SERRA D'IVREA E D'INTORNI

 

 

 

 

La fine del Pleistocene (ultimi 2 milioni di anni) fu caratterizzata da cicli climatici (glaciazioni) di maggior durata e ampiezza rispetto ai precedenti, collegabili alle variazioni dell’eccentricità dell’orbita terrestre: il ghiacciaio della Dora Baltea giunse a varcare lo sbocco vallivo della Valle d'Aosta, espandendosi in pianura, ove edificò quel grandioso sistema di cerchie noto come Anfiteatro Morenico d’Ivrea.

In esso è potenzialmente documentata l’intera successione di tali glaciazioni, compresa all’incirca tra 900.000 e 11.500 anni prima di Cristo.

 

da http://www.nimbus.it/download_pubblicazioni/AnfiteatroMorenicoIvrea_Gianotti.pdf

 

 

 

L'elemento più vistoso del sistema morenico di Ivrea che ha dato origine anche al Lago di Viverone è certamente il lungo cordone morenico visibile a destra nella foto che segue propriamente detto la Serra. Inizia a Ivrea e finisce 30 km dopo, in direzione Sud-Est.

Un po' a sinistra rispetto al centro della foto c'è Ivrea e l'inizio della Val d'Aosta da dove discende rumorosamente la Dora Baltea.

 

Panorama dal lago di Viverone

 

 

La Dora Baltea a Ivrea

 

 

Nella foto che segue dietro al cordone morenico coltivato a vite e girasoli spunta coperto dai ghiacci il massiccio del Monte Rosa.

 

 

Il Piemonte è terra di vini e anche qui lontano dalle Langhe, dal Barolo e dalla Barbera i grappoli sono ben formati già nei primi giorni di luglio.

I vitigni sono quelli dell'Erbaluce, del Bramaterra, del Lessone, della Costa del Sesia e del Canavese il vino che prende il nome da questa terra compresa tra Torino, Ivrea, Vercelli e Biella.

 

 

Il lago di Viverone con una estensione di 5,7 kmq è dopo quello Maggiore e d'Orta il terzo lago piemontese.

Circondato da boschi specie nella parte Sud - Occidentale e dunque poco antropizzato è un luogo adatto alla sosta e riproduzione della numerosa avifauna in particolare folaghe, germani e svassi.

 

 

Svassi

 

 

 

 

La Serra d'Ivrea è anche il luogo dello Spirito: ospita la Comunità di Bose fondata da Enzo Bianchi. Il padre di questo movimento monastico si trasferì qui in una povera casa contadina senza elettricità e acqua corrente nel 1965. Enzo Bianchi visse per tre anni in totale solitudine.

Un bel fegato direi, tenendo presente il fatto che l'idea che aveva in mente era quella di una comunità aperta a tutti gli uomini e donne di tutte le chiese cristiane , cosa questa che fu motivo d'incomprensione con il vescovo locale che proibì qualsiasi celebrazione liturgica. Solo nel 1968 l'interdizione cadde grazie all'intervento dell'arcivescovo Pellegrino di Torino.

 

La chiesa romanica di San Secondo

 

La chiesa romanica di San Secondo fu restaurata proprio in quegli anni da alcuni membri della comunità che si stava formando. Il paesaggio come si addice a tutte le abbazie e monasteri di qualsivoglia paese è incantevole. La chiesa è immersa nel silenzio, protetta da  grandi alberi di quercia.

Quello che inizialmente era un gruppo di case abbandonate è divenuto nel tempo un luogo di vocazione monastica ma anche di incontri teologici aperti a tutti, di riflessione e ospitalità per condividere il ritmo di vita cenobitico.

 

 

 

E non poteva mancare l'arte col suo potere salvifico:

 

 

 

 

A pochi chilometri da Bose c'è la riserva naturale della Bessa. La geologia della Serra porta con sè il seme della cupidigia: l'oro!!!!!

L'uomo è stato accecato dal prezioso minerale fin dalla preistoria visto che gli antichi Salassi scavarono queste miniere a cielo aperto già nel 4° secolo a.C.

Poi intervennero i predoni romani a salassare i Salassi. Il paesaggio suggerisce un lavoro di scavo immane ( 5kmq ) a opera probabilmente di schiavi.

La sabbia aurifera fu separata dai ciotoli che emergono ovunque. Da una parte nel passato le immani e disumane fatiche, oggi un paesaggio unico nel suo genere.

Sembra che la bellezza sia spesso il risultato dello sfruttamento di migliaia di persone, pensiamo alle piramidi d'Egitto ma in epoca più recente a San Pietroburgo costruita ex novo sulle paludi. A pensarci bene trattasi di pura follia quella di pochi sovrani esaltati ai danni di molti disperati! Misera umanità!

 

 

 

 

 

Ma la provincia di Biella ha in seno qualche altra sorpresa: la riserva naturale delle Baragge che si estende a Sud-Est di Candelo.

 

il Baraggione a Sud di Candelo

 

E' un territorio misto di prati e brughiere che comprende anche le province di Vercelli e Novara. Sembra impossibile che nel territorio antropizzato fino all'eccesso della pianura padana si sia conservato un paesaggio che sembra la savana africana! Unico neo l'esercito che ne occupa una parte dove ovviamente è proibito l'accesso.

( Mi scusi militaressa, mi fa dare un'occhiatina???? Vada via subito!!!!!......Ma vaf...)

 

 

L'elemento più spettacolare sono gli alberi di quercia di cui alcuni schiantati al suolo:

 

 

 

E per concludere un tuffo nella storia, quella medioevale. Nel Piemonte dei secoli bui il ricetto  era una struttura fortificata all'interno del paese dove si accumulavano i beni di sussistenza (foraggi, vini, etc. ) del signore locale o dei contadini e artigiani e dove, occasionalmente, si trincerava la popolazione in caso di pericolo.

Quello di Candelo è sicuramente uno degli esempi meglio conservati e le sue mura suggeriscono che il materiale edile costituito da ciotoli di notevoli dimensioni sia stato prelevato direttamente dalle miniere della Bessa.

 

 

Il cielo promette pioggia e girando l'angolo non vorrei incappare in un soldato medioevale armato di balestra...

 

 

 

Fu proprio nel Ricetto di Candelo a essere ambientata la serie Cult della Freccia Nera risalente al 1968 quando il sottoscritto alla venerabile età di 10 anni rimaneva incollato alla TV fantasticando di castelli, dame e cavalieri senza macchia.

 

 

 

 

A parte qualche cavo elettrico che è stato volutamente eliminato via software, il Ricetto è fortunatamente quello di allora.....l'Italia nel frattempo ha perso chissà quanti gioielli architettonici e ambientali. Per qualcuno ci vorrebbe .....la Freccia Nera!!!!!

 

Le mura esterne del Ricetto di Candelo

 

Loretta Goggi, Aldo Reggiani, Arnoldo Foà

 

La freccia nera fischiando si scaglia
è la sporca canaglia che il saluto ti dà
vieni fratello è questa la gente
che val meno di niente
perché niente non ha
ma se il destino rovescia il suo gioco
nascerà nel mattino una freccia di fuoco
la libertà

tan tan tan

tara tan tan tan

tara tara ta tan...

 

 

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