UN FIORE AL GIORNO NELLA VALLE DI SEREN

 

 

E' il giorno 13 febbraio e il primo fiore che appare all'escursionista è ovviamente quello della primula.

 

 

 

Primula vulgaris

 

 

Questa specie è considerata il simbolo della primavera e del rinnovamento che questa stagione porta con sé. Emblema di giovinezza e di precocità, è nella tradizione di molti popoli, pianta augurale. Specie officinale commestibile, le foglie più giovani possono essere consumate in insalata, ottime anche lessate e nei minestroni.

Nello stesso periodo fioriscono sotto i faggi le bellissime Rose di Natale. Nei versanti posti a settentrione questa specie è presente per tutto il mese di marzo.

 

 

 

Helleborus niger
 

 

Tipico fiore delle prealpi, appare numeroso anche a Ovest della valle dell'Adige in particolare al Passo di Tremalzo sul confine bresciano.

Come tutte le ranuncolacee è specie tossica. Gli antichi greci ricorrevano alla frase "aver bisogno dell'Elleboro" per indicare i folli che venivano curati appunto con questa pianta. Pare che gli antichi filosofi ricorressero ai principi attivi della pianta per raggiungere uno stato ipnotico, molto simile alla meditazione profonda.

A metà marzo i tempi sono maturi per l'epatica dall'inconfondibile colore blu:

 

 

 

Hepatica nobilis

 

 

Nel sottobosco costituito zona da carpino e nocciolo forma estesi tappeti. Appartiene anche lei alle ranuncolacee e contrariamente a quanto suggerisce il nome è anch'essa tossica. Dal latino " hepar " = " fegato " per il colore della pagina inferiore e la forma delle foglie che ricordano appunto il fegato.

E' il primo giorno di primavera ed appare l'elleboro verde. Stretto parente della Rosa di Natale è un fiore elegante generalmente gregario.

Qui è fotografato lungo il fiume Stizzon appena al disotto della chiesetta di Caupo:

 

 

 

Helleborus bocconei
 

 

Fiorisce tra gennaio ed aprile ed è specie diffusa nell'Italia Centro Meridionale dove preferisce boschi cedui, siepi, scarpate, margini dei boschi in luoghi freschi e ombrosi da 0 a 1700 m.

Negli stessi luoghi appare la gagea fragifera :

 

 

 

Gagea fragifera

 

 

Piccola pianta della famiglia delle liliacee il suo habitat è costituito generalmente dai pascoli alpini e subalpini, preferibilmente su terreno acido tra 1000 e 2800 metri  Qui è appena 300 metri sul livello del mare e le rocce intorno sono quelle carbonatiche. Probabilmente il substrato superficiale ha subito un processo di nitrificazione.

Più in quota comincia a fiorire la dentaria a nove foglie. Il nome specifico è evidentemente connesso al numero totale degli elementi fogliari (3x3).

 

 

 

Cardamine enneaphyllos

 

 

Ai primi di aprile appare anche la pulmonaria:

 

 

 

Pulmonaria officinalis

 

 

I fiori sono di colore diverso alcuni viola, altri rosa; le foglie hanno numerose macchie che ricordano i vacuoli polmonari. Appartiene alla famiglia delle Boraginacee che annovera specie officinali tossiche ma anche commestibili.

Quando i fiori dell'epatica sono quasi scomparsi più o meno negli stessi luoghi appare un altro bellissimo fiore blu: la pervinca dai caratteristici petali ad elica:

 

 

 

Vinca minor

 

 

Il nome del genere dal latino " vincire " = " legare ", perché i lunghi getti striscianti erano usati per preparare ghirlande con cui le ragazze amavano cingersi il capo.

E' accompagnata dalla fioritura delle viole nelle varietà bianca e blu:

 

 

 

Viola alba

 

 

 

Viola hirta

 

 

Viola è un genere difficile, anche per la possibilità di ibridazione interspecifica per cui rimane qualche dubbio sulla classificazione di quest'ultima.

 

 

 

 

Ornithogalum umbellatum

 

 

" Latte di gallina " traduzione letterale del nome latino è specie comune in tutto il territorio italiano, isole comprese. La troviamo anche in campagna nei frutteti.

 

 

 

Fumaria capreolata

 

 

E' specie presente in tutto il territorio e il suo habitat è costituito da siepi, luoghi pietrosi, campi, muri, orti, vigne, incolti e giardini tra 0÷1.200 m s.l.m.

La Borsa Pastore a fiori grandi appare lungo i sentieri:

 

 

 

Capsella grandiflora

 

 

Il nome fa riferimento alla forma della siliquia simile a una vecchia borsa che usavano i pastori e deriva dal latino " capsa " = " custodia ".
L'epiteto della specie è legato alla dimensione del fiore appunto più grande di quello della Borsa Pastore comune, molto più diffusa.



 

 

Anthyllis vulneraria

 

 

E' specie ubiquitaria e cresce sui prati aridi, pascoli, scarpate sassose su terreno preferibilmente calcareo tra 0÷3000 m slm.



 

 

Anemonoides ranunculoides

 

 

E' una specie piuttosto rara, spesso protetta a livello regionale è presente in tutto l’arco alpino e nell’Appennino Settentrionale, Centrale e Meridionale fino alla Basilicata, manca in Puglia, Sicilia e Sardegna. Fiorisce in Febbraio-Maggio, prima che i boschi che la ospitano diventino ombrosi per la crescita delle foglie. L'ho rinvenuta numerosa vicino alla strada tra le piante di robinia.

Attorno al periodo pasquale ha fatto la sua comparsa il nontiscodardimè:


 

 

Myosotis sylvatica

 

 

In Germania nel periodo medievale si raccontava che un cavaliere e la sua dama, passeggiando sulle rive di un fiume scorsero questi fiorellini e il cavaliere per offrirne un mazzolino alla dama si chinò talmente, che sotto il peso dell'armatura, scivolò da cavallo nell'acqua del fiume e prima di affogare disse alla sua amata " vergiss mein nicht" cioè nontiscordardime. Nasce da questa leggenda il fatto che il fiore di nontiscordardimè viene associato all'idea del vero amore.

E anche il periodo di fioritura del geranio stellato, specie tipica dei boschi radi amante dell'ombra:

 

 

Geranium phaeum
 

 

La lista sarebbe destinata ad allungarsi ma mi fermo qui con l'ultima chicca: l'orchide militare che merita più di una foto vista la rarità:

 

 

 

Orchis militaris

 

 

Ha un fusto alto fino a 50 cm. La parte alta del fiore assomiglia ad un elmo appuntito. Il labello di color viola è cosparso di numerose papille dallo stesso colore. Di forma triloba presenta nell'estremità inferiore due lacinee con una piccola protuberanza o codina che contribuisce a dare al fiore l'aspetto di una scimmia.

 

 

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