d'ore abbiamo aggirato l'enorme baratro che cade precipite sulla
Valsassina.
Sui prati di Cainallo da dove è iniziata la nostra
gita, pascolano beati i cavalli:
In basso, nella luce della sera emergono i
riflessi delle acque del Ceresio e del Lario, nomi romantici per designare i
laghi di Lugano e Como dove al tramonto si rispecchia la Grigna:
"La Grigna da Lavedo"
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