STILO E LA CATTOLICA
Il viaggio in Calabria sulle orme di Leer & Norman non è stato entusiasmante e siamo arrivati a Stilo in Aspromonte stanchi e sconfortati per tutto quello che abbiamo visto e non visto.
Nella programmazione del viaggio ho fatto una scelta sbagliata: invece di scendere lungo la costa ionica avrei dovuto scegliere quella tirrenica più breve e veloce per poi risalire lungo la prima. Chi leggerà queste note ne faccia buon uso.
Per quanto detto abbiamo saltato a piè pari e anche dispari parecchie delle tappe suggerite da Leer per raggiungere alla fine Reggio Calabria che fortunatamente col suo museo rinnovato e funzionale ci ha almeno quel giorno soddisfatti. La distanza tra Stilo e Reggio Calabria è di circa 150km e la statale ionica non permette di superare i 50 km/h per cui ci vogliono più di 3 ore per raggiungere il capoluogo calabro.
All'altezza di Bova Marina abbiamo fatto l'ultima sosta lungo la costa ionica per dare un'occhiataccia alla fiumara Amendolea la più estesa dell'Aspromonte.
Occhiataccia è il termine giusto che fino alla Rocca di Lupo c'è ben poco da vedere: case, cemento e una fonte di acqua dolce ridotta ad un immondezzaio putrido a cui ha contribuito anche un gelso con le sue belle more rosse mature spiaccicate in terra.
La fiumara Amendolea con il castello normanno sullo sfondo
Poi più in sù qualcosa migliora....semplicemente perchè ci sono solo le vacche che pascolano nel greto della fiumara. Loro non sporcano al massimo espellono i pochi residui vegetali della digestione, molto pochi a dir la verità vista la sola presenza di qualche oleandro specie questa indigesta se non velenosa.
Il luogo è selvaggio, non c'è anima viva....all'inizio del percorso c'è una diga in cemento armato o meglio c'era una diga visto che il torrente l'ha completamente distrutta.
Risalendo la fiumara si raggioungerebbe Ragudi un paese abbandonato in posizione spettacolare su uno sperone di roccia....ma abbiamo lasciato l'impresa ai posteri visto che siamo partiti troppo tardi e la méta non era vicina.
La fiumara Amendolea
Ma torniamo a Stilo un po' più a Nord....
La punta dello stivale
A metà 800 in un periodo di grandi cambiamenti per l'assetto politico della penisola, Edward Lear un pittore inglese ha visitato i paesi della costa ionica partendo da Reggio Calabria.
Riguardo ai cambiamenti, peccato che non siano stati quelli auspicati dai grandi padri della patria leggi Cavour e Garibaldi che ognuno a modo suo ( visto che si detestavano ) pensarono innanzitutto ad unire la penisola sotto una unica guida, quella della monarchia dei Savoia sicuramente migliore rispetto a quella borbonica.
L'esportazione in toto del modello sabaudo funzionò malaccio vista la storia diversa delle popolazioni coinvolte...tutto cambiò ma rimase come prima come disse il protagonista del Gattopardo.
Alla fine l'Italia fu fatta anche se gli italiani sono una teoria tutt'ora da dimostrare .
Il percorso di Lear
A Stilo giungemmo di lunedì e da che mondo e mondo di lunedì i musei e i monumenti più o meno nazionali sono chiusi alla visita che lo stato non abbisogna di nulla per gestire il patrimonio. Prevedere un' alternanza tra i custodi sottoccupati non è immaginabile.
Stilo
Fontana Gebbia |
Finestra con foto della " Cattolica " |
Che fare dunque nell'attesa del martedì?
A mezzogiorno di tutti i giorni i ristoranti di Calabria sono normalmente o follemente chiusi e rimane il negozio di alimentari e se sei fortunato il bar della piazza.
Nel primo pomeriggio abbiamo deciso di salire sul monte Consolino (m.701) che domina il paese ma anche tutta la fiumara Stilaro fino al mare.
Il castello Normanno sul Consolino
In cima i soliti pazzi (S.P.Q.N ) hanno costruito un castello raggiungibile a piedi e fino ad un certo punto anche in auto. Oggi esiste un percorso teoricamente illuminato e follia della spesa comunale del paese commissariato, una cremagliera modello 5 Terre. La cremagliera che consiglierei solo all'assessore che l'ha partorita si confonde tra i cardi e l'erbacce.
Non mancano i fiori e gli insetti anche in queste aride coste calcaree:
Cardo rosso (Carduus nutans ) |
Acanto comune ( Acanthus mollis ) |
Le piante del verbasco sono enormi:
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Tasso barbasso ( Verbascum thapsus )
Comunque dobbiamo ringraziare i Normanni che hanno costruito questa e altre fortezze che garantiscono un panorama unico fino al mare:
Dall'alto, l'abitato di Stilo si osserva con difficoltà a parte la frazione di San Domenico che sorge un pò più a Nord:
E proprio da San Domenico e dalla porta che sorge lì accanto ....fece il suo ingresso nel 1847 il pittore inglese per visitare la città:
Porta Stefanina dell'XI secolo
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Diario di un viaggio a piedi di E.Lear
Dalla porta Stefanina, Lear eseguì i suoi schizzi. A quanto pare però non era edotto sull'importanza della Cattolica che non fu ritratta e i cui interni forse non vide. Eppure ne valeva il viaggio oggi come allora.
Stilo e la Cattolica in alto a destra
Stilo ritratta da Lear il 17 agosto 1847
La pittura romantica quella dei borghi come quella delle montagne che in quegli anni erano mète ambite di pittori e poeti di mezza Europa, era come si può notare solo in parte realistica. Il pittore sottolineava gli elementi più caratteristici del paesaggio, l'asprezza delle cime, i campanili con le loro guglie, le cascate, le rovine dell'antichità e tutto quanto rendeva pittoresco il luogo visitato.
Il visitatore odierno deve essere consapevole di questo fatto nel senso che molti elementi di quel paesaggio non esistevano allora e a causa dell'inesorabile scorrere del tempo col seguito di terremoti e ricostruzioni più o meno coerenti, esistono tanto meno oggi.
Le Serre, questo lembo dell'Aspromonte meriterebbero una visita approfondita ma Tempus Fugit.....lì in basso vicino alla fiumare nel terreno argilloso crescono i vitigni di Gaglioppo, Greco e Calabria nero, tutte varietà autoctone con cui si produve il Bivongi DOC. Non mancano ovviamente gli olivi. ( https://www.muracevini.it/)
Le Serre
Tra questi anfratti gli uomini hanno costruto eremi e chiese di cui alcuni in abbandono. Il Monastero Ortodosso di San Giovanni in Theristis ( il Mietitore ) con la sua chiesa bizantina che visiteremo all'indomani è abitato oggi da monaci di culto Greco - Ortodosso provenienti dalla Romania. Risale al XI secolo.
Il monastero di S.Giovanni in Theristìs
Il bello di tutto questo è che quell'ambiente è tenuto in perfetto ordine e ci sono pure i servizi igienici mentre la strada che conduce alla Cattolica ha i cassonetti che vomitano l'immondizia e non esiste la differenziata.
Fosse per me consegnerei la città eterodossa agli ortodossi...
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Piedi e croci vicino al portale del duomo di Stilo
Della stessa opinione era il gestore Fernando del chiosco all'entrata della chiesa bizantina che scuoteva il capo sulla gestione del comune, della provincia, della regione, del Sud e dell'Italia intera se non del mondo. Ci siamo risollevati spiritualmente assaggiando un ottimo gelato al bergamotto...e poi abbiamo dormito nel piazzale data la presenza del cartello di divieto di sosta che garantisce il massimo della riservatezza.....al sonno hanno contribuito un mix di Bivongi DOC & Peperosso di Cosenza.
Al mattino la famosa Cattolica apre le porte solo se disponi della carta Nexi e dei famosi codici segreti di sicurezza estrema....modello Turing machine...
Il custode fu ragionevole capì e non volle 1 cent......
La " Cattolica " tra i fichi d'India
L'architettura di questa chiesetta bizantina realizzata in cotto con le sue cinque cupole è unica, un gioiellino incastonato nel monte:
La " Cattolica " di Stilo
Siamo soli e abbiamo a nostra disposizione gli spazi interni in parte affrescati:
La cupola centrale
Annunciazione
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La sovrapposizione di elementi di epoche diverse è palpabile: le colonne risalgono al periodo romano o forse antecedente, gli affreschi a quello normanno tempo in cui venne meno l'influenza bizantina.
Mi preme ricordare che Stilo ha dato i natali al filosofo-poeta e frate domenicano Tommaso Campanella (1568-1639) che dovette abbandonare l'Italia per non far la fine del Giordano. Morì infatti a Parigi dove riuscì a fuggire dopo 27 anni di reclusione.
« Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia; […] / Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno, / ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno, / tutti a que' tre gran mali sottostanno, / che nel cieco amor proprio, figlio degno / d'ignoranza, radice e fomento hanno »
Come dire che poco è cambiato da allora....
La casa natale di Campanella
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Nella sua opera più importante " La città del sole " le cose andavano al meglio o al peggio a seconda dei punti di vista: i beni erano in comune come le donne, i processi erano brevi ma valeva la legge del taglione. Tutti a partire dall'età di 20 anni partecipavano alla cosa pubblica ma il controllo sull' individuo era totale. I filosofi al potere non hanno mai entusiasmato.
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Terminata la visita e presa la strada per Bivongi patria di poeti e viticoltori giungemmo per vie ripide e pericolose a San Giovanni per un ultimo sguardo da lassù:
Il Monte Consolino visto da San Giovanni in Therestis
Oggi con qualche rimpianto sull'impossibilità di godere appieno di quanto visto, chiudo questo capitolo dedicato a Stilo e alle Serre dell'Aspromonte.
Il monastero abbandonato dei S.S. Apostoli
« Tanta sciocchezza è negare il senso alle cose perché non hanno occhi, né bocca, né orecchie, quanto è negare il moto al vento perché non ha gambe, e il mangiare al fuoco perché non ha denti, e il vedere a chi sta in campagna perché non ha finestre da cui affacciarsi e all'aquila perché non ha occhiali. La medesima sciocchezza indusse altri a credere che Dio abbia certo corpo e occhi e mani ».
Tommaso Campanella