SU IN MALOJA
Museo di St. Moritz: Busto di Segantini
Luglio 2015
Dal Lago di Como il P.so Maloja (m. 1815) dista una cinquantina di chilometri e gli amanti dell'arte possono visitare i luoghi dove il pittore Giovanni Segantini originario di Arco ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, lassù, tra le montagne dell'Engadina.
Non solo l'arte ma anche la natura che insieme a uomini e donne è stato il soggetto più amato da Segantini è un richiamo per chi si reca sul passo, naturale spartiacque tra la profonda Val Bregaglia e la dolce e lacustre Engadina, tra l' Italia e la Svizzera.
I fiumi che qui hanno la loro origine si gettano chi nell'Adriatico come la Mera affluente di destra dell'Adda, chi nel Mar Nero come l'Inn principale affluente del Danubio. Dunque due mondi s'incontrano e subito si dividono al P.so Maloja, e a due mondi quello Mediterraneo e quello Nord Europeo si è ispirato Giovanni Segantini nelle sue opere.
G.Segantini (Arco 1858 - Schafberg Svizzera 1899 ) è considerato il più importante tra i pittori divisionisti, una corrente artistica post-impressionista che nasce in Francia e vede in Seurat e Signac i più importanti promotori.
Alla base di tale teoria c'è l'utilizzo dei colore puri, non mescolati ma accostati sulla tela. La fusione avviene sulla retina dell'osservatore; il risultato è una riproduzione della realtà dove la luce e la luminosità delle scene vengono particolarmente evidenziate.
<< Il mescolare i colori nella tavolozza è una strada che conduce verso il nero; più puri saranno i colori che getteremo sulla tela, meglio condurremo il nostro dipinto verso la luce, l'aria, la verità >>.
Ma Segantini è il meno sistematico nell'applicazione delle teorie divisioniste e l'altro aspetto che emerge dalla sue opere è un forte simbolismo religioso, un profondo rispetto per gli umili montanari e il loro lavoro e contemporaneamente una contemplazione panica per il paesaggio alpino di cui lo stesso pittore è parte integrante.
Molti artisti hanno dedicato la loro attenzione al mare, altri alla campagna ben pochi alla montagna che anche fotograficamente non è facile riprendere senza cadere nel banalità della cartolina illustrata; e qui va il grande riconoscimento a Segantini che ha saputo esprimere pittoricamente questo messaggio di amore per le Alpi e i suoi umili abitanti.
Fatte queste premesse diciamo che oggidì un novello Segantini scapperebbe subito dal P.so Maloja perchè come per tutti i passi alpini italiani e non il cemento è stato utilizzato a profusione a danno di boschi e prati.
Ma chiudiamo un occhio e concentriamoci sui luoghi della pittura seguendo l'itinerario suggerito dalle guide; intorno al Maloja il pittore ha eseguito numerosi bozzetti successivamente elaborati nel suo atelier tuttora visibile e di proprietà degli eredi.
Non resisto comunque dal far notare che un bel cartellone è sistemato lungo la palizzata dell'ex abitazione dell'artista; pubblicizza i futuri chalet "Segantini", mentre lì accanto un bel cubo modernista di cemento è quanto di più stonato possa esistere vicino agli antichi legni.
Ma basta con le parole ed i sermoni che dobbiamo tenerci questi tempi moderni dove il termine ha connotati tutt'altro che positivi.
Non ho seguito esattamente le "stazioni" secondo l'indicazione numerica ed ho pensato di allontanarmi istantaneamente dall'abitato recandomi alla Torre Belvedere:
Diciamolo subito: come tutti gli artisti era un po' mitomane e pare abbia condotto una vita discretamente agiata tal che spesso era costretto a fuggire dalle grinfie dei creditori!!!!
Carissimi Ex Varalli lì nel bel mezzo della foto che segue sta il Badile con la sua famosa parete Nord; oltre la cima c'è la Val Masino percorsa in tempi oramai eroici.
Ma proseguiamo lungo l'itinerario:
Vanità come fonte del male? Direi che il male emerge dal titolo del dipinto e ad una visione più attenta da quel brutto e simbolico serpentaccio che personalmente avrei omesso sconvolgendo però il senso dell'opera.
Una giovane e bellissima ragazza si spoglia; troppa è la voglia di immergersi in quelle fresche acque e le perdoniamo il gesto civettuolo di spostare quei splendidi capelli rossi per osservare meglio il proprio riflesso.
Ma dove ha tratto ispirazione il nostro per questo capolavoro?
Dalla marmitta di origine glaciale vecchia di più di diecimila anni, dove l'acqua è tutt'altro che limpida ma direi piuttosto stagnante; foglie e alghe hanno una perfetta distribuzione a spirale. Spirale aurea? No, serpentifera a quanto pare, e sarebbe interessante conoscere se così è stata la visione del Segantini di 118 anni fa!!
L'opera si presta comunque ad una profonda e accurata analisi che è possibile trovare nel sito di cui allego l'indirizzo internet: https://diarteedibellezza.wordpress.com/2014/10/13/un-commento-a-la-vanita-di-giovanni-segantini/
Giungiamo ora dove il percorso artistico - didattico ha la sua naturale origine, ossia all'atelier. Purtroppo non era visitabile; comunque a quanto si racconta l'artista non lo utilizzò molto nella realizzazione dei suoi dipinti. Ora è a disposizione per mostre temporanee.
Lì vicino doveva esserci una specie di bettola oggi non più esistente, frequentata dai pochi abitanti del posto; è stata inserita in alcuni dipinti di cui quello fondamentale è " La Morte " al museo di S.Moritz. Insieme a " La Vita " e " La Natura " costituisce un trittico che fu esposto a Parigi in occasione della Grande Esposizione Universale del 1900.
Museo di St. Moritz: La Vita, La Natura, La Morte
Al Maloja nonostante il cemento è ancora possibile concentrare lo sguardo su quei stessi prati in versione estiva: il lupino è in piena fioritura!
Non molto distante c'è il piccolo cimitero dove sono seppelliti l'artista e i suoi cari:
" Arte e Amore vincono il Tempo "
E' una bellissima frase ed è opportuno crederci, semplicemente per vivere meglio.
Lo stesso cimitero appare nel dipinto di chiara valenza simbolica: " Il dolore confortato dalla fede " :
E passiamo alla Chiesa Bianca che accolse le sue spoglie mortali; Segantini morì purtroppo in giovane età, a soli 41 anni:
|
|
Nonostante la nota triste, lì intorno alla chiesa, il prato è una letterale esplosione di colori, quella dei fiori; non per nulla fu ispirazione per la realizzazione di molte opere tra cui " Adamo ed Eva nel paradiso terrestre ". In paradiso a quanto si dice i fiori non mancano:
Un salto " Su in Maloja "...... ne valeva proprio la pena.
Museo di St. Moritz: "La Bellezza liberata dalla Materia" Opera dedicato a Segantini da Leonardo Bistolfi