SUL KREUZJOCHL

 

 

 

 

Superato il paese di Sarentino una strada asfaltata lunga una decina di chilometri s'inerpica lungo la valle dell'Ottenbach ( Rio Deserto ) per terminare in un ampio parcheggio a poca distanza dall'ultimo maso abitato sito a circa 1700 m. di altezza. Ho chiesto al Bauer se abitasse qui tutto l'anno e la risposta è stata affermativa.

Gli eredi degli " Eredi della Solitudine " ritratti nel bel libro di Gorfer-Flaganello del 1971 hanno il vantaggio di poter scendere a valle in automobile dato che gli spazzaneve sono sempre operativi. Nei tempi antichi solo i sentieri univano i masi in quota con il fondovalle e se il maltempo imperversava l'isolamento era garantito.

La solitudine lo è ancor oggi specie aldifuori del dì di festa. Non sono certo che i giovani sudtirolesi della montagna siano aggrappati agli antichi masi come i loro progenitori; sono troppe le comodità e le attrazioni a volte futili che come le sirene li chiamano a valle.

Anche se i tempi della miseria contadina appartengono al passato, gestire un maso, governare gli animali, mungere il latte due volte al giorno e falciare il pascolo non sono lavori di poco conto ma faticosi da sempre.

 

 

 

 

Maso e stalla stanno lì da secoli alcuni dal medioevo, l'epoca in cui i coloni baiuvari presero d'assalto le montagne per grarantirsi la sopravvivenza. Bosco diventato pascolo per il bestiame e a volte terreno per culture ceraicole abbandonate già alla fine degli anni sessanta con la lenta scomparsa della civiltà contadina che lasciava il posto a quella industriale, ai servizi e al turismo di massa.

Ma torniamo al nostro itinerario, alternativo a quello classico che da Sarentino porta alla capanna omonima da cui si sale alla Stoanerne Mandlen con i famosi Ometti di Pietra. Luogo questo magico ma molto frequentato dagli escursionisti ragion per cui....

 

 

 

 

Dal parcheggio si possono seguire diversi sentieri per raggiungere Merano2000 i cui impianti sono fortunatamente nascosti alla vista fin sul passetto che scende alla prima malga o meglio ristorante. Si può prendere la forestale a destra e raggiungere dapprima la Ottenbacher Alm o proseguire lungo il sentiero in mezzo alla valle tra boschi e pascoli.

Siamo nei giorni del solstizio d'estate e il confronto è d'obbligo con quanto visto l'anno precedente sul Passo di Croce Domine. La vegetazione prettamente alpina di queste latitudini non è così diversificata per cui la ricchezza dell'ambiente Prealpino è davvero insuperabile.

Qui ci sono torrenti ricchi d'acqua, c'è il bosco di abeti e larici, il pascolo libero degli animali e qualche prato frequentato dai soli selvatici.

Lungo i tornanti che ci hanno portato fin quassù ci sono estese fioriture di lupino e orchidee:

 

 

Lupino (Lupinus polyphyllus)

Concordia (Dactylorhiza maculata)

 

 

In alto invece al limitare del bosco la fa da padrone il rododendro in piena fioritura:

 

Rodendro ferrugineo (Rhododendro ferrugineum)

 

Nelle zone umide fiorisce la pinguicola pianta notoriamente carnivora:

 

Pinguicola (Pinguicula leptoceras )

 

 

Ad un certo punto il bosco si fa rado e sullo sfondo compare la bella piramide del Picco Ivigna:

 

 

 

Sui prati si osservano estese fioriture di geracio specie non facilmente classificabile (qui si notano i fiori singoli e le foglie basali leggermente dentate e glabre ):

 

Geracio alpino (Hieracium alpinum)

 

Meno frequenti sono la radichella ranciata e il pennacchio che fluttua mosso dal vento e rende complicata la fatografia:

 

Radicchiella ranciata (crepis aurea)

Erioforo (eriophorum angustifolium)

 

 

Eccoci giunti alla sella che separa la conca di Merano2000 dalla Valle di Sarentino; la forestale è battuta dagli Eletric-Biker che imperversano su tutti i versanti:

 

 

 

Dopo il < radler > come da rituale, saliamo in 20 min. sulla cima opposta quella col crocefisso da cui si domina un vasto panorama; verso Nord le cime gemelle di Ivigna e Cervina.

Come il seno di una donna sono visibili dalla valle dell'Adige già all'altezza di Salorno:

 

 

 

Verso Sud il Giogo della Croce (m.2084) divide lo sguardo tra la Valle della Talvera a sinistra e quella dell'Adige a destra:

 

 

 

A Sud-Est si riconoscono i principali gruppi dolomitici: il Sassolungo-Sassopiatto, la Marmolada, il Monte Pez, l'Antermoia e il Catinaccio:

 

 

 

Ma sono forse i ghiacciai alpini ad attirare lo sguardo:

 

 

 

Utilizzando il software giusto è possibile riconoscere le cime più importanti: il Monte Luco a sinistra, la Val d'Ultimo in centro, l'Orecchia di Lepre con il piccolo ghiacciaio di Nord-Est e il Gran Zebrù la cui parete Sud innevata permette di distinguerlo più facilmente del Re Ortles.

L'immagine non è nitida perchè siamo nel primo pomeriggio e la foschia e il controluce non aiutano il fotografo.

In realtà lo sguardo spazia anche sulla Val Venosta e sul Gruppo di Tessa fino all'Altissima.

Sul Kreuzjochl (m. 1980) le mucche pascolano felici almeno credo...del lupo finora nessuna traccia!

 

 

 

Dal passo si può proseguire per la cosidetta panoramica fino agli Ometti, oppure scendere a destra in direzione di Avelengo o a sinistra per raggiungere il luogo di partenza. Le nuvole pazzerelle oscurano i prati del Mittager al che il crocefisso tirolese ben si staglia sullo sfondo:

 

 

 

La discesa prevede ancora qualche sorpresa botanica come il profumato timo:

 

Timo (Thymus alpestris)

 

Il romice in prossimità dei pascoli concimati:

 

Romice (Rumex)

 

E l'immancabile sassifraga laddove la roccia emerge dai prati:

 

Sassifraga delle rocce (Saxifraga paniculata)

 

Dopo una piccola sosta sul Rio Deserto per un salutare bagno Kneipp, in poco più di mezzora si arriva al punto di partenza.

 

< HOME >