SOLUNA: MUSICADAUTORE

 

 

Musica etnica, musica d'autore e tra i vari brani alcuni di Fabrizio De Andrè.

 

 

Sui Monti di Mola,

la mattina presto

un’asina dal mantello chiaro

 stava pascolando
sui Monti di Mola,

la mattina presto

un giovane bruno e aitante

stava tagliando rami

 

 

 

" Monti Di Mola " appartiene all'album " Nuvole " uscito nel 1990.

Questa canzone in dialetto sardo è stato un bellissimo omaggio allo scrivente, da parte di Gabriele Muscolino & C. 

Qui dal w.w.w. con queste immagini, li voglio ringraziare anche se un po' in ritardo..... 

 

 

 

 

e gli occhi si incontrarono

mentre cercavano l'acqua
e l’acqua sgocciolò

dai musi insieme alle bave

e l’asina aveva gli occhi

color del mare

e a lui dalle narici

usciva il Maestrale

 

Strana coincidenza, quella di trovarsi un pezzo musicale utilizzato poco tempo prima, come colonna sonora per le diapositive dell'ultimo viaggio in Appennino....E' capitato un'altra volta; erano gli Ergobando (vedi 50% dei Soluna) e allora la musica era quella galiziana, quella  della via  delle stelle....

 

 

 

e lei ragliava incantata

ea ea ea ea
lui le rispondeva

pronunciando male

ae ae ae ae

Oh bella mia
l’asina luna
la bella mia cuscino di lana

O bella mia  bianca fortuna..

 

 

Gli artisti non me ne vogliano se do spazio alla sola musica di De Andrè; auguro loro un successo simile e non è detto che in futuro su queste stesse pagine non compaia un testo tutto della band....

E' necessario però che Frank O'Brazz fondi un nuovo gruppo o venga a suonare a     St. Jakob in kilt irlandese (questi sono i patti).

 

Oh bello mio

gli occhi mi bruci

oh bello mio 

carnevale di baci

oh bello mio 

il cuore mi cuci.

 

E' con l'album " Rimini " dell'ormai lontano 1978, che De Andrè propone per la prima volta un testo in lingua sarda: " Zirichiltaggia " ovvero " Lucertolaio ", il racconto di un litigio tra due pastori per motivi di eredità. 

Ma è nel 1984 che avviene la svolta, con l'album interamente etnico: " Creuza de ma " dove tutti i pezzi sono in dialetto genovese. (Un cult per G.G. presumo.......)

 

Amore grande  

di prima volta
l’ape si succhia tutto il miele

di questo mirto
Amore bambino
di tutte l'ore
di muschio è il battacchio
di questo cuore

 

E anche da quell'album ho scelto alcuni pezzi musicali per le immagini di questa estate. Una sonorità primitiva, evocatrice di atmosfere sospese nella solitudine dei monti...

 

 

 

Ma nulla si può fare nulla
in Gallura

che non lo vengono a sapere in un’ora      e sul posto una brutta vecchia nascosta
 

tra le frasche
piangendo e guardando
 

 diceva fra sé con le 

bave alla bocca...

 

 

 

 

I testi di De Andrè raccontano la vita degli ultimi, raccontano di una umanità sofferente relegata ai margini e l'autore per mettersi dalla parte dei più deboli, non ha disdegnato di utilizzare il dialetto sardo, genovese e pure napoletano.

 

Beata lei, mamma mia 

che bell’uomo
beata lei,

 giovane e bruno, 

beata lei  

io muoio sola, 

beata lei
me lo ricordo bene, 

beata lei
più d’una volta,  

beata lei
vecchiaia storta..



Ma qui il dialetto, arrichisce la musica di nuove sonorità e poco importa se chi ascolta coglie solo parzialmente il senso di quelle parole....

 

Il paese intero

 si agghindò

per il matrimonio

lo stesso parroco 

cambiò

il suo vestito



Nei Monti di Mola  quell'amore così ironico tra un giovine moro e una bianca asinella, non ha potuto realizzarsi perchè il potere ha prodotto l'ennesimo assurdo documento.....

 

ma non riuscirono 

  a sposarsi

l’asina e l’uomo

perché

 dai documenti

risultarono

 primi cugini.



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