Ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica
Con i suoi 32 mila metri quadri, la tonnara di Favignana è una delle più grandi del Mediterraneo. La pesca al tonno fu praticata fin dall'antichità e le tecnologie messe a punto per catturare e conservare questo splendido pesce sono sicuramente affascinanti.
La mattanza è stato uno dei soggetti del film neorealista; basti ricordare Rossellini con il film "Stromboli Terra di Dio " del 1949.
La protagonista Ingrid Bergman, rimane sconvolta per le immagini cruente della mattanza che consolidandosi nella tradizione siciliana è stata nei secoli più di una semplice pesca, quasi un rito sacro con i suoi codici e le sue leggi, un rito che garantiva la sopravvivenza di intere famiglie.
La sequenza della mattanza nel film di Roberto Rossellini
Nel 1991 l'intero complesso è stato acquistato dalla Regione Sicilia che ha speso milioni di euro impiegando ben dieci anni per restaurarlo.
Chissà se qualcuno ha guadagnato più del dovuto; sappiamo benissimo come funzionano le cose in questa Italia di pazzi, i costi e i tempi lievitano in modo spropositato per foraggiare gli amici, il partito, le coop e quanto altro ancora.
Ma guardiamo al risultato.....la struttura immersa nella luce dell'estate è davvero splendida.
Lo spazio è assolutamente metafisico ...ma non siamo a Ferrara bensì nel mezzo del Mediterraneo...
I vari ambienti venivano adibiti per le diverse mansioni; nel cosidetto "bosco " il tonno veniva appeso a sgocciolare perchè la carne non si guastasse; poi veniva tagliato a pezzi è cotto in grandi caldaie:
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Fu la famiglia Florio a introdurre il rivoluzionario metodo della conservazione sott'olio dopo la bollitura e inscatolamento; per la realizzazione dei contenitori di latta esisteva un'apposita officina con macchine piegatrici e saldatrici.
In altri spazi sono conservate le attrezzature della pesca, gli arpioni, le barche e le reti;
Modellini e illustrazioni permettono di capire quanto dovesse essere laborioso l'allestimento della tonnara con reti lunghe qualche chilometro.
E lunga era anche l'attesa del momento propizio; il responsabile della mattanza era il "Rais " una specie di semidio, l'equivalente per noi montanari del "Gotomon " delle miniere di Val Imperina.
Se non di Dei si trattava di maghi con esperienza da vendere, in grado di capire dagli odori e dai moti impercettibili dell'aria quando era il momento di montare le reti o di ravvivare il fuoco per ottenere la fusione perfetta.
Personaggi da leggenda; come le miniere sono state chiuse così il tonno se n'è andato altrove, complice la rapina con cui è stato aggredito il mare.
Il San Pietro che decorava la prua della barca del "Rais " e non si offendeva affatto per le bestemmie causa una pesca infruttuosa, avrebbe preferito solcare ancora il mare delle Egadi, piuttosto che giacere dimenticato nel museo della tonnara.
Ma così va la storia.....una storia balenga specie quella attuale; le ancore della tonnara sono di proprietà di un privato e marciscono al sole piuttosto che giacere nel complesso archeologico che gli sta difronte. Il paese della follia collettiva non cessa mai di stupire.