JUVANUM
(Tra Storia e Natura)
Giugno 2024. Il tour abruzzese si conclude sul suolo patrio, letteralmente quello che ha dato i natali a mio padre e da cui ho ereditato metà del patrimonio genetico.
Per capire un po' della storia d'Abruzzo è consigliabile recarsi a Teate, l'odierna Chieti che ospita due musei entrambi con una bella esposizione archeologica.
Il primo è propriamente quello archeologico (Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo ) mentre l'altro ospitato nella parte alta della città è dedicato alla città stessa (Museo archeologico La Civitella ), moderno quest'ultimo con mirabili ricostruzioni d'ambiente, fotografie e animazioni.
Nel primo si trova la cartina che riassume la distribuzione delle popolazioni sannite nella regione. Juvanum era abitata dai Carricini e il suo territorio era ben delimitato a Ovest dal massiccio della Maiella e a Est dal fiume Sangro. Meno evidenti sono i confini a Nord con i Marrucini e i Frentani che quasi li circondavano. Quali fossero le reali differenze tra queste popolazioni nessuno lo sa con precisione. E' scritto che questo popolo di pastori e agricoltori era fiero della propria indipendenza e fino al IV secolo a.C. la città come categoria di pensiero non era assolutamente considerata e dunque i villaggi di capanne erano destinati a non lasciar traccia alcuna. Solo i santuari e alcune necropoli utilizzate da tempi remoti sono giunti fino a noi e non ultimi i tratturi, vie di transito antichissime che univano la montagna sacra ( La Maiella ) al mare e identificavano nella pastorizia la principale risorsa economica di queste genti.
Le antiche popolazioni d' Abruzzo ai tempi della conquista di Roma
Una delle ragioni per cui sono a Chieti è quella di ammirare la più importante scultura dell'antica civiltà italica: l'Uomo di Capestrano.
Il Guerriero di Capestrano del VI secolo a.C.
Il fascino che emana è indiscutibile: un uomo col " sombrero " in realtà un elmo da parata è stato scolpito qui nell'ombelico d' Italia nel 600 a.C. Chi ha ideato un'opera siffatta? Con un copricapo enorme che non trova alcun equivalente in nessuna parte del mondo? E' un guerriero senza dubbio, vista la presenza della spada e parallelamente di un pugnale sostenuti da cinghie collegate ad un anello metallico, probabilmente un disco corazza posto vicino al petto; e poi l'ascia simbolo di potere nella mano destra e le lance a rilievo sui pilastri laterali che avevano anche la funzione di reggere l'intera scultura.
Chi la guarda come ha scritto l'artista, scultore e pittore Mimmo Paladino trae suggestioni che vanno ben aldilà della sua collocazione cronologica. ( Paladino nel 2011 realizza la nuova sala permanente del Museo Nazionale Archeologico di Villa Frigerj a Chieti dedicata al Guerriero di Capestrano e inaugura la mostra di sculture "Mimmo Paladino e il nuovo Guerriero - La scultura come cosmogonia" a Palazzo De Mayo sempre a Chieti ).
Ma se Capestrano è in territorio Vestino, la Juvanum in territorio carricino deve la sua costruzione ad opera di coloni romani e dunque attesta l'avvenuta assimilazione delle genti italiche.
Come in tutte le città romane abbiamo le terme, il teatro, i templi in posizione elevata, il foro. la basilica e il quartiere abitativo.
La fontana
L'attuale fontana occupa il luogo delle terme e poco distante parte il lastricato romano, la via orientale alla cui sinistra sorge il teatro che sfrutta il declivio della collina:
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In alto ci sono i resti dei templi a cui fa da sfondo la Maiella che ancora non vede l'orma del mio piede.......caz, put, minc, maled....ci salirò prima di passare il guado? Il tempo stringe....
Dalla zona sacra un'altra via scende verso il basso e conduce al foro dove c'erano le botteghe ma anche gli edifici pubblici:
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Alcuni blocchi di pietra ricordano il committente che fece lastricare a sue spese questa parte importante della cittadina. Rimangono le impronte da cui sono state asportate le scritte in bronzo che vi erano fuse.
Resto di colonna della cosidetta basilica
Ma se i reperti sono pochi e quella che fu una città seppur modesta è ricoperta dalla vegetazione, la fioritura in questo sito archeologico e in questa prima parte di giugno è a dir poco eccezionale.
A dirla tutta mi lamentavo dello stato di abbandono del sito, dei cartelli rovinati, dell'impianto luci inutile e delle tracce molto labili delle antiche vie ma per fortuna, non avevano ancora falciato l'erba che le orchidee che ho potuto vedere qui riunite insieme, non le ho viste da nessuna parte....
Himantoglossum adriaticum (Barbone adriatico)
Il barbone adriatico l'ho visto una settimana prima ai piedi della parete orientale del Gran Sasso a Isola. Non l'ho mai osservato prima anche se la sua distribuzione comprende tutto il territorio italiano escluse la Puglia, la Valle d'Aosta e le isole. Pianta incredibile per questa infiorescenza esplosiva che si sviluppa a spirale su un gambo lungo anche 70 cm. Il labello trilobato presenta un lobo centrale nastriforme prima bianco poi violetto lungo fino a 5 cm e diviso alle estremità in due lacinee. Nella parte superiore sono presenti delle piccole protuberanze porporine. Le foglie basali sono lunghe fino a 15 cm.
E ovviamente c'è dell'altro tra cui due ofridi quella di Bertoloni e quella apifera:
Ophrys bertolonii (Ofride di bertoloni) |
Anacamptis pyramidalis (Orchide piramidale) |
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Ophrys apifera (Ofride fior di ape)
Altri fiori crescono tra le rovine di Juvanum:
Orobanche minor (Succiamele minore) |
Carduus nutans ( Cardo rosso comune) |
Papaver rhoeas ( Papavero comune -rosolaccio )
Sedum hispanicum (Borracina glauca)
Sedum acre (Borracina acre)
Hypericum perforatum (Erba di S.Giovanni comune)
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Valeriana rossa (Centranthus ruber)
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Dunque Juvanum che guardai in braccio a mio padre più di 60 anni fa, ma con quali occhi non è possibile saperlo, è fonte di una bellezza a pieno campo che in tempi di immagini trash che sommergono il web, pochi sanno apprezzare.
Non sappiamo più capire cosa è bello e cosa utile e neppure cosa è giusto....abbiamo bisogno che gli altri ci dicano cosa vedere, cosa conoscere...poi basta uno scatto da inviare sul cloud per far capire a tutti che esistiamo, anche a noi stessi.
Necessità impellente perché non esiste alcun altro tipo di comunicazione, perché il dialogo è sempre più difficile e condividere esperienze ancora di più.
E ci basta il like o un emoticon, che esprimere un pensiero costa troppa fatica...e l'analfabetismo impera.
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Juvanum 1962: Rinaldo e Riccardo Di Valerio
P.S.
Pulito e ben visibile è il basolato di 60 anni fa; e quella lunga colonna dove sarà andata a finire? Forse nell'antiquarium?
Caro sindaco di Juvanum dopo la fioritura esplosiva delle orchidee è opportuna una pulitina al sito archeologico!
A proposito: non sono riuscito a vedere cosa nasconde il famoso antiquarium, ovviamente chiuso....dovrò per forza tornare a Fallascoso(CH) paese sconosciuto della Svizzera ...come interpretarono leggendo il documento d'identità del Rinaldo in Campo quelli dell'arma dei carabinieri in tempi oramai remoti !
Fallascoso(CH) paese sconosciuto della Svizzera
Allego la mappa seguente utile per chi vuole percorrere il sentiero dei Carricini.
Il sentiero dei Carracini
Riguardo all'itinerario di visita del sito di Juvanum risulta di difficile interpretazione; ci vuole pazienza che vista la storia, il Meridione d'Italia deve recuperare il maltolto e non solo quello economico.
Juvanum: itinerario di visita
A proposito di " Meridione " consiglio la lettura del libro di Pino Aprile che ripercorre la Storia d'Italia dall'Unità d'Italia. Si evince che i Nordici derubarono i Sudici di tutte le loro ricchezze che ne dicano i Bossi, Calderoli, Gelmini, Tremonti e tutta una classe dirigente ignorante e impreparata che imperversò e imperversa ancora nel Sud Italia dall'Unità ad oggi.
Di fatto lo scrivente è metà terrone e quel libro e i fatti ivi narrati mi riguardano personalmente.......e poi al mio paese in toto ci tengo!
Links:
http://www.archeoabruzzo.beniculturali.it/mandascultpreromnew.html
https://www.musabc.it/museo-archeologico-nazionale-la-civitella-chieti/