CIBIANA DI CADORE
Il termine di appartenenza << di Cadore>> accompagna molti nomi di paese che gravitano lungo l'asse del Piave a Nord di Longarone su fino a S.Pietro e alla Val Visdende. Sono davvero molti ed è alquanto difficile memorizzare il numero e la posizione degli stessi.
Ci sono anche quelli dell'ampezzano lungo la valle del Boite e quelli lungo l'Ansiei nella zona di Auronzo per l'appunto di Cadore.
Un po' in disparte c'è anche Cibiana lungo la strada che attraverso il passo omonimo conduce nello zoldano.
Cibiana di Cadore
Cibiana è nota per i murales che decorano le pareti delle case delle diverse frazioni che la compongono e per il MMM di Monte Rite un luogo impareggiabile dove il Pelmo e l'Antelao sono così vicini che sembra possibile toccarli.
La frazione propriamente detta Cibiana
Se non fosse che l'abbandono delle attività tradizionali legate alla montagna e l'elevata pressione turistica hanno provocato il degrado del patrimonio edilizio tradizionale, con ovvie ripercussioni sul paesaggio, l'attenzione dell'escursionista fotografo potrebbe concentrarsi anche sull'architettura rurale e su come i montanari abbiano utilizzato le risorse locali per costruire quanto serviva per vivere diremo oggi, in modo compatibile con il loro territorio.
La foto della frazione di Cibiana indica a prescindere da qualche facciata intonacata e anonima una certa omogeneità almeno per quanto riguarda i tetti tutti in lamiera e per le case dove al sasso si alterna il legno.
Agli inizi fu il legno la risorsa più utilizzata anche perchè era la più facile da reperire in loco ma il susseguirsi di incendi devastanti consigliarono anzi obbligarono i residenti ad usare anche la pietra.
Le case in pietra di Cibiana
Prende il nome di Rifabbrico (XIX secolo) la normativa che imponeva l’uso della pietra nell’edilizia per cui già a partire da metà 800 sono scomparse le dimore lignee sostituite i tutto o in parte da quelle in sasso. Le costruzioni rurali nel Cadore possono essere ricondotte a due tipologie, quelle coincidenti con la dimora abitativa che troviamo nei paesi ossia la ceda e quella dei cosiddetti tabiè che, sparsi lungo i prati e pendii avevano la funzione di fienili.
Se la prima in legno si è trasformata in sasso e purtroppo nei tempi attuali in cemento, i secondi venuto meno l'allevamento del bestiame sono quasi scomparsi e solo una ricerca paziente sul territorio permette di scovarne ancora qualcuno.
Ma torniamo ai murales la ragione principale per cui ci troviamo qui; il nostro percorso inizia dalla località Pianezze la più in alto per poi scendere a Cibiana e concludersi a Masariè la frazione più in basso.
" L' emigrante " è il primo murales che s'incontra, tema a quanto pare molto attuale anche se nel 91 quando è stato dipinto non riempiva quotidianamente le pagine dei giornali. Non dimentichiamo comunque che l'emigrazione che riguarda la montagna è sempre stata endemica a causa delle poche risorse naturali a disposizione dei suoi abitanti.
" L'emigrante "
" Al forno "
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" Al barbier "
Qui abbiamo un tema caro ai fotografi ritrattisti:
" La fotografia di Cetta "
" Al masteler "
L'ultimo murales di Pianezze ci ricorda i manifesti pubblicitari degli anni 30 quando il turismo di massa non esisteva:
" L'ospitalità "
Scendiamo a Cibiana dove nella prima piazzetta c'è un' opera con tecnica mista dello spagnolo Vinas:
" Al fuò "
Il fuoco memoria degli incendi che nel passato hanno devastato più di un paese:
" Al guardiacaza " |
" Maria sarta " |
" La cambera de Tita "
Segue quest'opera grafica di Renato Varese realizzata su piastrella:
" I segantin "
" Signore delle cime " |
" Memento mori " |
" Memento mori " ricordati << delli mortacci tuoi >> non esiste tra i murales ma è una libera interpretazione del fotografo....la falce incombe!!!
Ed arriviamo infine a Masariè dove uno dei murales più grandi e più belli è sicuramente quello di Roberto Joos con il suo " Corpus Domini " :
" Corpus Domini "
Altra opera interessante perchè riprende l'architettura di fondo è quella di Miraldo Beghini con la sua " Fameia " del 1981;
" La fameia "
In un angolo rustico della frazione c'è " La lettera da lontan " di Giuliano De Rocco:
" La lettera da lontan "
Per i migranti l'unico modo di tenere i contatti con la famiglia di origine era scrivere una lettera e attendere con trepidazione la risposta....
" Al mandolin de Lelo " |
" Al squarador " |
I murales come da tavola seguente sono molti di più di quelli fotografati, ma non era mia intenzione riproporli tutti. I primi risalgono agli anni 80 e riportano i segni del tempo ma ve ne sono anche di recenti non riportati nella tavola.
Questi affreschi nel contesto dell'antico paese non fanno altro che valorizzarlo per cui Cibiana è sicuramente una mèta da sottolineare in verde (vedi T.C.I. ) sulla carta geografica.