LIDO DI SPINA

 

 

 

Foto in bn

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto da diapositiva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 NOTE A MARGINE

 

I lidi ravennati e la salina di Cervia chiudono la successione di zone umide dell'Adriatico. Nella zona del Lido di Spina a ridosso delle Valli di Comacchio e lungo il canale Longonovo si trovano numerosi trabucchi. Questi casoni da pesca sono dotati di una rete a bilancia e consentono la cattura di qualche pesce di passaggio, forse più in passato che oggi, visto come è predato il mare.

Le due sequenze fotografiche la prima in bn e la seconda a colori fanno riferimento a momenti e stagioni diverse.

Nel primo portfolio la giornata è autunnale, tira un forte vento e il mare è inquieto. Sulla spiaggia qualcuno ha intrecciato dei tronchi di legno portati a riva dalla marea, qualche bimbo gioca incurante del vento e degli spruzzi d'acqua e il trabucco in equilibrio precario sembra possa esser inghiottito dalle acque da un momento all'altro.

Il cielo burrascoso rende più cupa l'atmosfera e un leggero viraggio seppia ci trasporta in un tempo irreale, metafisico.

Nella seconda sequenza l'atmosfera è quieta e le fotografie sono state eseguite al tramonto; la luce e i colori cambiano ad ogni istante per nuove e irrepetibili magie.

Quando il sole è basso sull'orizzonte è possibile inserirlo direttamente nella foto senza produrre fastidiosi riflessi; il grafismo delle reti completa la composizione giocata praticamente sull'emozione del tramonto.

 

 

Fotografia analogica e digitale

 

E' intorno agli anni 2000 che inizia l'era digitale con tutte le polemiche " berenghiane " al seguito.

Notoriamente Berengo Gardin è contrario all'uso del digitale data la facilità con cui esso può essere manipolato. La foto cesserebbe quindi di essere documento per divenire qualcosa d'altro.

Non esiste però la sola fotografia documentaria per cui ritengo non debbano esserci limiti alla creatività e se un fotografo predilige la fotografia artistica non vedo perchè non possa utilizzare i mezzi di elaborazione digitale che la tecnologia mette a disposizione.

L'importante è dichiarare quali sono le intenzioni del fotografo-artista se così lo vogliamo chiamare.

Ho cominciato a eseguire i primi scatti nel 2001 con la compatta della Nikon, la Coolpix 885 dotata di sensore CCD con risoluzione 2041x1536 pari a circa 3 Megapixel.

Con il 2005 è il turno della Canon PowerShot70 da 7 Mega e un anno dopo della reflex Nikon D200 con sensore DX da 10 Megapixel, macchina che utilizzo ancor oggi nelle occasioni importanti vista la comodità della Canon G11, molto versatile in tutte le occasioni.

Nel 2015 l'obiettivo di quest'ultima è rimasto in posizione rigida ed eretta e non c'è stato verso di farlo tornare in posizione di riposo neanche con il bromuro.

Oggi fotografo con la CanonG5X che sull'autofocus denota qualche incertezza ma è comunque molto versatile come le precedenti.

Come dice il poeta non è comunque la macchina a fare il fotografo!!!

 

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