FOTOGRAFIAFINEART

 

 

                                          16 - 27 NOVEMBRE 2013

 

                                                                                                                           

 

 

 

 

 

L’astrattismo pittorico nell’immagine fotografica


Tredici autori interpretano, tramite le loro opere fotografiche esposte alla Piccola Galleria di Bolzano, un concetto ampio, complesso e sempre molto amato anche nella contemporaneità, come quello dell’astrattismo, che affonda le sue radici storiche nella pittura del primo Novecento. Se è vero che la fotografia è per eccellenza arte della realtà, è altrettanto vero che con il perfezionarsi del digitale, con le possibilità di utilizzo pressoché infinito della chambre claire, si è riaperto un mondo e l’occhio riscopre uno sguardo arricchito dalle elaborazioni dell’artificio sensoriale. Quasi “una nuova forma di allucinazione: falsa a livello di percezione, vera a livello del tempo” come osserva Roland Barthes. Così le immagini esposte in mostra creano una vera e propria avventura per lo spettatore, attratto da forme e colori spesso di forte impatto, discoste da una realtà leggibile e riconoscibile, ma quasi mai completamente avulse da essa: dei bottoni, una roccia, le forme dell’acqua, campi di fiori, neve e ghiaccio, carta strappata, frammenti di vetri colorati, nella creazione vivace di giochi sorprendenti. Lo studium, l’aspetto razionale che è in noi, spesso chiede e trova una spiegazione ed ecco che il gioco astratto, solo se lo si vuole, si rivela all’occhio e alla mente. L’astrattismo interiore invece, che non vuole giocare con alcun dato di realtà, che indaga l’essenza, il piacere cromatico, la musicalità di una forma, si esprime nel punctum, ovvero nell’aspetto puramente emotivo, sempre secondo Roland Barthes, che nel 1980 ha profondamente indagato questo sottile rapporto tra pittura e fotografia artistica in un saggio memorabile. Il dialogo con lo spettatore da mentale si fa dunque emotivo e viceversa, ma sempre attraverso lo sguardo che, in modo naturale, viene catturato e si fa guidare in un istante. Accanto al binomio ‘realtà-astrazione dalla realtà’ è qui possibile apprezzare la raffinata elaborazione tecnologica, che consente effetti visivi di vero stupore e di estraniamento totale.

                                                                                                                                                                                                                                        Paola Bassetti Carlini ( storica dell'arte)
 


 

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FOTOGRAFIA FINEART


 

E’ dedicata alla Fotografia FineArt questa decima esposizione dei soci del Fotoclub Bolzano. Come molti esperti sottolineano, FineArt è la sintesi, l’essenza finale, l’unione tra tecnica e qualità, il supporto di base e il contenuto compositivo dell’immagine. L’avvento del digitale ha contribuito non poco ad una costante e sensibile ricerca nel campo fotografico permettendo ai fotografi di sviluppare nuove tecniche, di incontrarsi con personali esperienze, di concedere all’osservatore rinnovate emozioni.

La FineArt è l’artistico ponte tra creatività e realtà, tra idea e interpretazione; in pratica, la sfida continua! La ricerca di nuove sensazioni stimola molto i soci del Fotoclub presenti in questa mostra, cercando, nello studio dell’inquadratura, nella valutazione compositiva, nel tocco personale, quell’emozione che permetterà loro di continuare ad osservare la realtà e catturarne il variegato linguaggio.

L’astrattismo pittorico nell’immagine fotografica “ è la tematica di questa edizione di Fotografia FineArt. Tutte le opere sono state riportate su tela pittorica facendo di questo supporto il punto d’incontro unico ed indiscusso tra pittura e fotografia.

“Il lavoro artistico, ci insegna Luigi Veronesi, uno dei maestri dell’astrattismo, è un’operazione che non si conclude con la produzione di un’opera, o meglio, l’opera prodotta non è fine a se stessa, ma deve essere uno stimolo per l’osservatore, il risultato di un pensiero tradotto in un’immagine suscettibile di lettura, cioè di comunicazione. Gli oggetti ritrovano nel fotogramma la loro espressione primordiale, noi possiamo vederli al di là della loro forma reale.”

                                                                                                                                                                                            Gianni Gaetano

 

 

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