LAGHI DI LUSIA
La gita in oggetto è stata fatta nel mese di luglio del 2019. Se qualcuno si chiede che ci fa nel calendario 2021 la risposta è semplice: ho molti lavori arretrati.
Da allora sono cambiate molte cose e in peggio; dopo la devastazione di Vaia dell'ottobre 2018 a partire da gennaio 2020 arriva un'altra mazzata quella del Covid.
La correlazione non è diretta ma a sentir il Tozzi Sapiens, la devastazione degli ambienti naturali riduce le distanze tra animali e uomoni non certo perchè gli siamo particolarmente simpatici ma semplicemente perchè non sanno più dove andare.
Ed ecco che qualche bel virus coronato fa il salto di specie e se per il pipistrello, pantegana, pangolino e scimpanzè è del tutto innocuo, per l'Homo Sapiens non lo è affatto. Molti ci hanno rimesso la pelle e non è finita qui.....
Ma torniamo alla cronaca di due anni fa....
Accampati al maso Corradini di Castello abbiamo alternato le visite parentali leggi primo erede Gabriel con tre escursioni nelle quali abbiamo utilizzato gli impianti a fune presenti in valle per risparmiare un po' di fatica e portarci in quota. E così dopo una prima puntata sul Cermis e i laghi Bombasei e una sul Latemar con salita a piedi da Gardonè fino al Doss Capel, abbiamo terminato le vacanze trentine con il Lusia - Cima Bocche utilizzando gli impianti di Bellamonte.
Dei tre itinerari sarebbe stato da scartare il Latemar dove il sentiero è una strada in cemento per un lungo tratto, numerose pacchere scavano e arano i prati e sulla Sella di Tresca percorrendo il << fu sentiero geologico >> si scopre che stanno realizzando l'ennesimo bacino per l'innevamento nell'ex circolo glaciale ai piedi del Monte Agnello.
Ennesimo scempio al cospetto della devastazione che ha colpito tutti i boschi del circondario da Predazzo al Corno Nero?
Cambiamenti climatici? I sordi non sentono e l'industria del divertimento continua per la sua strada come se nulla fosse.....leggi anche Olimpiadi Invernali a Cortina.
Il circo delle pacchere alla Tresca del Monte Agnello
Però ci ha pensato il Covid a bloccare il tutto già agli inizi del 2020. A tutt'oggi febbraio 2021, gli impianti di risalita sono fermi. Bisogna accontentarsi delle ciaspole, dello sci alpinismo e del fondo per evitare ingorghi. Ne guadagna la salute e probabilmente l'ambiente ma l'economia è a terra: sono chiuse le baite, i bar, i ristoranti e tutto l'indotto del turismo invernale. Meglio non è andata con l'estate 2020.
Sul Cermis l'uragano Vaia ha lasciato un disastro a macchia di leopardo; ci vorranno anni per portar via gli alberi caduti sul versante Nord del Lagorai.
Le specie botaniche visibili a luglio erano davvero poche ( non so se c'è qualche collegamento con l'uragano ) e risultavano inferiori in numero sia a quelle dolomitiche del Latemar per quanto distrutto da piste e impianti che a quelle di Cima Bocche.
Dunque terza e ultima gita nel Trentino Orientale e presi gli impianti a Bellamonte una volta raggiunto il passo di Lusia ( m.2000 ) da La Morea, ci siamo incamminati verso i laghi omonimi lungo il Sentiero n.633 .
Dal Passo Lusia: Gruppo del Catinaccio
Ruotando lo sguardo verso Est compaiono le Pale di S.Martino con il Passo Rolle e il Colbricon:
La fioritura più interessante è sicuramente quella dell'Erioforo ritratto più volte e presente con due specie:
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Erioforo (Eriophorum angustifolium) Erioforo di Scheuchzer (Eriophorum scheuchzeri)
E se le foto panoramiche sono state fatte col cellulare, quella che segue è stata eseguita con la G5X e il risultato è decisamente migliore. La Cima Vezzana è nel centro dell'immagine:
Nella seguente spunta anche il Cimon della Pala che richiama l'attenzione del fotografo per quella parete verticale che lo contraddistingue:
Specie numerosa sia qui che sul Lagorai e Latemar è la Genziana punteggiata:
Genziana punteggiata (Gentiana punctata)
E anche la Negritella:
Negritella (Nigritella nigra)
Il percorso sale con lieve pendenza fino a quota m.2425 alla cosidetta << Trincea >> scavata dagli austriaci; da lassù si domina il Passo Rolle.
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E i laghi di cui quello superiore appena percettibile:
Nella breve discesa una specie non molto frequente:
Semprevivo di Wulfen (Sempervivum wulfeni)
Breve salita alla forcella del Caserin per dare un'occhiata alla valle di S.Pellegrino e alle specie che colonizzano le rocce dello spartiacque:
Prima sorpresa: un Papavero retico colonizza il porfido specie questa tipica dei calcari; poi il Cerastio con sassifraghe e raponzoli:
Papavero retico (Papaver rhaeticum) |
Cerastio (Cerastium uniflorum) |
Raponzolo minore (Phyteuma globulariifolium)
Achillea erba rotta (Achillea moschata)
Saponaria nana (Saponaria pumilio)
Cima Bocche con i suoi 2700 e passa metri è fuori portata e ci accontentiamo di aver raggiunto il lago inferiore:
Sulla via del ritorno fotografo alcune orchidee:
Manina rosea (Gymnadenia conopsea) |
Orchide bianca ( Pseudorchis albida) |
Negli stessi prati fiorisce una varietà di Allium che presenta delle nervature scure sui petali ( e che non riesco a classificare ) e l'Arenaria biflora :
Aglio ungherese (Allium schoenoprasum)
Minuartia (Minuartia recurva)
Brillantini (Armeria alpina ) |
Genziana di Koch (gentiana acaulis) |
Gli anemoni sono ormai sfioriti, a giugno visti i numerosi esemplari lo spettacolo sarebbe stato a dir poco emozionante. sarà per la prossima volta.
Anemoni con panorama verso il Lagorai