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Berlino è la città del 900, quella tra le due guerre mondiali e quella della guerra fredda e della sua fine. E' questa la molla che stimola l'amante della storia a mettersi in viaggio per visitare la capitale tedesca.

 

 

 

 

Della città del terzo Reich è rimasto ben poco e solo le chiese e i musei dell'800 sono stati in parte restaurati e ricostruiti. Del passato comunista rimangono i grandi viali come la Frankfurter Strasse, l'Alexander Platz, il cimitero dedicato ai caduti dell'Armata Rossa, forse qualche altro edificio o monumento, messo quest'ultimo in disparte vedi quello di Marx e Engels ben nascosto tra il fogliame di un parco.

 

 

 

 

Anche la zona franca, quella che separava le due Germanie va pian piano scomparendo; le gru erano già presenti negli anni 90 ma ancora oggi gli spazi a disposizione sono molti visto l'alternarsi di pieni e di vuoti, di macerie e nuovi palazzi per lo più giganteschi centri commerciali, uffici e a volte musei legati alla storia del Muro.

Gli architetti di tutto il mondo fanno a gara per chi costruisce il palazzo più bizzarro....ma ho la vaga sensazione che sotto sotto non ci sia nulla e che tutto fra una decina di anni diventi insignificante.

Pare che la speculazione edilizia si faccia sentire anche nella Berlino Est e che le abitazioni popolari, quelle dell'era comunista rischino di venir spazzate vie e con esse la popolazione che le abita, studenti, lavoratori stranieri cioè la parte meno abbiente della popolazione berlinese.

Pezzi di muro rimangono qua e là nella città, sono vetrine sulla storia trascorsa ma sono anche superfici dove i graffitari trovano libero sfogo previa domanda in carta da bollo.

 

 

Il Bacio

 

 

Breznev e Honecker sono fortunatamente morti e sepolti e quel bacio così appassionato è ormai un ricordo; più recente è la storia della Perestroika che nella testa di Gorbaciov non doveva significare una resa incondizionata al capitalismo ma forse una via diversa e democratica al socialismo. Nessuno gli ha permesso però alcuna  sperimentazione in questo senso e se per l'Occidente, Gorby è considerato l'uomo che ha posto fine alla Guerra Fredda per i russi è ancora l'emblema della sconfitta e della catastrofe che ne è seguita. I pochi predoni della nomeclatura erano pronti ad accapparrarsi le ricchezze dello Stato Sovietico ai danni del resto della popolazione ridotta  poi alla fame. I nostalgici a cui il regime comunista garantiva almeno il necessario con chi potevano prendersela se non con Gorbaciov?

 

 

 

Gorby

 

 

Ma qui non sono i muri ad attrarre il terzo occhio, i murales tappezzano tutte le periferie del mondo mentre è diverso il caso dei pali della luce con centinaia di manifesti incollati uno sull'altro, una tipicità di Berlino.

 

 

 

 

 

 

La firma sembra sempre la stessa, il segno e le immagini portano a qualche sorta di perversione vera o presunta che agisce come una calamita...

 

 

 

 

 

Berlino è la città del cinema e come non ricordare i riferimenti al nazismo, al muro, alla fine del comunismo, alla droga e al sesso? A una sorta di decadente perversione?

E questi manifesti appesi al palo hanno l'ambiguita del messaggio pubblicitario, usano il corpo e le sue parti nonchè il testo per accaparrare l'attenzione dei passanti e ci riescono bene visto che il mio sguardo si è concentrato lì piuttosto che sui murales.

 

 

 

 

 

 

 

A quanto pare < l'Ignorant Fashion unita a un po' di Fuck e Sex è di moda tra gli Heroin Kids > immaginati e vestiti da Keiser e Engel.

Tutto fa brodo nel gran mercato globale e queste immagini sono davvero accattivanti...specie per i giovani acquirenti.

 

 

 

 

Diciamola tutta quelle transenne e quei muri bianchi non stimolavano di certo alcun fotografo, i pali molto di più!!! Supremazia della verticalità fallica sulla superficie bidimensionale dove non accade nulla o quasi! Solo " La Trabant " ha rotto il muro e l'incantesimo e ha spinto il fotografo a ritornare sull'oggetto originario: il muro.

 

 

 

 

Il " Muro " è sempre di moda, ognuno alza i suoi muri, lo fa la gente, lo fanno le popolazioni, lo fanno gli stati, le nazioni ricche e quelle povere che comunque esiste sempre qualcuno più povero di qualcun altro.

E' così dall'altra parte del " Muro " si ricorda vanamente e stancamente la tragedia della Siria:

 

 

 

 

Che fare con le dittature d'Oriente dove un beduino-camelliere è ancorato al potere con doppio giro di catene e non vuole mollare la sedia a costo di governare su un cumulo di morti? E la controparte sunnita appoggiata da stati semi-canaglia come Arabia Saudita e Qatar che strizzano l'occhio destro all'Occidente e quello sinistro al fondamentalismo islamico, sarà meglio o peggio di quella al potere?

Nella guerra civile siriana costata 300.000 morti esportare la democrazia dopo l'esperienza irachena e afgana sarebbe stata una follia e Europa e America si sono ben guardati da metterci lo zampino; l'amico Putin invece assetato di protagonismo non ha esistato a bombardare a destra e manca colpendo forse qualche ribelle ma probabilmente molto di più i civili inermi trattenuti come ostaggi.

E' evidente comunque che i paesi del Medioriente non sono un'unica entità politico-religiosa ma piuttosto un insieme di tribù desiderose di accopparsi a vicenda.

 

 

 

 

 

Resta il fatto che sono espatriati più di 4.000.000 di persone di cui 500.000 in Germania cioè in Europa. Destabilizzare il vecchio continente con l'emergenza rifugiati è l'obiettivo sia dei russi che degli americani di Banana Joè Supertramp in America l'amico ambiguo dello Zar. Anche la Turchia fa la sua parte e chiede dobloni d'oro per fermare i profughi che premono alla frontiera dell'Europa.

Se la politica europea continuerà a temporeggiare sul muro di Berlino vedremo in futuro altre immagini di distruzione e morte ma il flusso migratorio difficilmente si fermerà anche se come gli struzzi abbiamo messo testa e tutto il resto ben sotto terra.

 

 

 

 

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