Siamo nel parco Nazionale d'Abruzzo ed esattamente al confine tra le province di Isernia a Sud-Est, dell'Aquila a Nord e di Frosinone a Ovest.
Dal paese di S.Vincenzo al Volturno, celebre per le rovine dell'abbazia benedettina distrutta purtroppo dai saraceni nell' 881, si sale verso Pizzone e si percorre la Val Fiorita. Dopo 20 tornanti e qualche sospiro si arriva nella piana delle Forme a circa 1400m di quota.
Qui nasce il Volturno il principale fiume dell'Italia meridionale sia per lunghezza che per portata. Sfocia nel Tirreno fra Gaeta e Napoli, a Castel Volturno che ne porta il nome. La zona da esso attraversata è famosa per le battaglie risorgimentali tra l'esercito garibaldino e quello borbonico che consegnarono infine il Regno delle due Sicilie ai piemontesi.
La Valle Fiorita parente appenninica di quella "Serena" è frequentata dalle volpi che razzolano tra i bidoni delle immondizie e personaggi alquanto strani che arrivano da queste parti dopo le 22 di sera, si inerpicano al buio con le sedie nel bosco, fanno merenda, un po' di chiasso accendendo lo stereo dell'auto dopo la mezzanotte e poi fortunatamente tornano a casa, cercando di non sbagliare i tornanti che li separano da Pizzone.
Al mattino si parte, di poco preceduti da due escursionisti laziali che preferiscono salire dalla parte molisana piuttosto che da quella laziale, perchè a quanto dicono da quella parte il numero di capi di bestiame è altissimo e disturba la fauna selvatica oltre agli escursionisti. Buon che l'allevamento funziona ancora anche se i pastori sono spesso stranieri.
Il sentiero si sviluppa inizialmente attraversa la faggeta e solo dopo un'ora di cammino si sbuca sui prati di alta quota:
Il Passo dei Monaci è giusto al centro della foto, a destra la Meta e a sinistra la lunga dorsale che porta alla Metuccia. Essendo il bosco di faggi molto fitto i primi fiori s'incontrano solo quando lo lasciamo alle nostre spalle.
Verbascum thapsus
Il Tasso barbasso(Verbascum thapsus ) è sicuramente il fiore più appariscente; caratterizzato da un fusto eretto che supera spesso il metro, ha foglie grandi, densamente lanuginose, e fiori gialli raccolti in lunga e grossa spiga. Una specie sicuramente più interessante è però la seguente:
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Geranium macrorrhizum
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera:
<< Il geranio odoroso è una pianta perenne erbacea appartenente alla famiglia delle Geraniaceae. Il nome deriva dal fatto che tra le specie rustiche di gerani è l'unica ad avere foglie intensamente profumate. Per questa loro proprietà le foglie sono usate in cucina tagliate a striscioline per profumare insalate, gelatine, budini di frutta e bibite analcoliche. Il geranio odoroso è presente nei pascoli alpini e subalpini dei Balcani, dei Carpazi sud- orientali, delle Alpi e degli Appennini, tra i 500 e i 2000 m s.l.m. In Italia è una specie rara. Cresce in terreni alcalini ricchi di carbonato di calcio, tra rupi e macereti. >>
Conoscevo il Geranio silvano (nome scientifico Geranium sylvaticum) il Geranio stellato (nome scientifico Geranium phaeum) tipico delle prealpi, ebbene c'è anche questo...naturae mirabilibus!!!
Veronica orsiniana
Quella sopra invece è una delle tante specie di Veronica: Veronica orsiniana di un bel azzurro, questa varietà ha sommità ricche di fiori e la sua distribuzione in Italia è tipicamente Appenninica. La troviamo infatti nelle seguenti regioni: Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata con presenza dubbia in Calabria.
Esemplari molto grandi e appariscenti sono gli incredibili cespugli di Ramno alpinum (Rhamnus alpina). Assomiglia alla testa della medusa ed è allo stesso modo davvero inquietante. In Alto Adige esiste il congenere Ramno spaccasassi che non supera i 25 - 30 cm e cresce nelle fessure delle rocce.
Rhamnus alpina
Quello che segue è un fiore molto interessante: il Lino Giallo (Lino Capitatum). Anche in questo caso come per il Geranio, ha numerosi parenti: il malvino, il julicum e il tenuifolium e si passa dal color rosa, all'azzurro ed infine al bianco. Non poteva ovviamente mancare il giallo!!!
Linum capitatum
Salendo in quota troviamo una bella specie già vista sugli Appennini: la Viola Eugenia.
Gli esemplari del Monte Vettore (http://www.riccardodivalerio.eu/sui_monti_della_sibilla.htm) erano forse più grandi, ma non sono male neppure questi. Esiste in due varietà, quella azzurro-viola e quella gialla:
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Viola eugeniae
Tra le Crucifere caratterizzate da fiori simmetrici e solitamente composti da 4 petali si può osservare l'Erysimum majellense:
Erysimum majellense
Anche quella che segue è una nuova specie per il mio album personale: Edraianthus graminifolius (L.), una bella campanula dal comportamento strisciante di solito abbarbicata tra i sassi:
Edraianthus graminifolius
Ma sulle Mainarde non ci sono solo i fiori ma anche gli ungulati; è il caso del camoscio d'Abruzzo:
.... ma anche del cervo a portata purtroppo del binocolo, piuttosto che dello zoom della Canon G11.
Dopo 3 ore di cammino fotografie permettendo siamo finalmente giunti al Passo dei Monaci ai piedi della Meta:
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Il lato Est della Val Pagana è caratterizzato da pendii dolci e erbosi:
A Ovest invece c'è il crinale che porta alla Metuccia che è piuttosto dirupato:
Dalla sommità osservavo i camosci seduto sull'Astralogo Semprevirens un fiore munito di spine piuttosto fastidiose:
Astragalus sempervirens
Concludiamo con l'immagine del Galium majellense specie questa endemica dell'Appennino:
Galium majellense
Mainarde, luglio 2013.....una bella scoperta!
PS Si ringrazia il responsabile del Giardino Botanico di Capracotta (http://www.giardinocapracotta.unimol.it/) dott. Giovanni Pelino per le preziose indicazioni riguardo alle specie fotografate.
Invito gli eventuali lettori di queste pagine a visitare quel Giardino Botanico, uno dei meglio organizzati e gestiti tra i tanti che ho potuto visitare.