Poco a Nord dell'abitato di Venzone quasi interamente ricostruito dopo il catastrofico terremoto del maggio (e settembre) 1976, lasciamo sulla nostra sinistra la Valle del Tagliamento e percorriamo la statale N.13 del Tarvisio fino all'altezza di Chiusaforte. Da questa località sulla sinistra orografica del fiume Pella inizia la Val Raccolana che conduce in circa quindici chilometri a Sella Nevea. Una deviazione a metà del percorso ci preoccupa non poco; con il camper seguiamo una strada secondaria molto stretta e pericolosa, fortuna che è mercoledì e a parte due motociclisti non incontriamo autovetture. Prima di raggiungere Sella Nevea alcuni tornanti con galleria in curva ci fanno ancora sospirare.
Sella Nevea è praticamente un passo che permette di raggiungere la località Cave di Predil e in alternativa alla statale N.13 Tarvisio, oppure il Passo di Predil che conduce in Slovenia; può essere considerata il cuore del Parco Naturale delle Prealpi Giulie.
La sella divide il Gruppo del Montasio a Nord da quello del Monte Canin posto lungo il confine con la Slovenia. Stazione sciistica invernale presenta come da copione numerose e brutte costruzioni che si sviluppano "fortunamente" in lunghezza e sono quindi in parte mascherate dalla vegetazione.
Altro scempio sono i nuovi impianti di risalita che a partire dal Rif. Gioberti (m.1850) collegano la zona del Bic alla Sella di Prevala (m.2067) e al territorio sloveno, dove immagino siano presenti altri impianti di risalita; scendiamo dalla funivia in mezzo a un gran caos di cavi, tralicci e ruspe che sistemano la nuova e irrinunciabile pista da sci.
Tra tante schifezze il miracolo della bellezza esiste nonostante tutto e ai piedi del rifugio una fioritura incredibile di Lino delle Alpi Giulie e Pederota gialla impreziosiscono le rocce calcaree. Ecco dunque da subito due nuove specie da aggiungere alla già cospicua raccolta fotografico-botanica.
Linum julicum |
Paederota-lutea |
Nel Gruppo del M.te Canin affiorano rocce dolomitiche e propriamente calcaree. Mentre la Dolomia Principale poco solubile costituisce lo zoccolo della montagna, il Calcare di Dachstein è il principale protagonista della parte alta del massiccio ed a esso sono dovuti gli evidenti (e anche meno) fenomeni carsici che caratterizzano queste montagne.
L'origine sedimentaria delle rocce del M.te Canin risulta evidente osservando i gusci fossili di Megalodon che disegnano la superficie delle rocce. I megalodonti, molluschi bivalvi di dimensione anche superiore al metro, vivevano circa 200 milioni di anni fa immersi nel fango, in un'area di sedimentazione costituita da acque basse. Qui ai piedi del sentiero botanico del Bila Pec appaiono sopratutto le loro sezioni che assomigliano alle impronte delle mucche, altrove il bivalve ha subito il processo di litificazione per cui può essere estratto intero dalle rocce ospitanti, praticamente in posizione di vita.
Il Bila Pec |
Rocce a Megalodon |
Ci incamminiamo lungo il sentiero botanico in direzione della Sella di Bila (m.2005) attenti a scoprire le specie botaniche che caratterizzano i confini orientali della penisola italiana.
Si possono incontrare infatti specie proprie delle Alpi, oppure specie Illiriche gravitanti cioè sulla Penisola Balcanica o ancora Mediterranee che rifuggono zone con inverni freddi e sono particolarmente diffuse nelle Alpi Meridionali.
E cominciamo da uno splendido fiore a distribuzione Nord-Illirica: il giglio della Carnia, presente dalle Alpi Giulie alle Prealpi Vicentine (ma non penetra nel trentino):
Lilium carniolicum
E' simile al giglio martagone dal quale si distingue per i fiori di un bell' arancio, piuttosto che purpurei e per le foglie lanceolate alterne invece che verticillate.
Fiori presenti anche nella nostra regione sono il rododendro peloso e il camedrio alpino quest'ultimo specie pioniera delle rupi calcaree:
Rhododendron hirsutum |
Dryas octopetala |
E' possibile ammirare oltre alla flora spontanea le varie formazioni carsiche come vaschette, solchi a doccia, scannellature e fori:
Solchi a doccia |
Scannellature |
E' incredibile come le piante riescano a sfruttare questi anfratti:
Sedum atratum |
Valeriana saxatile |
Lungo il ghiaione terminale compare la Scrofularia di Hoppe osservata in primavera sull'Altissimo di Nago e anche pochi giorni addietro sul sentiero dei carbonai che unisce Erto a Casso. Ho ritenuto fosse giusto riportare una immagine di questa pianta non particolarmente appariscente ma dai fiori alquanto caratteristici:
Scrophularia hoppii
Sulla forcella una vecchia costruzione militare mostra le sue vuote occhiaie; da lassù è possibile osservare l'altopiano carsico e il gruppo del Cimone-Montasio:
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Ma è volgendomi indietro che rimango a dir poco meravigliato, non tanto per il panorama ma per un terrazzo coperto di fiori quelli del Papavero Alpino subsp. rhaeticum giallo perfettamente mescolati con quelli del Papavero julicum bianco. Una magia della natura:
Penso di aver eseguito almeno cinquanta fotografie a questi fiori tanta è stata l'emozione:
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Dalla Sella di Bila il sentiero conduce in circa due ore alla vetta del M.te Canin (m.2582) ma il problema sono i numerosi nevai che bisogna attraversare cosa non sempre facile. Motivati più dalla possibilità di scoprire altre specie botaniche che non dall'idea di raggiungere la vetta ci siamo nuovamente incamminati in direzione del ghiacciaio del M.te Canin il più orientale delle Alpi.
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E di nuove scoperte ce n'è stata almeno una, quello della Gentiana-Terglouensis:
Gentiana terglouensis
Una bellissima macchia blu come prezioso baluginio tra le rocce calcaree. Il suo areale è quello Nord - Orientale, la specie è presente in pratica nel Triveneto.
Ad Est le prime nubi si addensando sulle cime del Jof di Montasio mentre sotto di noi le rocce nascondono alla vista centinaia se non migliaia di grotte.
I motivi per cui questo altipiano è un concentrato di fenomeni speleogenetici sono molteplici; innanzitutto la roccia molto solubile, poi le fessurazioni indotte dalle spinte tettoniche che hanno originato il massiccio montuoso, infine le elevate precipitazioni annue. Non resta che il tempo quello geologico per sciogliere le rocce carbonatiche e plasmare la superficie e il cuore della montagna.
Nel M.te Canin il processo primario è quello di dissoluzione; in altri luoghi si può assistere anche al processo contrario, l'acqua e i sali disciolti in essa, si depositano lentissimamente formando stalattiti e stalagmiti.
Ma torniamo ai nostri fiori; la Thlaspi rotundifolium cresce sui ghiaioni:
Thlaspi rotundifolium
Mentre è la Vulneraria col suo bel giallo a far capolino tra i sassi:
Anthyllis alpestris
Nelle zone d'ombra dove il terreno è più umido cresce il Ranuncolo alpestre e il Rodotamo:
Ranunculus traunfellneri Hoppe |
Rhodothamnus chamaecistus |
All'appello manca solo la Gentiana froelichii, paleo-endemismo della Prealpi Carniche e Giulie, ma per questo fiore bisogna attendere agosto. Pazienza, per ora ci bastano le bellissime fioriture del Papavero raethico.
Un ultimo scatto al versante Nord - Ovest del M.te Canin; il Rif.Gioberti poco più in basso ci attende per un meritato ristoro.