2009 PIEMONTE 2009

(ALPE MARITTIME 1a PUNTATA)

 

 

Ogni tanto mi capita di dare un'occhiata alle fotografie scattate in passato ( il passaggio al digitale ha sicuramente questo di positivo ) e tra le varie cartelle ho sfogliato quella relativa alle vacanze del 2009, cartella divisa tra gli scatti della compatta CanonS70 defunta e scomparsa per una improbabile riparazione in quel di Milano e quelli dell'ammiraglia NikonD200 ancora funzionante ma poco operativa a causa del peso e dell'ingombro. Sta di fatto che grazie alle foto che riportano la data di scatto e a qualche ricerca in Internet sono riuscito a ricostruire le tappe di quel viaggio del luglio 2009.

Un'occhiata ai file e mi sono posto la domando del perché non abbia pubblicato nulla in merito alle Alpi Marittime piemontesi, ad eccezione della salita in MTB al Colle di Tenda e ad un reportage in BN su Saluzzo. Mah...si vede che ero troppo operativo.....

Punto di riferimento per le gite della prima settimana di vacanze è stato Borgo San Dalmazzo non perché ci sia stato, ma perché da lì partono tutte le strade che permettono di visitare il circondario con brevi spostamenti in macchina.

 

 

Mappa

 

Cinque delle sei tappe hanno come obiettivo le Alpi Marittime poste a Sud mentre una, quella verso NO permette di raggiungere il magnifico santuario di San Magno e le montagne che lo circondano.

A Chiusa di Pesio e parliamo dunque del primo itinerario, abbiamo avuto un assaggio di quello che fu e in parte è ancora, il mondo rurale di questa parte del Piemonte. Come scritto altrove, il fotografo Michele Pellegrino  la cui scheda è reperibile nelle pagine dedicate ai maestri della fotografia, ha eseguito delle immagini piene di fascino di quei luoghi che sono stati toccati dalla modernità solo in parte a differenza di quello che è accaduto in A.A. dove a causa di un turismo invadente sembra di essere nella nuova Disneyland protetta dall'Unesco a meno che, non si evitino il luoghi troppo celebrati e quindi sovraffollati.

 

 

 

 

 

E allora immergiamoci nel mondo monastico e visitiamo la Certosa di Pesio ubicata pochi chilometri più a Sud della Chiusa:

 

La Certosa in una antica stampa

 

Notevolmente ridimensionata, ha cambiato destinazione più volte e a fine Ottocento ospitava uno stabilimento idroterapico moda questa che coinvolse tutte le Alpi e non solo. L'acqua d'altra parte era a portata di tutti cosa non ovvia nel mondo a venire dove la priorità è ammazzarsi reciprocamente.

 

La Certosa di Pesio

 

 

 

Affresco nella chiesa della Certosa

 

 

Il lungo chiostro

 

 

Dalla Certosa è possibile intraprendere un cammino a bassa quota che tocca i borghi che dominano la valle; è chiamato " la Via delle Borgate ".

 

 

 

 

 

L'ambiente naturale è ancora integro (2009) e alcuni edifici conservano le piode, ossia le caratteristiche pietre di copertura dei tetti. Molti sono però in stato di abbandono.

Ma veniamo ora alla prima gita diciamo impegnativa, quella al Rif. Garelli ai piedi del Marguaereis:

 

 

Mappa del percorso

 

Si parcheggia a Pian delle Gorre a quota 1000m e il primo incontro è quello con il "Salto " una magnifica cascata:

 

 

La vegetazione è splendida e la fioritura abbondante come abbiamo potuto constatare allora.

 

 

 

Maggiociondolo

Rododendro ferrugineo

 

Si esce dal bosco e incominciano i fiori dei pascoli e delle rocce:

 

Il Gruppo del Marguaereis

 

Trifoglio alpino

Semprevivo dei monti

 

Si raggiunge infine il nuovo e moderno nonché ecologico Rif Garelli a quota 1970 metri:

 

Il Rif. Garelli (m.1970)

 

La gita può proseguire fino al lago poco distante dove la neve è ancora presente:

 

Lago del Marguareis

 

 

Come si può notare la vegetazione non perde tempo...che in montagna la stagione è breve.

Nella testata della valle ci sono ben due stazioni botaniche data la ricchezza delle specie che si possono osservare:

 

Ranuncolo alpestre

Primula latifoglia

 

Di ranuncolacee ce ne sono 600 specie diverse, numerose quelle a fiore bianco; di primulacee forse meno, ma la classificazione esatta risulta sempre problematica che madre natura è talmente prolifica che nello stesso posto possono esistere fiori apparentemente simili ma che di fatto non lo sono. Da qui le numerose sottospecie.

 

Globularia

Cerastio

 

 

Camedrio alpino

Scilla bifoglia

 

Tempo instabile quello degli inizi di luglio del 2009 con qualche nuvola che s'infiltra nella valle. Non parliamo però di quello di oggi ossia di 15 anni dopo....indefinibile! Il Climate Change è sotto l'occhio distratto di tutti.

 

 

Non mancano delle belle formazioni carsiche che rivelano la natura calcarea di queste montagne:

 

 

Chiudo qui questo reportage che risale al 7 luglio 2009. Nel prossimo tratterò il percorso che conduce al passo della Mena da Palanfrè e quello del Rif.Soria Elena. L'intermezzo ossia quello in MTB al Colle di Tenda è già disponibile sul web.

 

La mappa di Koomot

 

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