(arte, mestiere o banalità?)
Sabato 31 ottobre Edward Rozzo insigne fotografo di origine americana, invitato dal FC Bolzano, ha discusso gli aspetti fondamentali inerenti la comunicazione visiva, facendo inizialmente riferimento all'arte pittorica. Punto di partenza è stato il quadro che ritrae gli "Sposi Arnolfini" di Jan Van Eyck (1390-1441); questa tela ad una lettura frettolosa, non appassiona certamente lo spettatore ma ad uno sguardo più attento offre una inesauribile fonte di informazioni riguardo ai costumi dell'epoca in cui il quadro è stato realizzato.
La candela accesa simbolo della vita spirituale, il cagnolino simbolo di fedeltà, lo specchio simbolo dell'anima ed altri elementi ancora, costituivano allora, una sorta di codice che sottolineava soprattutto la nobiltà d'animo del committente. Da questa breve analisi il relatore fa capire che se non si posseggono gli strumenti culturali giusti, se non si conoscono i codici di lettura dell'immagine, si rischia di esprimere un giudizio sommario su un'opera e su una fotografia.
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Quale è il valore di un opera? Perchè un lavoro artistico può trovare grandi riscontri oppure essere confinato nell’anonimato, quando non nel giudizio di “banale”? Edward Rozzo, docente di Arte Visiva alla Bocconi di Milano, nonchè affermato fotografo “industriale” e titolare di svariati corsi e workshop, intervenuto al Fotoclub Bolzano, ha cercato di rispondere a questo quesito sia durante la conferenza del sabato pomeriggio, che soprattutto in sede di “lettura dei portfoli” durante la domenica mattina. Per Rozzo, le chiavi interpretative per comprendere e valutare un’opera artistica, risiedono sempre nella conoscienza approfondita del periodo storico nel quale l’opera è stata realizzata, e della sua peculiare simbologia. Non è pertanto consigliabile, bensì fuorviante, affidarsi solamente all’emotività, allo “stomaco”. By Marc Pastor |
Questi strumenti che permettono la lettura " partecipata " di un'immagine, che favoriscono il " dialogo " tra l'autore e il fruitore dell'immagine, sono irrinunciabili; se non li si possiede la critica diviene semplicemente un superficiale " mi piace " o " non mi piace " e tutto finisce lì. Altri esperti, invitati dal Fotoclub BZ negli anni passati, hanno ribadito l'importanza della conoscenza della storia dell'arte e delle sue implicazioni relative allo sviluppo di tutte le forme di comunicazione che conosciamo.
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Si parla di valore di un’opera in termini di “significatività”: un’opera ed il proprio autore risultano riconosciuti nel proprio periodo storico quando siano riusciti ad esprimere nel loro lavoro le tensioni, le novità, i desideri, i bisogni e le contraddizioni del proprio tempo. Pertanto, una qualsiasi realizzazione artistica, pur se considerata straordinaria, può risultare del tutto insignificante se inquadrata al di fuori del tempo storico a cui è appartenuta. Rozzo ritiene che la fotografia possieda, fra le arti visive, le maggiori potenzialità per “dipingere” l’attuale contesto storico-sociale-culturale, ma purtroppo, particolarmente in Italia, il panorama fotografico appare “desolantemente arroccato a stili e contenuti che non cambiano da 20 o 30 anni”, e che non sono in grado di evidenziare gli aspetti problematici della “contemporaneità”. By Marc Pastor |
Il relatore si è soffermato successivamente sull'opera di Weege fotografo americano degli anni 50. Le immagini di questo fotoreporter sono dal punto di vista tecnico quanto di peggio si possa vedere: visi gessosi a causa del lampo accecante del flash, visi sfuocati, visi tagliati ma quei visi, esprimono un'emozione profonda. Weege è pronto a cogliere l'attimo, la disperazione come il riso, oppure entrambi, è partecipe della società che egli impietosamente riprende e per questo motivo i suoi contemporanei ne decretano il successo. La società americana di allora stava cambiando e Weege coglie con il suo obiettivo a focale fissa e con il suo flash accecante questi cambiamenti.
Arrivando all'oggi il Nostro, ha proposto altre immagini legate soprattutto al mondo della pubblicità. Immagini ineccepibili dal punto di vista tecnico ma sicuramente discutibili sul piano etico e morale. Alcune di esse, ritraggono bambine che si atteggiano nelle pose, come nei capi che indossano, a donne " mature "; gli sguardi sono a volte duri, a volte invitanti ma spesso indicano smarrimento, solitudine, malinconia.
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Molte fotografie prodotte oggi in Italia mancano totalmente della necessaria connessione con la contemporaneità, e perpetuano filoni “passati” ormai completamente decontestualizzati. Riferendosi ai vari “Camera Clubs”, Rozzo li invita ad assumere pienamente un ruolo di punta nell’interpretazione del “quotidiano”, cercando di cogliere quegli elementi sociali e psicologici che caratterizzano il nostro tempo. Durante la lunga lettura dei portfoli, potrebbe essere parso che Rozzo abbia in qualche modo un po’ screditato coloro che apprezzano tematiche o “modi operandi” riferibili maggiormente a periodi storico-artistici non prettamente attuali. Personalmente non ritengo che sia stato così, perché il nostro ospite ha comunque sottolineato come, soprattutto nel fotoamatore, la fotografia non debba comunque mai perdere il proprio ruolo ricreativo, di “piacere intimo” e di “gioco”. By Marc Pastor |
A questo punto il relatore ha terminato un po' bruscamente la sua esposizione e non ha chiarito se quelle immagini nascono come denuncia o se sono semplicemente delle immagini pubblicitarie.
Se nel primo caso possiamo convenire sulla bravura dell'autore, che denuncia con la sua fotografia quelli che chiamerei i comportamenti devianti della nostra società, nel secondo caso, è opportuno prendere le distanze da questo genere di immagini, per motivi essenzialmente etici. Ancora una volta la donna e in questo caso la donna-bambina viene " usata " per influenzare i costumi, sopratutto degli adolescenti, con il fine ultimo di creare nuovi modelli di comportamento e quindi di consumo. Dietro a tutto questo c'è il vuoto, lo stesso che Thomas Ruff esplicita con i suoi ritratti.
Se questo genere di fotografia ci rende consapevoli che il male di vivere esiste quali stimoli ci può dare? Quali emozioni? Il nostro fotografare è una ricerca che porta altrove, è una ricerca spasmodica della bellezza, una ricerca edonistica come direbbe Rozzo, ma in essa il nostro io trova soddisfazione e compiacimento. Non è comunque un fuggire la realtà, è semplicemente un altro proporre.
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Ho visto qualche volto un po’ infastidito, e qualche pensiero diventare ironico o forse anche un po’ caustico nel corso della mattina, nel tentativo di raccogliere magari una qualche rivalsa rispetto a qualche considerazione non proprio gradita; ma forse il nostro ospite ha voluto solo giocare a bacchettare un poco i fotografi che si sono presentati come più competenti, e in un curioso contrappasso, ha voluto elevare i più umili.
By Marc Pastor |
Le immagini che vedete appartengono esattamente a questo genere di fotografia. Non costituiscono certo una novità, sono forse sono una stanca ripetizione del già visto, di quanto Ghirri ha proposto a partire dagli anni 80 nel suo paesaggio italiano. Ma lo stesso Ghirri affermava che " Non c'è niente di antico sotto il sole " e che l'emozione dello sguardo è ovunque esso si posa.
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A tutti è stato rivolto l’invito a cercare di introdurre maggiori elementi di contemporaneità nelle proprie immagini, e, sempre a tutti, è stato dato il consiglio di non “caricare” le fotografie di eccessivi contenuti “didascalici” troppo definiti. Rozzo consiglia piuttosto di limitarsi a “suggerire”, lasciando le immagini maggiormente “aperte”, in modo che il fruitore abbia la possibilità di collocarvi i propri significati e le proprie proiezioni, permettendogli uno spazio di rielaborazione personale. Una foto che consente questo è un’immagine in cui lo sguardo si sofferma, si immerge, cerca, poi passa oltre, osserva altre immagini, ma infine vi ritorna. Ho
avuto la sensazione che Rozzo abbia apprezzato sinceramente il Fotoclub
BZ, i suoi molti personaggi, così eterogenei, e i loro talenti. By Marc Pastor |
Quale segreto nasconde quella porta chiusa? Quale segreto porta con sé quella luce naturale che diffonde in quelle stanze spoglie? Mai, ho provato emozione più intensa che appartarmi solitario in questi luoghi dell'oblio.
By Ric