DA COMPOSTELA A CAUPO
VIA REDEBUS
Anni fa quando le forze erano ben superiori alle attuali, percorsi in compagnia di amici la stessa via: da Santiago di Laives a Caupo passando attraverso il P.so Redebus che collega l'altipiano di Pinè con la Valle dei Mocheni.
Allora eravamo in quattro a bordo di semplici mtb a pedali. Al seguito c'era il carrrozzone di Oskar, il defender dove era possibile sistemare i bagagli e all'occorrenza anche le bici. Mi alternai alla guida del mezzo per dar modo anche al Patauno di compiere l'impresa.....almeno in discesa!
160 km di strada mista erano però fuori della portata dei ciclisti anche di allora per cui decidemmo di dividere il percorso in due e fare una sosta appena aldilà del Redebus a S.Orsola in Val dei Mocheni in un B&B che ci organizzò pure la cena a base di spezzatino.
Questa volta il percorso lo affronto da solo che le strade anche quelle dell'amicizia spesso divergono. E il mezzo è la nuova Ebike Cube con batteria da 625Wh perchè superati i 60 sia di anni che di chilometri non è più il caso di strafare....lasciamo le salite allo Scarabix che tra un po' dovrà convertirsi anche lui alle pedalate assistite che di Dorian Gray eternamente giovani in giro se ne vedono pochi.
Pronti......Via!
Causa maltempo la pedalata è stata rinviata di un paio di giorni ma finalmente giovedì 18 giugno alle ore 8.06 partii da S.Giacomo.
Zaino in spalla che con il carica-batteria al seguito e il vestiario non era sicuramente leggero....soffro ancora il mal di schiena, un po' meno quello al posteriore.
Ore 9.00 sono a Montagna raggiunta seguendo la strada asfaltata, poi mi inoltro sul sentiero della << vecia ferrovia >> che percorrerò sino alla riserva del Brozin sopra Predaia nel comune di Molina.
....dove la ciclabile spiana...
Pausa Hof
Ore 10.20 raggiungo il P.so S.Lugano a m.1097 di quota. Uno sguardo al KIOX e capisco che le salite non piacciono alla batteria: ho consumato un 35% di energia disponibile pur utilizzando le funzioni ECO e TOUR che forniscono meno potenza al motore. Una sosta a Predaia dai Ciottoli&C per una breve ricarica è consigliabile.
P.so San Lugano (m.1097)
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La Riserva del Brozin
Come al solito a casa dei parenti stretti sempre in dieta, manca sempre qualcosa...l'ospite era atteso ma a parte el salame mancava el pan, el formai e pure il vin!
In compenso ghe do cani e do gatti questi ultimi commestibili solo in tempo de guera!
Alle 12.15 con batteria carica al 75% riprendo la via lungo la provinciale N.71 sinistra Avisio che abbandono a Sover (m.854) per salire verso l'altipiano seguendo la SP N.83.
SP 83 con Grauno sullo sfondo
Ricordo che quivi il Patauno abbandonò la mtb e si mise in sella al Defender che effettivamente il tratto in questione fino a Brusago (m.1104) è in alcuni punti abbastanza impegnativo.
Brusago- Altopiano di Pinè (m.1104)
Ivi prima dell'ultima rampa che mi condurrà sul Redebus, faccio una sosta al lago delle Buse....nome ricorrente in zona Lagorai:
La rana del lago delle Buse
Il gufo del lago delle Buse
Alle ore 14.00 e dunque dopo 6 ore di cammino comprese le soste, inforco la Cube. A Bedollo svolta ad U per prendere la SP N.224 che conduce a Regnana, Pitoi e al passo. E a Pitoi sono esattamente 70km fatti per 3.42 ore di pedalata effettiva. Occhio la batteria è scesa al 43%.
....Pitoi a metà del cammino
Ecco il Redebus con la costruzione moderna del piccolo museo dell'attività mineraria risalente al 1500 a.C.
La calcopirite CuFeS2 è il minerale più abbondante contenente rame presente in una percentuale pari al 34%.
La prima operazione dei metallurghi dell'epoca era quella di arrostimento che con temperature comprese tra 500 – 700 °C, permetteva di liberare lo zolfo sotto forma di anidride solforosa assai salutare per le vie respiratorie.
A temperature più elevate ossia nei forni fusori con l'uso del mantice era possibile separare almeno in parte il ferro dal rame. Il processo non fu certo semplice ma a quanto pare i precursori della rivoluzione industriale erano assai cocciuti e s'impadronirono alla fine delle tecniche per ottenere del buon rame quasi puro duttile e malleabile.
Mi reputo fortunato ad aver trovato una << rosta >>, in pratica il resto di fusione comprendente roccia e ferro tra le radici scoperchiate degli abeti travolti dalla tempesta di Vaia. Pare che nei dintorni ve ne siano migliaia di tonnellate.
Il museo all'aperto con i forni fusori dell'età del rame
E poco più in la il REDEBUS l'agognata metà! Una volta c'era un ristorante ora non c'è nulla. Girovagando per monti e valli si scopre che l'attività dei rifugi, ristoranti ed alberghi è quasi scomparsa, specie fuori dell'Alto Adige. Brutto segno per l'economia della montagna.
Redebus: 18/06/2020 ore 14.45
Sei anni prima:
Redebus: 10/08/2014 ore 16.30
Da qui in poi è quasi sempre discesa, si può dire fino a Grigno per cui la batteria oramai al 30% è rimasta in OFF fino a Novaledo dove ho potuto ricaricarla per circa un'ora.
Lungo la Val dei Mocheni
Il castello di Pergine
Il lago di Levico
Con la vista annebbiata come si evince dalla foto e la schiena dolorante ho fatto finalmente sosta al Bici Grill di Novaledo nuova e attrezzata area di sosta per biker.
Al Bici Grill di Novaledo in Valsugana (ore 16.15)
Il tempo volge al peggio e intorno alle 17.00 un minuto dopo aver ripreso la via, arriva l'acqua a catinelle. Mi fermo a Borgo Valsugana abbastanza intirizzito e mi bevo un tè senza mascherina che pare sia consentito dalla legge.
Poi di nuovo sulla via, dove prima di Grigno compare un bellissimo doppio arcobaleno:
Ciclabile della Valsugana a Grigno
Alle mie spalle verso Ospedaletto una bella luce illumina la valle:
La ciclabile in direzione Nord (ore 18.54)
Mumble se a Sud c'è l'arcobaleno gatta ci cova....infatti a Tezze altra acqua a brente che il Brenta è lì affianco. Vista l'ora temo di dover accendere i fari. Poi ho pure le visioni:
Dove vò alle ore 19.30 ?
Forza e coraggio le Scalette di Primolano tutte fiorite mi attendono:
La Tagliata alla Scala di Primolano
Superata d'impeto Fasto mi aspetta Arsiè e il lago del Corlo:
Il Lago del Corlo
Supero finalmente il 46° parallelo sulla Fenadora; devo abbreviare il percorso che la batteria è in rosso al 18% e quindi prendo la superstrada!
46° parallelo ore 20.18
A Caupo arrivo alle 20.30 e mi suonano le campane ma mi suona anche il resto da basso; sparo la batteria a canna che quella salita assurda al 20% di San Vito e Modesto non voglio proprio sentirla. Arrivo abbastanza vivo alla Guizza con un 12% di batteria residuo.
La foto che segue l'ho fatta il giorno successivo che dopo una mezza giornata a spasso e 7,5 ore di pedali con due docce gratuite al seguito, non era proprio il caso di trovare la giusta inquadratura.
La Cube bella e pulita...il giorno dopo
CONSIDERAZIONI:
Nel viaggio di ritorno via Caldonazzo-Bosentino-Villazzano-Povo-Trento sono arrivato al Bici Grill di Faedo poco a Nord di San Michele all'Adige con un residuo di batteria pari al 53% .
Dunque avrei potuto raggiungere casa senza dover ricaricare.
Ma rimembriamo per un attimo i tempi antichi, quelli dell'università. Casualmente imboccando una delle tante trasversali di Villazzano sono passato davanti alla casa degli Schmid:
Casa Luciano&Liliana Schmid
Ho suonato il campanello e ha risposto la Liliana che dunque è ancora viva. Complice l'età e il Covid non ha voluto aprire che l'avrei salutata volentieri.
Qui hanno pernottato sia il Farina che il Rocca e ovviamente il sottoscritto dal 1979 al 1982. Tempi memorabili!
Già che ci siamo facciamo un salto a Povo:
L'ingresso dell' Universita di Scienze
Qui ho litigato con il custode come è mia consuetidine. Sto caz de Covid che ora è diventato un' ossessione psichiatrica condiziona anche il fotografo nostalgico.
<< Faccia due foto e si tolga dai piedi mi intima il buttafuori >>
Dipartimento di Fisica e aule Mariotto&C
Ecco il corridoio dei mesi luminosi; in quello di Fontana c'è Flavio che scrive lettere di protesta a papa Bergoglio perchè non può andare in pensione.
Nell'entrata dell'Università il buon ricercatore ha allestito una vetrina con i poveri resti del monocromatore con cui più di uno studente sudò per trovare lo Spettro Gost causa di incubi e notti insonni all'azoto liquido.
LASER: LIGHT AMPLIFICATION STIMULATED EMISSION RADIATION
Ma prima che il custode mi prenda a calci riprendiamo la strada.
Il problema di quel percorso è l'attraversamento di Trento Nord che definisco come il più gran cesso di periferia del Trentino Alto Adige pensato solo per auto e camion!
La ciclabile non era accessibile, le deviazioni non segnate e mi sono ritrovato a Spini di Gardolo dove ho attraversato lo stradone a doppia corsia e mi sono piazzato sul marciapiede stretto fino a Lavis.
Poi col cavolo che sono tornato verso il fiume Adige come suggerito dalle indicazioni; ho proseguito lungo la nazionale fino a Nave San Felice dove il fiume passa di lì.
Finalmente la ciclabile...ma sorpresa da Laghetti a Egna nuova interruzione.....fanculo!!
A Vadena birra di rito che a casa probabilmente non ci sta e sono a secco!
Il percorso in questo caso è stato di 140 km con 6 ore di pedali sulle 9 ore totali di viaggio.
Riassumendo anche con la ebike la lunghezza dei tratti percorsi deve essere inferiore ai 100 km; per lunghezze maggiori si riscontrano di solito sia problemi di carica della batteria specie in presenza di dislivelli sensibili che problemi.........................fisici che con la Fisica poco hanno a che fare!
Ah dimenticavo..il motore aiuta ma se non pedali non vai avanti!