SULLA VIEL DAL PAN
( LA FIORITURA DEL PASSO PORDOI )
La ciclabile della val di Fiemme e Fassa parte da Molina di Fiemme(m.853) e raggiunge Canazei(m.1450) dopo circa 45km. Pochi sono i tratti ripidi in salita a parte quello di Moena e questa ciclabile l'ho percorsa numerose volte con e senza motore a bordo. Non ho ancora effettuato gli altri 10 km che con un balzo di altri 800 metri di dislivello permettono di raggiungere uno dei passi dolomitici più alti: il passo Pordoi a 2239 metri di quota; lo metto tra gli obiettivi del 2022....con Ebike ovviamente che l'età avanza.
Il traffico a luglio è già abbastanza intenso anche se il post-covidio e il rischio di focolai nei luoghi deputati al turismo ormai di massa, hanno tenuto banco su tutti i mezzi d'informazione e tenuto almeno alla larga i cinesi.
I passi dolomitici conviene visitarli all'inizio della stagione estiva sia per evitare gli ingorghi e i pericolosi centauri, sia per osservare la fioritura sicuramente spettacolare proprio tra la fine di giugno e gli inizi di luglio.
E' nota la polemica riguardante la chiusura dei passi a tutti gli autoveicoli ma i cosidetti " schey " la fanno da padrone e l' Unesco è cieca e fa orecchi da mercante anche se a quanto ne so non incassa nulla. O forse non è così?
Sta di fatto che abbiamo raggiunto Passo Pordoi il 9 luglio 2020....
La chiesetta all'inizio del sentiero e il monumento ai caduti sullo sfondo a sinistra
Eccoci dunque sulla Viel Dal Pan la " Via del Pane " anche se il sentiero è piuttosto fuori mano per far provvista del prezioso alimento.
Ma una volta tutti i sentieri servivano per il commercio dei beni necessari alla sopravvivenza che di strade carrozzabili ce ne erano ben poche.
Sentiero non impegnativo che dal passo Pordoi conduce al Rifugio Viel Dal Pan (m.2432) in circa un'ora; in questa passeggiata ci si può dedicare in tutta tranquillità alla fotografia, alla botanica e ad ammirare i ghiacciai relitti della Marmolada.
I fiori si trovano già a due passi dalla macchina ma vediamo di allontanarci dal " passo " che come tutti i passi di questo mondo è in genere un concentrato di schifezze: cabinovie, auto, negozi, bar, rumore ed inquinamento sopratutto acustico.
Antillide alpestre (Anthyllis alpestris)
Il sentiero gira verso Sud ai piedi del Sas di Beccé un picco isolato costituito da Dolomia di San Cassiano risalente al Carnico, un periodo geologico successivo a quello relativo alle vulcaniti.
Il Sas di Beccé |
Crotonella fior di Giove (Lychnis flos jovis) |
Il gruppo del Sella e la Marmolada sono infatti
separati dalla lunga catena del Padon una roccia vulcanica di colore variabile
dal grigio-marrone al nero.
Queste rocce scure sono prevalentemente costituiti da ceneri e lapilli vulcanici
eruttati durante il periodo “ Ladinico ” ( Trias-Medio circa 230 milioni di anni
fa ) e successivamente consolidati.
Colonna stratigrafica ideale delle Dolomiti
In tale periodo le Dolomiti costituivano una zona di subduzione della crosta terrestre e furono di conseguenza interessate dall’azione vulcanica.
La caldera principale si trovava nella zona di Predazzo e i camini vulcanici interessarono tutte i territori compresi tra il Latemar, il Padon e i Monzoni nel gruppo della Marmolada.
Sempre ai piedi del Sas di Beccé troviamo la Biscutella ma anche le specie che seguono:
Biscutella montanina (Biscutella levigata)
Raponzolo delle Dolomiti (Phyteuma sieberi)
Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris)
La macchina fotografica va tenuta a tracolla che ad ogni metro s'incontra qualche specie diversa. E' un'esplosione di colori.
Sulla di Monte (Hedysarum hedysaroides) |
Bottonaria (Globularia nudicaulis) |
Le specie più interessanti sono di solito quelle abbarbicate sulle rocce:
Bonarota comune (Paederota bonarota)
La dorsale erbosa caratterizza proprio la parte del percorso interessata dai depositi piroclastici; a destra fa capolino la Marmolada.
La verde dorsale del Padon con a sx il Sas da Ciapel ( m.2557)
Achillea del Clavena (Achillea clavenae)
Botton d'oro (Trollius europaeus)
Il Gruppo del Sassopiatto - Sassolungo (m.3181)
Genzianella primaticcia (Gentiana verna)
Anemone del M.te Baldo (Anemonoides baldensis)
Ormino montano (Horminum pyrenaicum)
|
Genziana punteggiata (Gentiana punctata)
|
In poco tempo si raggiunge la sella del Col de Cuch da dove si osservano il Gran Vernel, le valli glaciali sospese ai lati del Collac e i prati erbosi della Crepa Neigra anche questa costituita come è evidente dal colore, da rocce vulcaniche.,
Dalla sella del Col de Cuch
Giriamoci dalla parte opposta per dare un'occhiata al Piz Boè:
Il Gruppo del Sella - Pordoi con il Piz Boè (m. 3152)
Salice reticolato (Salix reticulata)
Camedrio alpino (Dryas octopetala)
Per evitare di scontrarsi anche verbalmente con i turisti che affollano con cane al seguito il sentiero principale, ci incamminiamo lungo la via di cresta dove bisogna essere un po' più cauti.
Silene acaule (Silene acaulis)
Ambretta strisciante (Geum reptans)
Astro alpino (Aster alpinus)
Ad un certo punto prima della discesa al rifugio si osservano delle belle formazioni costituite da materiale lavico:
Catena del Padon: conglomerati vulcanoclastici
Conglomerato della Marmolada: particolari
Negritella (Nigritella nigra) |
Linaiola d'alpe (Linaria alpina) |
Papavero retico (Papavero rhaeticum)
L'habitat della specie che segue rispecchia in parte il nome: l'ho fotografato infatti in una zona arida con terreno disciolto sassoso ad una quota superiore ai 2300 m.
Arenaria (Arenaria biflora)
Prima di scendere al rifugio, dalla linea di cresta è possibile vedere il proseguo della catena del Padon con il Sass Ciapel in primo piano e La Mesola (m.2727) appena dietro. Quelle cime erano contese tra gli italiani e gli austriaci durante la Grande Guerra. A Porta Vescovo inizia la ferrata detta per l'appunto delle Trincee che intrepido affrontai con piede fermo e incurante del pericolo negli anni della giovinezza. E' considerata la ferrata più difficile ed esposta delle Dolomiti.
Sullo sfondo la Tofana di Roces e il Col di Lana; in primo piano il Sas Ciapel e la Mesola
La zona del Passo Pordoi è come si vede ricchissima per quanto riguarda la flora....mentre a occhio, la fauna si trova altrove visto il traffico di Sapiens.
A quanto mi dicono il Rifugio Piz Boè è in ricostruzione...che divenga un Resort 5 stelle per i miliardari russi che riciclano il denaro delle loro mafie?
Quale sarà il destino delle Dolomiti Bene Unesco ma Non Troppo?
Padon - Lago di Fedaia - Marmolada - Gran Vernel - Collac
Tra Resort e Rifugi a 5Sterne dove servono il caviale, non si capisce più dove ci si trova. Montagna o Disneyland?
Non mancano poi le nuove funivie in barba a tutte le denunce degli ambientalisti ma coerenti con le finte politiche green.
Mettiamoci poi i giochi invernali con nuove piste da sci che non bastavano le esistenti e il quadro Unesco è completo.
https://www.salto.bz/it/article/27102021/26-30-ottobre-2018
https://www.salto.bz/it/article/26102021/le-alpi-inadatte-le-olimpiadi