SAN NICOLA alle TREMITI

 

 

S.Nicola alle Tremiti è un esempio di recupero edilizio condotto a metà. L'esterno maestoso della chiesa-fortezza, non deve trarre in inganno.

E' indubbio che c'è stato un intervento di recupero sulla struttura esterna ma ciò che si vede all'interno del complesso monumentale lascia il visitatore amareggiato.

Ma iniziamo con le immagini della salita che dal porticciolo conduce alla sommità della fortezza:

 

 

 

Si giunge al primo piazzale il cosidetto "campo" dal quale panorama e prospettive si fanno già interessanti:

 

 

La parte monumentale è imponente come si può dedurre dalla piantina riportata in seguito. Vi si accede tramite quello che una volta era un ponte levatoio seguito da un cunicolo ed una scalinata antistante il piazzale della chiesa.

 

 

 

 

 

 

Il terreno a disposizione era ed è davvero poco, stante il fatto che sia a Nord che a Sud alcuni ambienti sono crollati in mare.

C'è da domandarsi con quanta fatica i monaci e gli abitatori della fortezza abbiano costruito tutto questo, fatto che dovrebbe stimolare i posteri ad un maggior rispetto dei lasciti architettonici e culturali dei nostri predecessori.

Quello che lasciamo noi non mi sembra proprio all'altezza; basta osservare la costa tra Pescara ed Ancona e la voglia di puntare una cannoniera ed abbattere tutto quello schifoso cemento posto di fronte all'Adriatico < ex azzurro > si fa irresistibile.

Tra le case, sistemerei sindaci, assessori e politicanti che per mezzo secolo e più hanno devastato il "Bel Paese", fregandose delle migliaia di leggi ideate inutilmente per proteggerlo.

 

 

Dunque la "GLORIA" ha perso la "A" e i cartelloni all'interno giacciono in posizione innaturale...come dire che l'Italia cade a pezzi.

E non lamentiamoci se come metà turistica siamo passati al sesto posto....sarebbe sorprendente il contrario.

 

 

 

 

 

Dalla cartellonistica mal ridotta si evince che il sito era davvero peculiare; il "Cegliere " costituiva una sorta di magazzino viveri ed era posto in una grotta in parte naturale a ridosso delle mura. Sembra che si potesse accedervi anche dal mare e che le merci come per i monasteri delle Meteore, potessero essere trasportati all'interno della fortezza tramite carrucole.

Questo ambiente non è comunque accessibile al pubblico.

 

 

 

 

 

Si supera il primo chiostro per giungere al secondo, ridotto in condizioni a dir poco pietose; vi è un piccolo Bad&Breakfast ma inviterei il proprietario a tirarsi su le maniche e dare una pulitina al tutto. Ci vuole una bella faccia tosta a ospitare i turisti in quella specie di immondiziaio pieno di erbacce e quanto altro a meno che, non sia specificato che debbono dare una mano alla sistemazione dell'ambiente dove sono ospitati.

Non sarebbe una cattiva idea, previo sostanzioso sconto!

 

 

 

 

Segue un ambiente davvero spettacolare, visibile però solo dall'esterno: il cavaliere di San Nicolò, uno stupefacente torrione o meglio una sorta di miracolo edilizio che insieme alla " Tagliata " contribuiva a rendere inespugnabile questo lato della fortezza.

 

 

 

 

 

Spaventoso quell'occhio minaccioso da dove immaginiamo scendevano liquidi bollenti per i pochi arditi che desideravano " ardentemente " farsi friggere!

Più in la è il grande e suggestivo pianoro che conduce alla punta dell'Isola. Proprio sulla punta ma non accessibile al mare vi è il piccolo cimitero e il memoriale ai prigionieri libici, condotti a morire su quest'isola durante l'avventura coloniale del 1911-12.

Anche questo è un bel capitolo della nostra storia patria, una specie di fantasma da rinchiudere a doppia mandata in un robusto armadio.

In quel piccolo lembo di terra ero davvero a disagio.

 

 

 

 

 

 

L'unità d'Italia aveva allora meno di 50 anni e già ci sporcavamo le mani come le altre potenze europee; dovevamo imitarle per non essere da meno.

Ma la storia gira e i popoli allora invasi, sbarcano oggi sulle nostre coste....siamo fortunati, sono disarmati!

 

p.s. trattasi proprio di un p.s del 2017....

Ho appena visto il bel film di Alberto Negrin " UN MONDO NUOVO " prodotto nel 2014 dedicato ad Altiero Spinelli autore del < MANIFESTO di VENTOTENE > documento che è una pietra miliare nella costituzione europea. Il film è stato girato su quest'isola e il Cavaliere di S.Nicolò ne è stato il muto testimone.

 

 

 

 

La scena ricorda gli anni di confino a Ventotene. A destra Eugenio Colorni seduto e Spinelli con la zappa parlano d'amore; la compagna di Eugenio, Ursula Hirshmann diverrà poi la moglie di Spinelli quando l'amico verrà ucciso nel 44.

 

 

 

I films hanno bisogno della storia e della geografia, il paesaggio ricambia e nutre l'anima degli uomini.

 

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