IL GHIACCIAIO NEL FORNO

(dell'Agosto 2024)

 

Come è noto ad alcuni e in particolar agli appassionati di montagna, la dicitura corretta sarebbe " Ghiacciaio dei Forni  " ma con la crisi climatica i ghiacciai di tutto il pianeta soffrono il caldo, le scarse precipitazioni nevose e si sciolgono come " nebbia " al sole. Dunque sono in velocissima ritirata con tutte le conseguenze che si possono immaginare.

23 Agosto 2024; c'è la crisi climatica ma a quanto pare non quella economica che tutti gli alberghi dell'A.A. sono pieni e stracolmi e non si trova una camera in tutta la provincia da Est a Ovest, dalla Pusteria alla Venosta. Forse qualcosa nei Resort a 5 Sterne dove d'inverno paghi 500 euro a notte. Lasciamo l'albergo nella sua totalità a Ronaldo che ha un seguito di 6 milioni di falli e

migriamo dunque in Lombardia e in quel di Bormio dove la stanza si trova ma anche qui, con una certa difficoltà.

Siamo in " Troppi " come recita il libro di Alfonso Lucifredi, una approfondita discussione sulla sovrappopolazione umana e sul futuro del pianeta. Transizione ecologica con 10 miliardi di persone? Bah.....la vedo nera e liquefatta! Ho letto poco tempo fa che la Cina estrae il carbone a tonnellate e in tre settimane ne brucia una quantità equivalente a quella che utilizza l'Europa in un anno! Chiamasi lotta contro-contro la lotta al cambiamento climatico...doppia negazione, dunque nessuna lotta!

Tornando a noi, l'idea dell'oltre Ortles è stata quella di mettere insieme una " pedalata elettrica " salendo al mitico Passo del Gavia e una escursione altrettanto importante sul " Sentiero Glaciologico dei Forni ", una escursione alla portata di tutti che mi ha permesso di dare un'occhiata molto sconsolata a quel che resta del secondo ghiacciaio delle Alpi italiane dopo quello dell'Adamello.

 

 

Anno 2002

 

L' immagine sopra è alquanto datata, come ebbi a lamentarmi con la povera impiegata-studentessa-volontaria che gestisce da sola il Museo del Parco dello Stelvio in località S.Antonio a pochi chilometri da Santa Caterina Valfurva e a pochi metri dal corso del torrente Frodolfo. Qui i nomi suonano strani: Valfurva? Di valle si tratta anche se il richiamo erotico è irrinunciabile. Forni? Frodolfo? Sarà legato all'Ariosto e dunque al Forno? Mistero della fede!

Pare che la sede del parco sia provvisoria e venga spostata .... come il giacciaio che è " risalito " di almeno 500 metri in senso longitudinale in direzione punta Cadini.

In pratica le rocce affiorano ovunque e il ghiacciaio è semidistrutto e frazionato in numerose e strette " lingue " da cui fuoriesce una incredibile quantità di acqua.....come avrò modo di constatare.

Ma inquadriamo meglio la zona dal punto di vista geografico:

 

Carta dei Ghiacciai delle Alpi Retiche Occidentali

 

 

....e da quello delle acque minerali:

 

 

 

Santa Caterina come moltissime località alpine ha saputo sfruttare in passato questa risorsa: l'acqua che madre natura ha messo a disposizione ad uomini e animali e di cui non possiamo fare a meno, pochi o tanti che siamo e saremo.

 

 

 

Se il padiglione è ovviamente scomparso per far posto ad una cinquantina di alberghi e seconde case, alla " sorgente del mulo " ho fatto rifornimento prima dell'escursione.

In paese, al ristorante se chiedi l'acqua del sindaco non gradiscono...devi spendere usando le porcherie in bottiglia di plastica....a #£$%/&! Porc...iè piasse un colpo!

Così al secondo appuntamento con la cena, l'acqua l'ho prelevata gratuitamente dalla sorgente qui sotto.....acqua termale che favorisce la digestione!

 

La sorgente ferruginosa

 

Piazziamo un'altra cartina che in tal senso sono un appassionato collezionista:

 

Mappa dei ghiacciai di Valfurva

 

Lì sulla mappa c'è il Passo Gavia raggiunto in ebike da Ponte di Legno e più a Nord la Santa Caterina . Come si nota c'è tantissimo bianco e dal M.te Vioz pare scenda una unica colata di ghiaccio. Nelle foto storiche di ghiaccio ce n'è ancora molto e la fronte è in prossimità dell'attuale ponte Tibetano a meno di 2500 metri di quota. L'esistenza del ponte suggerisce però che il ghiaccio lì non esiste più.

 

 

Ghiacciaio orientale del Vioz nel 1907 e 1959 a dx

Ghiacciaio centrale nel 1984

 

 

Dal paesello si prende il bus turistico che scarica i gitanti al Rif.Stella Alpina (m.2061) dove sulla destra parte il Sentiero Glaciologico che sale sul lato opposto della valle rispetto a dove è posto il Rif.Branca. Difronte c'è invece la Val Cedec con il Rif. Pizzini ai piedi del Gran Zebrù e del Cevedale. Pare che il Rif.Casati al Cevedale dove salii un'era geologica fa, sia chiuso a causa di un intervento incongruo sulle fondamenta, dunque qui tutto è un po' sinistrato per capirci.

 

 

 

Ponte sul Frodolfo

 

 

Aconito napello

Albero in siesta

 

Salendo in quota, appare verso Nord la mole "sbiancata " del Gran Zebrù (m.3857). Sbiancata qui va inteso come priva di neve e ghiaccio.

 

Gran Zebrù da Sud 2024

 

Notare la differenza con quanto vedevano i soldati nella Prima Guerra mondiale, asserragliati sulle propaggini del Cevedale:

 

Gran Zebrù da Est durante la guerra 15 - 18

 

A proposito di Guerra che va così tanto di moda, anche qui esistono trincee e fortificazioni anche se i combattimenti sono stati sulle montagne di fronte, sul San Matteo e verso il Passo dello Stelvio.

 

 

 

Il Rif.Branca sul lato opposto della valle

Il ghiacciaio dei Forni Orientale

 

L'ultima immagine purtroppo non molto nitida dato il controluce e la giornata parzialmente coperta, mostra un cordone morenico antico e delle imponenti rocce in mezzo alla valle; nel 1984 il fronte del ghiacciaio era proprio lì in basso su quelle rocce dove oggi c'è il ponte tibetano che permette di superare il torrente.

Mi vengono in mente le foto insuperabili di Vittorio Sella (1859-1943) che è stato da queste parti forse anche per documentare la zona di confine che nella Triplice Alleanza l'aria era pesante e l'Italia si prestava a tradire e a sacrificare la bella gioventù per le terre irredente che forse poteva ottenere gratis.

 

 

 

Terra

 

 

Il Vittorio utilizzava una macchina di grande formato ragione per cui quegli scatti sono insuperabili; ovviamente si trattava di lastre e poi di stampe in BN o seppia.

Preso dal " Raptus documentario " ho cominciato a scattare qualche foto impostando il filtro BN direttamente sulla macchina. In realtà potevo ottenerlo in una fase successiva usando " fotosciop "  e probabilmente il risultato sarebbe stato migliore perché la ripresa diretta in BN appiattisce i contrasti ma tanto feci....

 

 

 

Gran Zebrù

 

Il Rif.Branca (m.2493)

 

Per quanto riguarda le specie botaniche siamo a fine stagione ma c'è ancora qualche fiore che mostra i suoi petali:

 

Erioforo

Cerastio

 

Sassifraga zolfina

Epilobio di Fleischer

 

 

Fronte del ghiacciaio orientale

 

Cascata d'acqua

 

Per contrasto piazziamoci un fiore di colore giallo:

 

Ambretta strisciante

...oppure uno rosa pallido:

 

Genziana Aspera

 

 

Prima di scendere nel vallone centrale s'incontrano delle belle formazioni rocciose dove il ghiaccio ha fatto la sua parte, scavandole e lisciandole a dovere:

 

 

Vediamo ora qualche panoramica:

 

Verso il Rif. Branca

 

Il ghiacciaio centrale dei Forni con Cima Cadini in centro e il San Matteo a destra

 

Sull'attuale testata del ghiacciaio guardando verso Nord

 

E finalmente arriviamo alla méta:

 

Gola profonda

 

 

La testata del ghiacciaio è cariata e piena di fratture, buche e tagli. L'acqua che sbuca da lì sotto e scende copiosa da tutte le parti, rende impossibile l'attraversata del torrente per cui non ho potuto metter piede sul ghiaccio. Probabilmente è stato meglio così che in un batter d'occhio finisci all'altro mondo.

Tutto appare sconvolto, in alto su Cima Cadini appare un'enorme zampata e le rocce affiorano ovunque: è una bolgia infernale...un'anticipazione di cosa ci aspetta in futuro, visto il risultato eccellente della Cop29 Azera ( = 0), tenuta un'altra volta in uno stato non democratico che produce combustibili fossili e che fa affari a destra e manca durante le riunioni inutili.

Le colpe però non sono solo da imputare ai produttori di gas e petrolio ma al modello consumista delle società ricche, noi in testa e in fila per raggiungere il centro città in macchina e fare gli acquisti natalizi.

 

 

 

Punta Cadini (m.3524)

 

 

 

Acqua che sgorga da mille ferite e non è un buon segno... e il sangue del ghiacciaio!

 

 

 

Non resta che girare lo sguardo e osservare le sassifraghe che colonizzano le rocce e l'achillea che cresce numerosa qui e la:

 

 

 

Alle 14.30 dopo un pasto frugale, mi accingo a scendere al Rif.Branca e dunque attraversare il famoso ponte tibetano sul rio Frodolfo che precipita fragorosamente a valle:

 

 

 

Trifolio bruno

Campanula barbata

 

Dopo una breve sosta presso il rifugio, lungo la via del ritorno è stato possibile fotografare la cascata del Frodolfo posizionandola esattamente in centro. Nel 1984 proprio lì nel centro della foto ancora esisteva il fronte del ghiacciaio, ora non più.

 

 

 

P.S.

Nel giorno 24 gennaio 2025 il Cinema Costellazione di Oltrisarco (BZ) ha ospitato produttore (Marianna Tolio) e registi (Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon)  del Film - Reportage: MARMOLADA 03.07.22.

In quel giorno di luglio si è verificata una enorme frana composta da neve, ghiaccio e roccia che ha ucciso 11 persone.

Il film premiato a Venezia ( VINCITORE DEL PREMIO CINEMA VENETO – LEONE DI VETRO 2023 ) è una testimonianza emozionante della solidarietà che si è verificata in quella funesta occasione da parte di tutti i soccorritori intervenuti prontamente nella zona. Anche gli abitanti di Canazei si sono stretti a cordoglio con i parenti delle vittime bloccando il tentativo da parte dei pseudo - giornalisti di fare degli scoop sul dolore delle persone coinvolte.

 

www.cineblend.it

 

A causa dell'instabilità del fronte della valanga, i soccorritori specie nelle prime ore della tragedia hanno messo a repentaglio la loro vita per portare in salvo i sopravvissuti .

Le interviste al personale del Soccorso Alpino, ai Vigili del Fuoco, alle Forze di Polizia, ai Carabinieri, alle Unità cinofile e alle autorità effettuate nell'anno successivo della tragedia si fondono naturalmente con una contiguità che lascia basiti.

Bravura dei registi da una parte ma vero e sincero coinvolgimento di tutti gli attori della vicenda che ricordavano con emozione quanto accaduto un anno prima.

 

 

 

“Precipitavano blocchi di ghiaccio grandi come un camper, ancora non capiamo perchè siamo vivi.”

Christian e Patricia Chene – sopravvissuti

 

 

 

Il film mi ha portato alla riflessione seguente:

Se l'Italia è un paese che nelle disgrazie mostra una solidarietà che fa bene al cuore e questo grazie a lavoro di persone competenti, oneste, generose e altruiste, come è possibile che lo stesso paese sia guidato da una classe dirigente che riporta a casa sua un delinquente con l'aereo di stato pagato da noi tutti e che ha sottoscritto e promosso il codice di comportamento del tribunale dell'Aia contro i crimini dell'umanità?

E in questo stesso paese come è possibile che un sindaco di sinistra ( destra - sinistra - destra- sinistra - ma baaaasta....) quello di Milano promuova un disegno di legge parlamentare in base al quale da una ristrutturazione di una casupola sia possibile ottenere un grattacelo di 24 piani i cui appartamenti costano cifre esorbitanti e costringono i cittadini a migrare altrove?

Boh mistero della fede.....in tutti e due i casi la magistratura ha aperto una inchiesta. che speriamo non venga subito insabbiata. Vanno allargate le galere...

I politicanti non possono avere la sfrontatezza di fare tutto quello che gli passa per la testa fregandosene di tutto e di tutti.

Avanti tutta comunque!

 

" Ricordate amici miei,

non ci sono né cattive erbe, né uomini cattivi.

Ci sono solo cattivi coltivatori."

                                                                                                    Victro Hugo

                                                                                                    I Miserabili

 

 

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