VILLA ZUPPANI
Villa Zuppani si trova in località Pasa nel comune di Sedico a circa 10 km da Belluno. E' ubicata su un promontorio morenico a poca distanza dal Piave ed è immersa nella campagna dove al bosco si alternano prati e campi coltivati.
La tenuta della villa si estende per circa 15 ettari e comprende una chiesetta vicino al borgo.
Apparteneva alla famiglia Pasa estintasi nel 1578.
Araldica
Nel 600' fu acquistata da Tiberio Zuppani pievano di Sedico e originario del Montenegro regione che apparteneva allora alla Serenissima.
Villa Zuppani
Il corpo padronale è asimmetrico nel senso che comprende i volumi delimitati dai due grandi archi cinquecenteschi e quello con le finestre munite di inferriate. All'interno di questa parte è presente una pavimentazione in ceramica mentre alle pareti c'erano in passato dei dipinti oggi scomparsi.
L'arredamento è assente a parte un inginocchiatoio; questo spazio era utilizzato probabilmente come sala da pranzo vista la vicinanza della cucina.
Pianoterra: inginocchiatoio
Archi e piano terra risalgono al 500' e corrispondevano ad un edificio con portico utilizzato per scopi essenzialmente agricoli. Solo successivamente nel 1694 viene costruita la stalla adiacente, aggiunti i due poggioli centrali e il grande timpano con piccionaia.
Un'altra data conosciuta è quella del 1790 corrispondente alla nomina a vescovo per la diocesi di Feltre e Belluno di Tiberio Zuppani.
Agli inizi dell'800 la villa rustica e priva di decorazioni e marmi doveva apparire come la vediamo oggi forse un po' meno decadente.
Le camere da letto dei proprietari e ospiti nonche lo studiolo erano ubicati al secondo piano e si potevano raggiungere a partire dall'atrio centrale illuminato dalle trifore seicentesche presenti su entrambi i lati.
L'atrio al secondo piano
Alle pareti sono presenti dei dipinti murali a tema religioso realizzati dal pittore di impostazione neoclassica Girolamo Moech (Belluno, 1792 -1857).
Gli affreschi sono però in un cattivo stato di conservazione.
A sinistra dell'ampio corridoio, si accede allo studiolo; sul tavolo c'è un quaderno manoscritto dalla contessa scomparsa nel 2000.
Dopo vari contenziosi riguardo all'eredità, la proprietà è passata all provincia di Belluno che però non è in grado di gestire questo bene storico.
La stessa provincia ha emesso un bando per cedere la gestione della villa e della tenuta a eventuali enti o associazioni.
Il bene in oggetto è sottoposto al vincolo di conservazione allo scopo di creare un centro studi ( Centro Zuppani ) per la ricerca scientifica e per la salvaguardia e il recupero della fauna selvatica.
Il bando è stato aggiudicato alla Cooperativa Sociale Cantiere della Provvidenza che si occupa di varie attività come la coltura del baco da seta compresa la piantumazione di gelsi, laboratori artigianali protetti con prodotti ottenuti da carta riciclata.
Si occupa inoltre di agricoltura sostenibile dalla produzione alla vendita e ristorazione e fornisce mano d'opera per interventi di restauro e manutenzione.
( https://cantieredellaprovvidenza.com/ )
L'ultimo quaderno di Francesca Zuppani
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Lo studiolo: particolari
In passato la villa è stata utilizzata anche come studio fotografico stante il materiale depositato nella stalla quale ingranditori di tutti i tipi e dimensione e materiale di sviluppo e stampa.
Alcuni li ho consegnati personalmente alla biblioteca di Pedavena che raccoglie anche il materiale fotografico dell'archivio feltrino. Ho inviato le foto eseguite nella villa più di due anni fa ma nell'archivio non ve nè traccia. Pare che la gestione del tutto gravi sulle spalle di un unico volontario.
( http://fotostorica.feltrino.bl.it/ )
La Contessa Zuppani
Non conosco il grado di parentela della Contessa con il personaggio ritratto nella foto che segue; il giovane laureando in Giurisprudenza potrebbe essere il padre o più probabilmente il nonno visto la data riportata a tergo.
Anno 1882
Camera da letto
Camera da letto
Come si evince dal cinturone nella foto che segue, qui ha vissuto sicuramente un appassionato cacciatore che da una parte sparava ai pennuti e dall'altra li allevava per diletto.
A dirla tutta gli uccelli catturati in passato anche con il vischio erano un alimento caratteristico della tradizione bellunese: la famosa polenta e osei.
Al terzo piano una stanza è infatti occupata da decine di gabbiette di tutte le dimensioni.
Il secondo piano è occupato dalle soffitte; vuoto risulta l'atrio superiore con le grandi finestre.
Scendendo a piano terra ho dato un ultimo sguardo alle camere da letto; ho scostato una busta sul comodino ed è comparso un inquietante emblema della caducità della vita....
" Memento mori "
A mio parere la villa ha bisogno di un urgente restaturo sia nell'edificio esterno che negli interni compresi i dipinti.
Gli oggetti puliti e recuperati e selezionati opportunamente dovrebbero essere risistemati in armadi e vetrine.
Solo in questo modo la villa potrebbe diventare un museo visitabile a tutti gli effetti.
Ovviamente servirebbe tutto quello che concerne la valorizzazione di una struttura museale compreso un piccolo bar e ristoro sistemabile nei locali adiacenti che certo non mancano.