AL PASSO DELLO STELVIO
( IN EBIKE )
A fine agosto 2021 in compagnia dei Telecomici ho deciso di cimentarmi con il più classico dei percorsi del ciclismo: il Passo dello Stelvio, la Cima Coppi di tanti giri d'Italia.
Pur di veneranda età non ero mai stato lassù e dunque prima del trapasso..... Però a dirla tutta mi manca anche il Rombo mentre il Giovo è stato conquistato postumo ma da vivo nel 2022 sempre con l'allegra compagnia teatrale.
Mappa del percorso
Dal paese di Prato allo Stelvio (m.899) per raggiungere il famoso passo alpino bisogna percorrere circa 30 km. A tavolino avevamo deciso di compiere un giro completo passando per la Svizzera dove la banda, aveva già da tempo depositato un numero ingente di dobloni per fregare lo stato taliasko che ingerisce troppo sui capitali.
In effetti i tre giovanotti avevano strani giubbotti di protezione... spessi per il freddo, dicevano loro....anche i tascapane sulle biciclette erano sospetti.
Sta difatto che la batteria del capo banda è scoppiata e due di loro giunti a Trafoi hanno fatto marcia o meglio discesa all'indietro rinunciando al colpo mancino rinviato purtroppo a data più propizia.
Prato allo Stelvio
Lungo la via
Lungo la via sono rimasto in << standby >> un paio di volte, poi ho salutato i compagni che su al passo mi attendeva lo studente modello Rinaldi di Informatica & Giurisprudenza una nuova disciplina nata per attrarre sessualmente i giovani inconsapevoli. L'appuntamento era per le ore 12.00; lui saliva da Bormio mentre il ciclista dal versante sudtirolese. Volevo arrivare puntuale al secondo anche perchè ho sempre fatto il culo agli studenti ritardatari: " Prego signori accomodatevi dal vice preside....entrate alla prossima ora ".
L' elettric biker Giordà dato per disperso come da foto
Qui siamo prima di Trafoi dove il resto della compagine ha dato forfè; il Giordà che è uno scalatore puro ha già una decina di minuti di ritardo sui compagni di sventura. Lui sale a motore spento o in modalità Eco .....alias una rottura di palle per chi come il sottoscritto usa il programma Tour che fornisce una maggiore potenza al motore.
Se uno viaggia a 8km/h e l'altro facciamo a 12 il distacco è di 4km in un'ora, 2km in mezz'ora e 1km in 15 minuti. Il conto può proseguire ma è sicuro che dopo un po' l'ingegnere lo perdi per strada... e non lo vedi più come accadeva a Girardengo..... grande campione nessuno ti segue su quello stradone....vai Girardengo non si vede più Sante è dietro quella curva è sempre più distante.....
Ovviamente qui di Girardenghi non c'è traccia ma l'acquisto della Ebike ha significato evitare l'eccessiva fatica senza per questo pedalare... Tour ritengo sia il compromesso giusto tra consumo, prestazioni e fatica del ciclista.
Il sopravvissuto di cui sopra proseguirà in solitaria il giro e giungerà al giogo alle ore 14.00 ossia due ore dopo lo scrivente.... lo cercavano con l'elicottero e i san bernardi col fiasco della grappa al collo.
L'ingresso di Trafoi (m.1570)
Trafoi (m.1570)
Nella foto che segue ho superato da poco il 35° tornante che non mi è chiaro come questi vengano segnati....si presume dall'alto verso il basso. Il bosco si sta diradando e la quota è di circa 1800 m.
Quota 1800 m.
Ruotando lo sguardo verso sinistra si vede l'Ortler (m.3905) la massima elevazione della provincia di Bolzano. Il ghiacciaio è quello che è ....in massimo ritiro come tutti quelli al mondo ma non preoccupiamoci troppo e continuiamo a produrre armi con buona pace del papa e degli uomini di buona volontà che così risolviamo i problemi dell'umanità e del pianeta.
Un anno dopo, nel 22 a Sharm el-Sheikh i grandi, i medi e i piccoli del pianeta preoccupati un tantino dei cambiamenti climatici prenderanno il sole che il luogo chissà perchè puzza d'immondizia e suona di stonato. Sarà la bassa stagione che però lì non è mai bassa vista la latitudine ma lo fanno regolarmente quasi ogni anno; alla COP ricevono forse in omaggio il famoso detersivo; il popolo bue deve mantenere tutti questi imboscati che dei cambiamenti climatici se ne fottono assai dato che pigliano lauti stipendi. Si trovano tutti piacevolmente insieme qualche volta a Davos per la settimana bianca in neve artificiale e qualche volta a Bali rischiando uno tsunami.
Hanno stanziato miliardi per le armi in Ucraina che pure il Pentagono ha qualche perplessità sul traffico di cannoni e droni con bombe a grappolo....in autostrada sull' asse del Brennero ho superato 50 camion targati PL che se uno scopre il telone chissà quale sorpresa!
Ovviamente i " grandi " non vogliono stanziare un cazzo per l'Africa che è responsabile forse del 5% dei cambiamenti climatici ma che insieme al Polo Nord abitato dagli orsi polari e dalle volpi artiche ne subisce i più gravi effetti. Senza contare una popolazione il cui numero è fuori controllo e che obbliga quei popoli alla fuga: da quel continente arriva in Italia la maggior parte degli emigranti ambientali che rischiano la pelle per attraversare prima il Sahara e se va bene, dopo, il Mediterraneo.
Siamo alla farsa tra Francia e Italia che giocano allo scarica barile....gli altri europei tengono il profilo basso e si guardano bene da assumersi le reponsabilità riguardo alla ricollocazione dei poveracci nei loro stati.
Che dire? Europa? Soluzioni? Nulla di nuovo sul fronte sud - occidentale.
Verso l'Ortler
Ma torniamo a noi....le vacche placide e inconsapevoli, fortunate loro, pascolano vicino al Franzenshohe a quota 2188 m.
Il Berghotel Franzenshohe (m.2188)
Ora il percorso si fa davvero interessante perchè si osservano i tornanti che il solito cronista retore del Giro d'Italia dice siano infiniti...
Ore 11.21
Ore 11.35
Ore 11.53
E' fatta e Rinaldi dal colorito pallido, caratteristico di chi vive solo di prudenza e poco di montagna, attende impassibile al traguardo osservando la radiosveglia da polso regalatagli dal padre che poco più in sù cronometra gli sciatori sull'unica pista di neve sciolta sopra i 3000 metri di quota.
Panorama dal Passo dello Stelvio
Guardando la fotografia sopra non si può rimanere indifferenti allo spettacolo di quella strada che a zig scende dalla montagna fino giù in fondo al canalone.
Al passo se non sbaglio c'è un piccolo museo dedicato proprio a questa strada che è stata costruita ben 200 anni orsono, nel 1825 per volere dell'imperatore d'Austria Francesco I. Allora governava sul Lombardo-Veneto e pensò ad un collegamento stabile tra la Venosta e la Valtellina.
Difatto la strada era percorribile tutto l'anno perchè la manodopera non mancava ed un esercito di spalatori si preoccupava di tenerla pulita e transitabile per le carrozze trainate dai cavalli. Scopro leggendo sul web che vi sono 48 tornanti sul lato atesino ma altri 41 su quello di Bormio. Quel collegamento non lo conosco e chissà se in una futura estate....
L' Ortler e le vette circostanti dal Passo dello Stelvio
Dopo aver atteso che il profugo ritardatario arrivasse e si rifocillasse adeguatamente, intorno alle 14.30 abbiamo salutato lo studente e inforcato nuovamente la Ebike: obiettivo il Passo Umbrail o Giogo di S.ta Maria in territorio svizzero, la discesa fino a Monastero, il rientro in Italia a Tubre per proseguire poi per Glorenza e Prato chiudendo così la botte e il cerchio.
Gli svizzeri al solito stavano a guardare i contendenti alias i magnacrauti e i spaghetti fressen....i vicini scomodi, imbecilli e nazionalisti!
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Passo Umbrail (m.2503)
Diciamo che l'ambiente e il tratto svizzero non sono così " grandiosi " come quelli in territorio italiano dove le vette e i tornanti danno davvero spettacolo. Il cielo poi si è rannuvolato e ci siamo limitati a scattare qualche foto. Di seguito si vede dall'alto il passo del Forno che collega la Val Monastero con l'Engadina settentrionale.
Quel passo l'ho attraversato un paio di volte, la prima nel 1980 nell'epica e giovanile spedizione in terra francese, poi altre volte, in camper ma anche in auto per raggiungere Livigno attraverso il tunnel del Lago del Gallo che non si chiama più così e comprare la seconda macchina fotografica con brivido incluso causa l'esistenza della famosa dogana.
Niente da dichiarare? Il tutto era abbastanza ridicolo a pensarci bene ma da giovani i schey mancano e le spedizioni oltre i confini dell'IVA si facevano allegramente pensando ai favolosi risparmi che tali proprio non erano. Ad allegrare la comitiva c'erano i gustosi pizzoccheri piatto tipico della Valtellina.
Il Passo del Forno (m.2149) nell' alta Val Monastero
Santa Maria Val Musteir
Un luogo sicuramente più interessante sotto il profilo storico è il paese di Monastero il cui nome presumo derivi dal monastero medioevale di San Giovanni. Questa costruzione di epoca carolingia risale all'800 e coevi sono i cicli affrescati sulle pareti della chiesa; scoperti negli anni 50 sotto l'intonaco, ritraggono scene del vecchio testamento.
Anche in questo caso l'ora tarda e la distanza da Prato e sopratutto da Bolzano con il traffico proibitivo della Venosta, ci ha fatto desistere dalla visita. Diciamo che qui come a Bormio bisogna utilizzare l'auto magari con la bici appresso per qualche escursione tra i gioghi e i passi.
Il monastero benedettino di San Giovanni a Mustair
L'Ebiker a San Giovanni immortalato dal Giordà
Ultimo sforzo, in buona parte in discesa per raggiungere con punte di 70 km/h Tubre, varcare il confine senza carta di dindirindà sperando nell'assenza del palettaro e con qualche ultima salita raggiungere Prato allo Stelvio dopo 64,4 km.
Cosa fare con un residuo di batteria pari al 40%? Caricare la bike sulla macchina e tornare a casa soddisfatti. Peccato per quelli della banda che hanno dovuto rinunciare a questo giro spettacolare. Nel 2022 non è stato possibile riproporlo a causa del maltempo...nevicava ad agosto!
Attendere che chiudano le strade al traffico automobilistico è spesso poco propizio. Nel 21 siamo partiti punto e basta, mandando più di qualche accidente a quei dementi di motociclisti che poveracci devono pur divertirsi anche loro a bordo delle rombanti, costose e pericolose due ruote a motore. Dio protegga il ciclista!