A MONTE CIMA
<< SULLE TRACCE DI PAOLO MONELLI >>
Paolo Monelli (1891-1984) |
Macchina fotografica a soffietto con negativo 120 |
<< Sior tenente, percossa elo che se retirén ? >>
Appassionato degli avvenimenti della Prima Guerra Mondiale combattuta sui monti trentini, ho acquistato recentemente il libro " Le Scarpe al Sole " dell'allora tenente Paolo Monelli poi affermato giornalista, scrittore e pure linguista come ho scoperto recentemente in una trasmissione di Rai Scuola .
E' riportato anche nella prefazione del libro e nel glossario sulla " naja " che lo chiude, questa attenzione sua personale sulla lingua e sull'abuso dei termini inglesi a cui si è sempre opposto.
Monelli ha documentato le sue vicissitudini anche con la fotografia ( posseggo una macchina Kodak Vollenda 620 a soffietto del tutto simile a quella dell'autore che trovò casualmente in treno mia madre negli anni 50, per cui mi son stupito del fatto che 30 anni prima già ci fosse qualcosa di simile probabilmente di marca tedesca ).
Grazie alla collaborazione tra la Biblioteca Statale "A.Baldini " di Roma e l'Associazione Storico Culturale di Borgo Valsugana che gestisce anche il locale museo della guerra è stato possibile riorganizzare l'archivio del giornalista e stabilire luoghi e date delle foto da lui riprese.
E' nata una mostra e un libro a cura di Giuseppe Ielen e Luca Girotto che s'intitola: 1915-1918 AL FRONTE CON PAOLO MONELLI:
Il nostro ha avuto il battesimo del fuoco su Monte Cima (m.2032) una montagna che domina la Valsugana sopra l'abitato di Strigno e costituisce la prima di una serie di cime del sottogruppo di Rava sul fianco sinistro della Val Campelle.
E così mi sono incamminato verso la méta che inseguivo da tempo.
<< Mah. Ordini così >>
Le fortificazioni più importanti sono quelle lungo la cresta M.te Cenon - Croz Primalunetta. Prima della " Offensiva di Primavera " le truppe italiane erano appostate sotto il Lagorai ma dovettero ritirarsi passando dalla Val Calamento alla Val Campelle. In una gita successiva salendo dal Rif.Caldenave sono riuscito a raggiungere la Forcella di Tavarade e i laghi di Pilo sottostanti. Il tempo piuttosto balengo non mi ha permesso di percorrere la zona di cresta verso il M.te Cenon per cui un giorno dovrò ritornarci per completare il percorso segnato in violetto.
Ho comunque una discreta raccolta d'immagini eseguite lungo i due tratti in giallo che documenta questa zona detta del granito, roccia che affiora dal basamento metamorfico su cui poggia tutto il gruppo di Cima d'Asta e pure il Lagorai. ( In Val Campelle )
Lasciata l'auto in divieto di sosta presso la Malga Cenon con la promessa di acquistare al ritorno mezzo quintale di formaggio, ho seguito il sentiero 333 raggiungendo in circa mezzora la Cappella di San Bortolo (m.1722) dove finisce la strada forestale.
<< Sti porsei de todeschi i è rivai su Sima Undese e Dòdese; alora sì che sten ben! >>
San Bortolo
Da qui partirebbe il tracciato consigliato che porta nella zona detta di Primalunetta. Il mio obiettivo era però quello di raggiungere la Forcella di Dogo per salire su M.te Cima per cui ho proseguito lungo il sentiero.
<< Parcossa elo che non sén restai in sima al Setole? Bombe a man e fusilae, can da l'ostia, voria vederli sti musi de mocheni a ciaparne la posision! >>
Malga Primaluna (m.1842)
<< Chi va là? Alpini! Parola! Can da l'ostia, sacramento, no te senti paese che sén alpini Dio Madonna ? >>
Da Valcava scende un torrentello dove cresce copioso il crescione una pianta amante dell'acqua molto saporita al gusto:
Crescione d'acqua (Nasturtium Officinale)
Forcella del Dogo (m.1972)
Monte Cima, 26 maggio 1916
<< All'alba salgono due bei battaglioni di ungheresi alla conquista d'Italia, bei ragazzi giovani. Giungono nella nebbia, reticolati non s'è fatto tempo a farne; la prima linea è un velo. Urrà! Hanno dunque vinto. La certezza della vittoria l'abbiamo ritrovata dopo, sul volto proteso di tutti i morti, stroncati dalle bombe, fulminati, baionettati: con quella certezza son morti. >>
Monte Cima in centro nella foto nell'aprile 1916
A Monte Cima fino agli anni 60 era attiva una cava di quarzite. Ben visibili gli scavi e i detriti di risulta che hanno sicuramente rovinato la montagna; sono rimasti in loco elementi in ferro che facevano parte della teleferica utilizzata per portare a valle il materiale.
<< Indietro c'era il battaglion Feltre che era stato portato via dal fondo valle e i soldati credevano che s'andasse a riposo e quando gli avevano ordinato di avviarsi per quel sentierino da bestie nella notte e nella pioggia, avevano cominciato a bestemmiare la naja ed erano giunti proprio allora dopo sei ore di marcia, affranti e fuori la grazia di Dio.
E al grido di allarme del colonnello Bozzano, son balzati, hanno sfogato la loro rabbia su quella gente .....pochi minuti di mischia, con bombe e baionette, col calcio del fucile, cade il colonnello e molti altri ma poi i nemici son travolti.
Chi sarà tornato dei bei battaglioni ungheresi a raccontar la sconfitta? >>
Tavola illustrativa a San Bortolo
Rododendro ferrugineo (Rhododendro ferrugineum)
<< Faoro da Lamon da borghese faceva il contrabbandiere. E' un buon soldato e sul Col San Giovanni è andato da solo alla baionetta contro quattro austriaci. Ma una sera si confida con il suo ufficiale: << Sior tenente, se fa la guerra par slargar el confin, e mi perdo el mestier >>.
Sullo sfondo incorniciate dal pezzo di teleferica, si notano le cime del Lagorai mentre a destra appare la cresta Cenon - Croz di Primalunetta alla base del quale mi sarei arrampicato nello spazio - tempo successivo.
Quarzite |
Pinguicola (Pinguicola leptoceras) |
Non sono molti i fiori che crescono sul suolo granitico oltre i duemila metri e di questo mi sono reso conto in altre gite intorno a Cima d'Asta. Abbondano estesi cespugli di rododendro e spunta ogni tanto qualche gruppo di genziane punteggiate.
Genziana punteggiata (Gentiana punctata)
Ma diamo un'occhiata al panorama per capire dove ci troviamo e cosa possiamo mirare all'orizzonte anche se privi di obice; la giornata purtroppo non è molto
limpida:
Verso Nord: Lagorai sulllo sfondo; Cenon - Croz di Primalunetta - Forcella Taverade - Primaluna
Verso Sud: Valsugana con lo spigolo di M.te Mezza, il Tesino in centro e sullo sfondo la catena Tomatico - Peurna - Solaroli - Monte Grappa
Verso Ovest: Caldiera - Cima 11 - Cima 12 - Cima Vezzena - Vigolana - Panarotta
Verso Nord-Est: Croz Primalunetta - Primaluna - Ravetta - Piano del Tauro
Le tracce delle fortificazioni di guerra sono labili; spunta qua e là qualche spezzone di filo spinato ma non molto altro. Su ogni lato appaioni dei bei massi in granito e su quello Sud c'è una caverna che ancora ospita l'attrezzatura relativa alla teleferica. Prima o poi con la penuria globale di materiale ferroso spunteranno nuovi recuperanti.
<< Tu vieni da Monte Cima? Rispondo di sì con un poco di gloriola. Penso che il tenente m'ammiri, Monte Cima, ostia, vuol dire il nemico fermato, un caposaldo conservato, il pranzetto soave che mi hai offerto >>.
<< Stai attento che se il generale ti vede con quei capelli lunghi ti caccia dentro....... >>.
Fatto dietrofront ho cercato tra i sfasciumi altre specie di fiori:
Tanaceto alpino (Tanacetum alpinum)
Cariofillata montana (Geum montanum)
Cinquefoglie fior d'oro (Potentilla aurea)
La malga di Primaluna in stato di abbandono è realizzata con bei massi in granito:
Il granito di Malga Primaluna (m.1842)
Il maggiore Bosio ha per le scartoffie e le pratiche un odio edificante:
Un fonogramma della Divisione dice così: " Prego comunicarmi il numero delle cartucce sparate nel combattimento di ieri ".
<< Manaresi risponda così: 44252 e tre scatti a vuoto. Non dimentichi gli scatti a vuoto. >>
W Bosio!
Nei prati di San Bortolo oltre al caglio fioriscono la violetta gialla e il timo:
Caglio alpino (Galium anisophillon)
Timo
Viola
Timo e viola sono di difficile classificazione per cui non ho specificato la specie. Anche il caglio appartiene in realtà ad una famiglia molto vasta.
E poi e poi..... si ritorna a baito dove c'è Marco pronto a sbusarme le rode se non tengo fede ai patti:
El formai de Malga Cenon
Tasi che te ciapi pure del butiro chel cartel dise che normalmente te lo poi sognare...
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Formai Vin e Personaggi a Malga Cenon
Ivi alla malga Cenon apparve un barbon che si rivelò poi essere il gestore del Rif.Caldenave che faseva provvista de Galbani da smerciar sulla fiducia.
Un gestore sui generis contrario alla gestione del rifugio suo medesimo.
Guardandomi di sbieco mi minacciò: << guai se te vei a magnar da mi, portate i paneti da casa .>>
E così il giovedì successivo mi fiondai faticosamente da quelle parti .... senza paneti ma col sacco a pelo nello zaino.
Faticosamente, perchè volevo dare un'occhiata alla ex cava Mattei di feldspati di cui non esiste la minima traccia che se l'è ingoiata il bosco...ma lo scoprii dopo aver percorso il ripido zig-zag del sentiero bestemmiando naja per non dir altro.
Nel pomeriggio non contento mi sparai la salita lungo la Val Ravetta per dare un'occhiata alle postazioni che poi non vidi affatto a causa della nebbia.
Insomma da ste bande non se vede un keiser forse per l'abuso de grappa nasconduda dai tempi de guera imboscai dal gestor barbon.
La Val Ravetta
In Val Ravetta e dintorni sono impressionanti le frane ma anche i depositi sabbiosi di granito; a quanto pare gli agenti atmosferici hanno la meglio anche sulla dura roccia intrusiva. E' solo questione di tempo....ovviamente geologico.
Invece per i ghiacciai è solo questione di anni....da Punta Rocca sulla Marmolada il 3 luglio 2022 è venuta giù una frana che è costata la vita ad una decina di escursionisti. Andar per i monti non è da prendere sottogamba specie nelle vicinanze dei ghiacciai particolarmente instabili a causa del riscaldamento globale.
Sentiero della memoria
Forcella Caldenave
Su Forcella Caldenave esiste ancora qualche muretto a secco che si affaccia verso il Lagorai e M.te Nassàre:
Resti di fortificazioni a Forcella Caldenave
Qui le forcelle non si contano e più a Ovest ad un centinaio di metri c'è quella di Tavarade che domina i laghi di Pilo.
A sx Forcella Tavarade e cresta del Croz di Primalunetta - Cenon
<< Chi verrà in tempo di pace a veder la Primalunetta, gli parrà impossibile che si sia potuto prender d'assalto e conquistare, senza nemmeno un colpo di artiglieria, questa cresta che s'inalbera contro il cielo e da una parte e dall'altra precipita giù quasi a picco.
Già oggi, ad un giorno di distanza dal combattimento, l'impresa par favolosa >>.
Da Forcella Tavarade parte il percorso lungo la linea di fortificazione ma visto il tempo e la stanchezza mi sono limitato a dare una occhiata al lago sottostante.
Un obiettivo è stato comunque raggiunto quello di vedere nello spazio tempo passato: una settimana prima laggiù su M.te Cima al centro della foto che segue c'era il mio Avatar. Son forze io sig nore chello lacciù? Sta grappa al mugo me gira gli orizzonti....
Primaluna e M.te Cima al centro della foto
Ed ecco dalla cima nemica geme un suono d'armonica, strascicato: lo commenta il torrente invisibile nella valle, le piccole guardie da una parte e dall'altra stanno sospese ad ascoltare. Tenerezza di focolari lontani, nella malga veneta o nella pustza, donne lontane che attendono da tanto tempo, odore di maggio nelle zolle del campo lontano...
Laghetti Buse di Pilo
Il luogo è oggi molto frequentato......dai girini:
La musica finisce.
<< Bona note, porci taliani. >>
<< Bona note, fioi de cani .>>
Dopo una discesa a capocollo e speck mi attende l'oste smemore che mi allunga la cena e un bicer de grappa al cirmolo! Mazza sel beve quell'ostrega de barbon con na carga de fioi al seguito! A proposito di Cirmolo. Qui avvenimento più dell'aldilà che di qua incontrai il fratello del Cazzanelli di Borgo compagno di avventure universitarie dove de mule non se vedeva un fico sec. El Cazza fratello mi << erudisse >> sul fatto che il Cirmolo dal legno bello e profumao ha qui il suo areale più sudista; anca più a Est manca del tut.
Vago a dormir storno dopo n'ultima ociada alle cime nel tramonto della calda istà.....Hic!
Cima di Caldenave (m.2440)
Termina qui il reportage di Monte Cima e dintorni ma non terminano le gite sui monti che nuovi orizzonti sono sempre lì ad attenderti. L'Avatar dopo le Buse Todesche dell'indomani è sulle tracce del Monelli miracolato di mille battaglie che lui stesso si domandava come mai fosse riuscito a sopravvivere su tutti i fronti senza beccarsi la definitiva pallottola.
A luglio in una magnifica giornata in carne e ossa son migrato più a Sud, sul Castelgomberto che domina la pianura e la Marcesina .....ma questa è un'altra storia.
Libro edizione del 1922 e cimeli dell'autore in mostra presso il Museo di Borgo Valsugana
NOTE A MARGINE
Il libro di Monelli è considerato un capolavoro di poesia e umanità. La prima pubblicazione è del 1921 e rifugge quindi tutta la retorica nata con il fascismo.
E fascisti furono quelli che non sporcarono mai le scarpe di palta e di merda di mulo ma si riempirono la bocca di retorica e di parole le stesse che in ogni paese sono scolpite sui marmi sotto l'elenco dei caduti.
Edizione del 1955 con litografie di M.Vellani Marchi
Lungi dal criticare retoricamente l'inutile strage nel libro si parla di vino, di muli e di alpini che massacrati nella vita spesso da emigranti nei suoli todeschi furono poi massacrati in guerra combattendo contro chi gli garantiva un pane più equo di quello patrio!
Non mancano le note più ironiche che di rabbia, per quei comandanti che nei letti profumati spesso in compagnia di graziose meretrici, mandarono gli uomini contro i reticolati e le mitragliatrici con ordini nefasti. Ma i soldati pur bestemmiando contro Dio e la naja andarona avanti lo stesso dopo l'ultimo sorso di vino tirando le scarpe al sole sotto un cielo di un azzurro tenue e nei prati ricoperti di fiori.
Scritto nel Giugno - Luglio 2022