L'ISOLA DEI MORTI
A mezz'ora di strada da Caupo si raggiunge il Montello(TV), una collina lunga una decina di chilometri alta al culmine 370 m. la cui forma ricorda quella di un fagiolo.
Il fiume sacro alla patria che diventò tale 100 anni orsono, lascia le Prealpi a Pederobba e svolta a Est cingendo la base del Montello che abbandona dopo Nervesa della Battaglia per poi perdersi nella foschia della pianura veneta.
Sono molti i motivi per una visita di questa zona: Nervesa con l'Ossario ai caduti e le molte memorie legate alla I Guerra Mondiale, il fiume Piave e l'Isola dei Morti con la sua oasi verde che ospita nel periodo primaverile delle incredibili fioriture di orchidee.
Il Montello è in parte coperto da boschi cedui di cerri, aceri, qualche castagno e molti sambuchi; vi sono numerosi vigneti e prati ma ad un'occhiata forse non troppo approfondita il sottobosco risulta molto povero di fiori almeno nella tarda primavera.
" Il Monte Grappa visto dal Montello "
Tanti sono invece i segni lasciati dagli aspri combattimenti che sono avvenuti in questi luoghi durante la battaglia di arresto del giugno 1918. Le truppe austroungariche riuscirono a superare il Piave presso Nervesa e raggiungere quasi Montebelluna; a costo di numerosi sacrifici e tanti morti, gli italiani riuscirono a fermarli e ricacciarli indietro. Nell'ottobre dello stesso anno saranno gli italiani a varcare il fiume, raggiungere Vittorio Veneto e battere gli Austriaci più per sfinimento che per altro.
Su ognuna delle tante " prese " che come lunghi archi rivestono la montagna troviamo tabelle, monumenti, memorie:
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Lungi da ricordare con nostalgia quei lontani tempi, un pensiero va dedicato alle migliaia di soldati che per la follia di pochi si massacrarono a vicenda. Questo è l'unico vero motivo per visitare questa zona: fare memoria, non dimenticare chi << ragazzo del 99 >> verrà sepellito in un ossario con 10000 altri fanti senza nome.
La prima presa ricorda il Barone Rosso nostrano il leggendario Francesco Baracca (1888-1918) qui caduto si pensa per mano di un cecchino:
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" Il monumento a Baracca "
A poca distanza c'è l'Ossario di Nervesa che custodisce i resti mortali di 30.000 caduti e ospita un piccolo museo:
" L'Ossario di Nervesa "
" Il Medagliere "
" Sull'argine del Piave "
" In postazione "
Scesi da Nervesa, dobbiamo raggiungere il Ponte della Priula per superare il grande fiume che in questa stagione complice la pioggia è ricco d'acqua e bellissimo da vedere:
" Zattera "
" La diga a Colfosco "
" Le rapide a Sud della diga "
" I conglomerati del Piave "
Risalendo verso Semonzo in località Falzè incontriamo un monumento che merita una sosta:
<< Come ebbe dire Paolo Rumiz sulla riva sinistra del Piave c'è un bronzo in onore dei " Caimani " una statua di arditi che volano quasi, ma senza slancio come sbattuti dal vento. Facce stravolte,
moribondi tenuti insieme dalla pura volontà. >>.
L'autore fu Giovanni Possamai di Solighetto che antifascista ebbe un vita tribolata e molti lavori distrutti:
" Note sull'artista "
Salendo a Moriago della Battaglia si devia verso sinistra e si raggiunge l'Isola dei Morti. Fu chiamata così perchè il fiume dopo la fine delle ostilità restitui decine di corpi di caduti e numerosi residui bellici.
Fu il corpo speciale degli arditi scendendo dal Montello a varcare il fiume e iniziare così l'offensiva italiana dell'autunno 1918; molti dei soldati qui ritratti non avrebbero mai raggiunto la sponda opposta:
" Gli Arditi "
" Isola dei Morti: Croce con cavallo di frisia, filo spinato e elemetto "
L'isola ospita ovviamente un memoriale, una chiesa, un parco della rimembranza ma anche un'oasi. Pare che madre natura sul sangue dei caduti abbia dato origine a quelle specie vegetali tra le più belle e ricercate dai fotografi naturalisti:
Parliamo di Orchidee e in particolare del genere Ofride fiori talmente specializzati che in alcuni casi solo un determinato insetto è in grado di garantirne l'impollinazione.
Aiutato dai cartelli cosparsi nei prati che hanno il principale scopo di evitare che tali rarità botaniche vengano calpestate, il 20 maggio ho potuto fotografare le seguenti specie:
Platanthera chlorantha |
Anacamptis pyramidalis |
Purtroppo un po' rovinate dalla pioggia o sfiorite ho trovato anche le seguenti:
Limodorum abortivum |
Neottia nidus-avis |
Stessa situazione per la Listera:
Listera ovata
Ed infine il pezzo forte che merita più di una foto:
Ophrys holosericea
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Questo incredibile fiore mi ricorda Gargantua il gigante obeso che mangiava di tutto; nell'ultima immagine compaiono la pancia, le braccine corte e il tricorno sopra la testolina. E' il bavaglino che permette di distinguerlo dalle altre specie simili. Mi ripropongo di tornare nell'oasi nella prossima primavera ..sono tante le specie che non ho potuto osservare direttamente sul campo.
Un ultimo salto sulla riva del fiume chiude questa interessante visita ai piedi del Montello:
Fiume Piave a Moriago della Battaglia