L'ORIENTALE SARDA
Dunque...... lungo la S.S. 125, raggiunta però dalla S.P. 38 una breve deviazione che ci ha permesso di visitare la Tomba dei Giganti e il Villaggio Nuragico di Serra Orrios. Le Tombe dei Giganti sono a mio avviso le costruzioni megalitiche più affascinanti della Sardegna; il villaggio poco più a Sud è un po' meno interessante anche se la guida ha fatto il possibile per affascinare il pubblico con le storie e le avventure degli uomini dell'età della pietra, del rame, del bronzo e pure del ferro, tanto a lungo è stato abitato il sito in questione.
La Dea madre, grembo materno, fonte di vita, dono che gli uomini di tremila anni fa veneravano con rispetto . Il suo complemento maschile era impersonato dal toro, animale possente, pura forza bruta. Nelle tombe dei giganti il femminile sta nella concavità dell'emiciclo che rappresenta però anche le corna del toro.
Il tutto è magicamente riunito uomo - donna, seme e grembo per far crescere continuamente la vita.
Gli antichi abitatori trascorrevano le notti all'aperto per raggiungere nello spirito gli avi qui sepolti.
La macchia mediterranea e il paesaggio quasi privo di insediamenti, rafforzano la sensazione di trovarci al cospetto degli antichi abitatori nuragici. Anche il cielo solcato dalle nuvole lacerate dal maestrale carica di fascino questa emblematica perla preistorica.
A qualche chilometro di distanza c'è il villaggio di Serra Orrios; è caratterizzato da capanne in pietra basaltica a struttura circolare spesso adddossate le une alle altre anche a scopo difensivo, ci sono poi alcuni templi che ricordano la cultura micenea, e un pozzo sacro ancora da esplorare.
Qui il pezzo forte non era il villaggio ma la sua storia o forse leggenda inventata dalla nostra guida.
Già nella preistoria uomini intrepidi solcavano i mari per scambiare con gli altri popoli del Mediterraneo le merci preziose del tempo, le pietre scheggiate di ossidiana di Monte Arci nel Campidano e le prime rudimentali armi in bronzo del periodo successivo....viaggi perigliosi fino a Cipro racconta la guida ...
Ma, chissà, che abbia esagerato? ....Sullo sfondo appare la sagoma del Supramonte di Oliena...
Raggiunta Dorgali e quindi la SS125 abbiamo proseguito verso Sud; la prima sosta è stata quella davanti al Canyon di Gorropu, un taglio netto nella montagna che sta ad Est del Supramonte. Sarebbe opportuno visitare il canyon in primavera, al massimo a giugno per evitare il caldo estivo e osservare qualche rara specie botanica.
Un servizio di jeep permette di raggiungere il fondovalle da cui è possibile proseguire a piedi risalendo il letto del torrente normalmente asciutto.
Riprendendo il cammino tra belle ginestre in fiore e imponenti monoliti, abbiamo raggiunto il paese di Orzulei.
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Le case più antiche sono costruite in un bel granito bianco e nero e numerosi murales abbelliscono il paese; ritraggono in modo iperrealista uomini e genti dell'antica cultura agro-pastorale sarda:
Lasciata Urzulei, dopo un frugale pasto a base si << prosciutto di Parma >>, cosa orrenda se pensiamo di trovarci nella patria del " Porceddu ", ma a quanto pare il maiale in Sardegna è commerciabile solo di frodo e ben cotto a causa di una malattia mai debellata (volutamente dice il gestore del negozio), ci inoltriamo in una bella sughereta....
Pianta magnifica le cui ferite riflettono il paesaggio antico della Sardegna:
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Tramite una strada secondaria che attraversa località deserte dove compare solo qualche raro asinello, siamo giunti alla stazione abbandonata di Villagrande Strasili in pieno ......Far West. Mancava solo il contenitore dell'acqua, il mulinello a vento e si sarebbe potuto girare un film...
A Dio piacendo se un giorno arriverò alla pensione da vivo, mi riprometto di percorrere a piedi un tratto di quella strada ferrata ..... munito di Winchester come Faber.
A questo punto del viaggio, il nostro obiettivo è stato quello di raggiungere un altro imperdibile monumento naturale la Perda Liana (m.1293) nella zona dei " Tacchi " sul confine tra Ogliastra e Barbagia.
Si tratta di strutture rocciose a forma di piccole " Mesa ", ciò che resta dell'antico altipiano calcareo corroso dagli agenti atmosferici e dal tempo.
Seguiamo in parte il bacino artificiale del Bau Muggeris ( Lago Alto del Fiumendosa ) per poi deviare verso Sud:
Il Gennargentu che con Punta La Marmora (m.1834) raggiunge la quota più alta della Sardegna, è poco più a Nord. Al solito il tempo tiranno non ci permette di perlustrare adeguatamente il territorio; altre tombe dei giganti si ergono nei dintorni e sicuramente altri monumenti naturali ma dobbiamo concentrarci su quell'incredibile profilo che sta laggiù all'orizzonte.
Un percorso ad anello permette di girare intorno al monte e di salire fino alla base in conglomerato su cui poggiano i grigi calcari; a sua volta il conglomerato ricopre gli antichi scisti paleozoici le rocce più antiche della Sardegna e dell'Italia.
E' semplicemente stupefacente quella pietra isolata da cui si gode un panorama a 360°; qui ve ne propongo la metà in direzione Nord-Ovest.....
A sinistra il largo panettone di Punta La Marmora.....
Luogo popolato di spiriti e streghe....nelle notti di luna piena il viandante vendendo l'anima al diavolo potrebbe diventare ricco...
a sa Perda 'e Liana
su hi heres ti dana!