<< Alla fine degli anni Ottanta Mimmo Jodice inizia una serie di lavori sul mito del Mediterraneo, che saranno raccolti nel libro Mediterraneo edito da Aperture
( New York) . Tra le ultime opere ci sono quelle delle serie: "Eden" del 1998, "Il Reale Albergo dei Poveri" (1999-2000) e "Isolario Mediterraneo" (1999-2000).
"Eden" offre una visione di Napoli come paradiso terrestre che come scrive Germano Celant - continua a sopravvivere tra positivo e negativo, tra dolcezza e violenza, tra bene e male. Tale metafora del mondo è un giardino lussureggiante, punto di comunicazione tra cielo e terra, abitato da ogni specie di cose e di prodotti, che alimentano la vita ".
Nel 1999 con "Isolario Mediterraneo" Jodice affronta un viaggio verso le isole del Mediterraneo che, come egli stesso ha scritto: " sono parte della distesa infinita del mare e conducono alla dimensione infinita dell'isolamento" .
Nell'ormai lontano 1996 Mimmo Jodice fu invitato dalla Provincia Autonoma di Bolzano che gli affidò il compito di illustrare le caratteristiche ambientali ed architettoniche della nostra città. Ricordo che egli utilizzava il formato panoramico, unitamente ad un inspiegabile effetto di doppia esposizione.
Il risultato furono una serie di fotografie di grande impatto e poesia.
Memore di "Isolario Mediterraneo" e vista l'opportunità di un breve soggiorno nell'isola d'Ischia, ho voluto immedesimarmi in quella << dimensione infinita d'isolamento>> traducendo in immagini quanto l'occhio ha potuto carpire.
Meglio sarebbe stato dire << isolare >> il soggetto fotografato, che vi garantisco non è stata sempre un'operazione facile, perchè Ischia, ha sofferto gli effetti di una cementificazione sconsiderata. Come fotografo, che ha fatto del paesaggio il suo soggetto preferito, ogni volta che ho l'occasione di visitare i luoghi e la natura del nostro paese ho purtroppo un grande rammarico, quello di non essere vissuto un centinaio di anni fa dove il Bel Paese era ancora un dato di fatto.
Il paesaggista incallito non demorde però, e nelle sue peregrinazioni è preso dalla foga di estrarre dalla realtà quel pezzo di bellezza ideale, di bellezza classica che ancora si concede alla vista e al cuore.
Ma è un gran lavoro quello di realizzare immagini di paesaggio dove tutto è armonico. Basta spostare l'inquadratura di poco e lungo la scogliera di punta Caruso potremo osservare una sorprendente discarica.
Chissà cosa ne pensano i pesci?
E se dalla costa fotografando verso il mare il paesaggio è ancora quello di <<vedi Napoli e poi muori >> cambiando prospettiva e fotografando ad esempio Forio dal mare o dalla cima dell'Epomeo <<ti potrebbe pigliare un colpo >> nel vano sforzo di capire in base a quale progetto è stato approntato il piano "regolatore" che regolatore non è.
A Ischia tanto per alternare le immagini stucchevoli con la realtà del momento, si sta discutendo di raccolta differenziata. A questo proposito è opportuno volgere un pensiero alla Madonna del Soccorso....
o senza alcuna intercessione a Dio padre....
Sul lungomare di Forio erano trascorsi pochi secondi dal momento dello scatto dell'immagine seguente che un cittadino del luogo ha posto un sacco di rifiuti (fortunatamente chiuso) vicino alla panchina. Gli ho gentilmente fatto notare che non mi sembrava il caso, ma mi ha risposto che poco tempo dopo sarebbe passato il camion della nettezza urbana a togliere l'intruso.
E' possibile che "la panchina" sia stata inventata per stare in così stretta compagnia con il sacco della spazzatura?
Non è che per caso tra l'uomo e l'immondizia la differenza si sia fatta sempre più labile?
Ma nonostante tutto questo, rimane pur sempre quella luce sul mare, quell'isolamento incantato che per il tempo pur breve di uno scatto sa donarti l'inspiegabile felicità di esserci stato.