UNA GIORNATA PARTICOLARE
Le terme di Diocleziano distano dieci minuti a piedi dall'Hotel Siviglia. Sono le 8.36, il museo è ancora chiuso ma mi intrufolo dentro il cortile per eseguire la foto che segue ispirato dalla lezione di Ghirri e dalla sua metafisica:
Terme di Diocleziano
Fotografo incurante delle maledizioni della custode che mi intima di uscire immediatamente dal cancello. Prima scatto e poi me ne vado... sono venuto a Roma per i reperti romani, le statue, le colonne, i cippi con involucro e non ....l'intezione è di non farmene scappare nessuno, costi qualche maledizione!
Superata P.za Esedra percorriamo via Quattro Fontane per entrare poi a Palazzo Barberini:
Palazzo Barberini: Scalone Interno
La direttrice del museo, ha postato in Internet una bella pubblicità alla struttura di cui è responsabile....ma guarda il caso, è visitabile un solo piano, manca il personale di custodia .
La solita palla italiana che fa vomitare a più non posso!
Pazienza ci accontentiamo del piano nobile dove sono sistemate le opere più importanti.
Alle 10.22 ci troviamo davanti alla tagliatrice di teste, tale Giuditta, ammirata da una decina di alunni accompagnati dal proprio insegnante:
Caravaggio: Giuditta e Oloferne
Il museo conta tra le opere più famose la Fornarina di Raffaello, il ritratto di Enrico VIII di Holbein.
Palazzo Barberini ha un salone d'onore gigantesco decorato da Pietro da Cortona. Ci troviamo davanti o meglio sotto ad una delle tante opere un po' megalomani della Roma barocca, opere che dovevano celebrare il papa di turno:
Salone monumentale: " La Divina Provvidenza" di Pietro da Cortona
Il proverbio: " Ciò che non fecero i barbari lo fecero i Barberini " suggerisce che le vestigia romane lasciarono spazio alle ville e palazzi barocchi dei principi e dei papi; lo stesso accadde nella seconda metà dell'800 e nel periodo fascista per i quartieri medioevali, di cui nella città eterna rimane ben poca traccia .
Palazzo Barberini: Donna Velata
Lasciamo il palazzo per la Galleria Civica d'Arte Moderna che è poco distante; dobbiamo toglierci di dosso il pesante velo barocco per respirare l'aria fresca del 900.
Galleria Civica d'Arte Moderna: cortile interno
La galleria ospitava la mostra temporanea dal titolo: " Affinità Elettive: da De Chirico a Burri ". Tra i vari pittori in esposizione: Morandi, Casorati,
De Pisis; tra gli scultori emergeva la figura di Arturo Martini con il suo " Pastore " in terracotta, opera fragile ( è andata in pezzi ed è stata pazientemente ricomposta ) ma piena di forza e temperamento:
Arturo Martini: " Il Pastore "
I " Sacchi " di Burri ornavano in perfetto isolamento una delle pareti del museo:
Burri: " Sacchi "
Pasteggiamo nel cortile interno pensando venalmente ad un bel branzino ai ferri:
Alle ore 13.27 recuperate le forze ci dirigiamo verso Trinità dei Monti passando davanti al portone un po' inquietante di quella che dovrebbe essere una biblioteca: bel modo di attirare i potenziali lettori!
Via Sistina
Sullo sfondo s'intravede l'obelisco e uno dei campanili della facciata della chiesa di Trinità dei Monti; sulla famosa scalinata ci attende l'immancabile
cartello " Stiamo lavorando per voi " ; la città come al solito è un cantiere. Finiranno mai i lavori? Boh? Proseguiamo delusi per il Pincio:
S.Pietro da Via Trinità dei Monti
In questi tempi moderni dove tutte le leggi sul paesaggio sono state concepite per rovinarlo ( parole di Sciascia ) ci vuole una certa abilità per estrapolare la grande bellezza. Fotografi e registi a volte ci riescono... e la luce fa la sua parte:
Ombre lunghe a P.za del Popolo
Scesi in piazza, superate le mure aureliane prendiamo il tram che ci condurrà al Parco della Musica:
Renzo Piano: Parco della Musica
La città s'è dotata di qualche insigne monumento moderno ma forse un po' in ritardo rispetto a quanto accaduto nelle altre metropoli europee.
Sono le ore 14.59 e la luce è perfetta per scolpire le forme elissoidali che compongono l'auditorium.
L'interno è visitabile solo nel fine settimana e il biglietto da 12.50 Euro non è proprio allettante per il potenziale visitatore.
Sul Parco della Musica dove ho trascorso più di un'ora cercando le migliori prospettive ci tornerò...
Facciamo dietrofront, torniamo a P.za del Popolo, percorriamo Via del Corso; a piazza Colonna c'è Palazzo Chigi un po' più in la Montecitorio...di politici nessuna traccia.....dormono, dormono sulla collina....o forse parlano, parlano, parlano....
La Fontana di Trevi è poco distante:
Fontana di Trevi: i Selfie
Ecco il popolo dei Selfie!! La celebre fontana è presa d'assalto e solo a spintoni sarebbe stato possibile giungere in prossimità della vasca ....
Viva i tempi di Anita non la Garibaldi, ma la Ekberg della Dolce Vita. L'attrice svedese dalle forme generose bagnava le sue grazie davanti a un Marcello Mastroianni stupefatto! E mi sa che non si trattava di finzione; chi non lo sarebbe stato?
Anita Ekberg sul set della " Dolce Vita " 1960
Oggi rimangono i selfie dell'infernale spirale post-post moderna del protagonismo a tutti costi.
Scappiamo dalla Fontana abietta per goderci il tramonto sul colle del Quirinale:
Via della Dataria: Il Quirinale
Nella piazza i Dioscuri sono in restauro anche loro...
Leggo da wikipedia che nella piazza si trovava, proveniente dalle vicine terme di Costantino, l'imponente gruppo marmoreo dei Diòscuri,
composto dalle due figure maschili che tengono a freno i loro cavalli , voltati verso il sito delle antiche Terme.
Il Fontana ( 1543-1607) ne dispose il restauro, li trasportò in posizione più centrale nella piazza, in modo da chiudere lo scenario
della lunga via Pia (le attuali via del Quirinale e via XX Settembre).
P.zza del Quirinale: Dioscuri
Sono le ore 17.35 percorriamo stanchi la Manica Lunga del Quirinale per dare l'ultima fuggevole occhiata alla volta decorata di S. Andrea, opera ideata completamente da quel pazzo del Bernini:
S.Andrea del Quirinale: la volta ogivale
Gli angeli come le api ci ronzano intorno alla testa.....siamo giunti vivi, felici e stanchi alla fine di questa giornata particolare...si ringrazia Ettore Scola per aver preso in prestito il celebre titolo.