L'ISOLA DI CRES

 

 

 

 

 

3 Luglio 2003 ore 11.30, ci imbarchiamo a Brestova a metà circa della penisola istriana a Sud di Fiume. Obiettivo Porozina sull'isola di Cres raggiungibile in 20 minuti di navigazione. E' la seconda volta che mettiamo piede nel territorio ex - jugoslavo, la prima volta fu nel 1986 in concomitanza del matrimonio primaverile del Giordà.

Finiti i bagordi con patauno e consorte facemmo una capatina a Plitvice terra di laghi e d'orsi più o meno addomesticati. Ricordo un gran freddo ma anche una casetta B&B gestita da persone molto accoglienti.

E pensare che di lì a poco si sarebbero sparati croati contro serbi e bosniaci contro tutti. Salvi furono solo gli sloveni forse per la vicinanza con l'Austria felix.

Sui popoli slavi ho avuto sempre qualche perplessità che gli avvenimenti di allora non fecero altro che aumentare. Ma mettiamo da parte i pregiudizi e anche le disgrazie del continente europeo che a pensare ad una guerra alla fine del secolo viene il voltastomaco.

Abbiamo piazzato il camper nella baia di Martinscica più o meno nel centro dell'isola ad una cinquantina di chilometri da Porozina.

 

 

 

 

 

Dal promontorio che porta a Lubenice guardando verso Sud lo sguardo spazia sulla baia e giù fino al promontorio di Osorscica (m. 589) a Ovest di Ossero che appartiene già a Lussino.

 

 

 

 

Ricordo che il mare in quella lontana estate del 2003 era davvero bello, l'acqua trasparente, cristallina e alla temperatura giusta. Noleggiammo un gommone pilotato con gran soddisfazione dal nostromo Damioski e risalimmo la costa verso Nord alla ricerca di qualche caletta appartata .

 

 

 

 

 

 

Navigator

 

 

 

 

Qualche giorno dopo in sella alla bike cominciai ad esplorare l'interno; il piccolo abitato di Grmov permette di osservare il Vransko Jezero ossia il lago Vrana 7 km quadrati di acqua dolce che si trova si badi bene a 60 m sotto il livello del mare. E' incredibile il fatto che l'acqua di mare non raggiunga quella dolce del lago che costituisce la fonte di approvvigionamento idrico dell' intera isola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il lago Vrana

 

 

 

L'isola di Zeca

 

 

Il paesaggio della parte centrale dell'isola è quello della macchia mediterranea brullo e arido. I muretti a secco non si contano e sembra tutto sospeso e privo di vita; in realtà il rumore è assordante a causa del mostro non tanto piccolo qui ritratto, la cicala un insetto che fa davvero impressione vista la similitudine con il xenomorfo alien.

 

 

 

 

La gita più lunga ma anche più interessante è quella che da Martinscica porta a Lubenice. Praticamente ci vuole una intera giornata per l'andata e il ritorno. Mi pare di ricordare che a Lubenice ci fosse un piccolo bar provvisto di solo qualche bibita che con il caldo di luglio è normalmente salutare.

 

 

 

 

Un sentiero di muretti a secco permette di raggiungere dapprima Vidovici come si suol dire quattro case in croce che la chiesa non manca mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Case e chiese sono ricoperte spesso da una patina di cemento ma i borghi visti  da lontano sono suggestivi lo stesso e sembrano vivere in un tempo sospeso. Sono luoghi arcaici abitati fin dall'età della pietra da pastori e pescatori. E' probabile però che il manto vegetale delle isole del Quarnero siano stato sfruttato così a fondo da rendere oggi difficoltosa la sopravvivenza dei pochi abitanti rimasti.

 

 

 

L'ingresso di Lubenice

 

 

 

 

 

 

Crkvica sv. Stjepana

 

 

Lubenice è alta sulla costa per cui la vista spazia sul mare; peccato per l'atmosfera non molto trasparente.

 

 

 

 

 

 

 

Il 13 luglio puntiamo su Ossero il paese sull'istmo che divide Cherso da Lussino. Paese molto bello con pregevoli resti del passato veneziano, molto curato e abbellito con statue moderne.

 

 

 

Osor - Ossero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'istmo di Osor fu tagliato già in epoca romana e ovviamente favorì la navigazione dei piccoli cabotaggi di allora, dato che permetteva di evitare la circumnavigazione di Lussino e Cherso che hanno una lunghezza di quasi 100km. Per questa ragione il piccolo paese fu in passato il capoluogo dell'isola ed ebbe in passato un'importanza maggiore.

 

 

 

L'istmo di Ossero

 

 

Da Osor è possibile intraprendere una gita che in due ore porta sul promontorio posto a Ovest in territorio di Lussinpiccolo.

 

 

 

 

 

 

Osor in una stampa del 700

 

 

 

Bosco di lecci

 

 

 

La salvia endemica sull'isola

 

 

 

Panorama verso Osor

 

 

Il capoluogo dell'isola è ovviamente Cherso che conta circa 3000 abitanti. Popolata fino alla fine della seconda guerra mondiale essenzialmente da italiani a causa dell'esodo giuliano-dalmato e delle persecuzioni e foibe del regime di tito conserva oggi una minoranza di circa il 5% d'italiani.

 

 

La cittadina di Cherso circondata dagli olivi

 

 

 

Cherso: la porta con il leone marciano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ultima frazione visitata prima del ritorno in patria è stata Beli o Caisole che deriva dal latino Caput Insulae. Beli invece deriva dal monarca ungherese BelaIV che si rifugiò da queste parti nel 13° secolo per non diventare una bistecca alla tartara.

 

 

 

 

Siamo nella parte più disabitata e selvaggia dell'isola ricoperta da boschi di quercia, castagno olmo e carpino. Le coste sono ripide e a picco sul mare; qui si trova la Gorice che con i suoi 648 m è la cima più alta dell'intera isola.

 

 

 

Panorama verso l'isola di Plavnik

 

 

 

La costa Nord - Orientale

 

 

 

Beli o Caisole

 

 

 

 

 

 

Quercia monumentale a Beli

 

 

E dopo Beli non rimane altro che riprendere il traghetto e guardare con un po' di nostalgia il golfo del Quarnero.

 

 

 

 

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