VAL VISDENDE

 

 

 

 

 

Superato S.Pietro di Cadore lungo la strada regionale 335 e attraversato il ponte sul Piave si sale per la Val Visdende. Dopo alcuni ripidi tornanti la valle inizialmente stretta in una forra, si apre allo sguardo e compaiono i prati e le piccole frazioni denominate localmente borghi.

 

 

La montagna che attira lo sguardo è sicuramente il Peralba (m.2697) ai cui piedi nasce in una valle attigua il fiume sacro alla patria.....divisa!!!

Infatti le sorgenti del Piave appartengono al comune di Sappada che con referendum popolare è passato al Friuli....ma il Veneto rivendica a sè la sorgente e come al solito in questo paese balengo non si capisce più nulla. Direi comunque che vista la globalizzazione non interessa a nessuno la disputa tra le due regioni per accapparrarsi il diritto di proprietà sulle acque sacre e sante a meno che non si parli .....de schei visto che il Friuli è regione autonoma e forse gestisce autonomamente le tasse dei contribuenti.

 

 

Anche la Val Visdende come tutte le regioni del Nord - Est ha subito le gravi distruzioni dei boschi del 28 ottobre 2018. Il prezzo del legname è sceso precipitosamente vista l'offerta e qui nel Cadore dove le segherie sono scomparse da 50 anni dopo l'alluvione del 66 e nessuno ha fatto incetta di tavolame che una volta stagionato poteva garantire un guadagno maggiore. Sti veneti dagli occhiali d'oro, i ga vist poco come sempre specie per quel che riguarda l'ambiente!

 

 

Costruzione tipica in blockhaus

 

Il M.te Peralba (m.2697)

 

A detta del gestore della malga Dignas gli alberi locali nulla hanno da invidiare a quelli di Paneveggio e Carezza. Difatti nel parco verso Costa d'Antola alcune piante dritte come i pali di una nave svettano verso il cielo per oltre cinquanta metri di altezza. I diametri delle più grandi superano di gran lunga il mezzo metro.

 

Il bosco degli alberi monumentali

 

 

Seguendo la Val Dignas lasciata la macchina in parcheggio dopo circa un'ora di cammino si raggiunge la malga omonima a quota 1686 m. Scopriamo che in caso di pernottamento è possibile percorrere la forestale con la propria auto per cui dopo una breve sosta ho fatto dietrofront per recuperare l'auto con armi e bagagli.

Una notte in malga può essere interessante anche se la cameretta è davvero stretta e si fa fatica a percorrere il perimetro del letto. Meglio va col bagno moderno e con l'acqua calda, Buona la cena dove abbiamo assaggiato i primi finferli di stagione.

 

Il percorso verso Forcella Dignas

 

L'indomani alle ore 8.00 siamo in cammino; primo obiettivo è raggiungere il confine di Stato per esportare i capitali, il secondo raggiungere la malga Campobon lungo il percorso detto appunto delle malghe, un anello circolare di circa 30 km posto a ridosso del confine. Quella forestale in terra battuta sarebbe ideale per la MTB meglio ancora per la Ebike che a piedi spettano all'escursionista otto ore di cammino con bollitura di piedi garantita!!!

 

 

Tra Palombino (Porze) e Croda Negra (Barenbadegg)

 

In agosto le fioriture sono già un ricordo...

 

Camedrio alpino (Dryas octopetala): i frutti o acheni

 

Sassifraga autunnale (Saxifraga aizoides)

 

 

 

                                         Erba di S.Antonio (Epilobium angustifolium)                                                                         Sparviere a foglie abbraccianti (Hieracium amplexicaule L.)

 

 

La strada militare che porta al confine Italo- Austriaco

 

Documentandomi sull'ottimo sito di https://www.actaplantarum.org/ ho scoperto che il semprevivo di Wulfen è il fratello - cugino del Grandiflorum dello stesso colore ma endemico delle Alpi Occidentali:

 

Semprevivo di Wulfen (Sempervivum wulfeni)

 

 

 

Sassifraga delle rocce (Saxifraga paniculata)

 

 

 Parnassia palustre (parnassia palustris)                                                                                                      Genziana aspera (gentiana aspera)

 

Siamo a ridosso della Forcella Dignas (m.2094) dove compaiono i ruderi delle casematte un tempo occupate dai finanzieri o comunque dai militari che vegliavano sui  sacri confini della patria. Tempi passati, alquanto remoti almeno da queste parti....mentre confini ben più labili sono oggetto di quotidiana polemica.

 

Le casematte lungo la linea di confine

 

 

 

Chi del Battaglione Val Cismon veniva spedito quassù tra il vento e il gelo degli inverni di una volta? Ai miei tempi parlo di quelli dove la naia era obbligatoria ai confini o meglio al confino, mandavano i cosidetti puniti.....ma forse se ne stavano in pace ben lontani da qualche graduato alcolizzato.....

 

 

 

Panorama dalla Forcella Dignas (m.2094)

 

 

Sullo sfondo il paese di Obertillach nella valle di Gail (Austria)

 

 

Degno di nota per la sua mole appuntita è il M.te Cavallino raggiungibile da Sega Digon nel Comelico Superiore. Le altre cime sono in territorio austriaco.

 

A sinistra il M.te Cavallino (m.2689)

 

 

 

Il Grossglockner, il Grande Campanaro è distinguibile per il ghiacciao ai suoi piedi; dista in linea d'aria una sessantina di chilometri.

 

Il Grossglockner (m3798)

 

Dopo una pericolosa discesa fuori sentiero che era meglio evitare, sono salito verso Casera Campobon (m.1941) chiusa a doppia mandata alchè uno si domanda dove sono finite le vacche e i gestori della malga in pieno periodo turistico. Bah....

Le Crode di Longerin come una magica apparizione sono a mio avviso l'emblema delle Dolomiti...sembrano spuntare direttamente dai prati verdeggianti.

 

Le Crode di Longerin

 

Il Peralba appare all'estremità opposta e costituisce un richiamo irresistibile per lo sguardo....e l'escursionista.

 

Il M.te Peralba (m.2697)

 

 

Panoramica

 

 

Appuntamento con le sorgenti del Piave ed il M.te Peralba.

 

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