ANNO 2024

 


 

 
           
 

 
  EBIKE TOUR   ANNO 2024      
 

 

 
           
 

 
N. DATA TOUR PARTENZA ARRIVO DIST. (A/R) km DISL. TOT. m
 

 

 
           
 

 
1 25/03/24 GRAUN CORONA SAN GIACOMO SAN GIACOMO 58,5 830
 

 
             
 

 
2 2/04/24 SALORNO SAN GIACOMO SAN GIACOMO 60 /
 

 
             
 

 
3 4/05/24 MALGA LUPO SAN GIACOMO SAN GIACOMO 37 1380
 
                 
  4 18/05/24 MONTE SAN PIETRO SAN GIACOMO SAN GIACOMO 64 1450  
                 
  5 4/06/24 CAMPO IMPERATORE S.S.SESSANIO CAMPO IMPERATORE 76 1330  
                 
  6 8/06/24 BLOCKHAUS ROCCAMORICE BLOCKHAUS 40 1548  
                 
  7 27/06/24 GIRO DEI DUE PASSI SAN GIACOMO SAN GIACOMO 94 1800  
                 

 
8 4/07/24 PASSO PORDOI PREDAZZO PASSO PORDOI 80 1300
 
                 
  9 9/07/24 OSSERVATORIO SAN GIACOMO OBERGUMMER 60 1340  
                 
  10 20/07/24 PASSO PENNES SARENTINO PASSO PENNES 60 1230  
                 
  11 24/07/24 VALLE AURINA VILLA OTTONE KEHRER ALM 80 1050  
                 
  12 23/08/24 PASSO GAVIA PONTE DI LEGNO PASSO GAVIA 34,4 1353  
                 
                 

 
             
 

 

 

TOUR " GRAUN - CORONA "

 

E' un percorso circolare di media altitudine lungo circa 60 km. Si segue la ciclabile fino a Caldaro e si prosegue fino a Castelvecchio lungo la strada asfaltata. Un chilometro più avanti s'imbocca la forestale sulla destra rimanendo alti sull'abitato di Termeno . Si segue con lievi saliscendi la costa della montagna sotto lo sguardo minaccioso del Roen per arrivare poi Buschenshank Lenzenhof a quota 800m con vasto panorama sulla Valle dell'Adige. Tenendo conto dei vari saliscendi il dislivello dell'intero percorso risulta essere di 830 m.

Dopo la frazione di Corona inizia la ripida discesa che conduce a Cortaccia. Si prosegue fino a Termeno e infine si raggiunge il fiume Adige e si riprende la ciclabile fino al ponte di Vaden. In alternativa raggiunta la stazione di Ora si arriva a Bronzolo utilizzando la strada di campagna non particolarmente trafficata.

 

 

 

Castelvecchio (m.612)

 

L'abitato di Ora e i due corni innevati

 

Termeno e sullo sfondo Egna

 

Panorama verso Nord-Est dal Lenzenhof (m.800)

 

Giornata limpida ma molto fredda quella del 25 marzo 2024. Per la discesa indossavo la conottiera < solida > da sci con sopra il giornale, i pantaloni lunghi con pettorina, la maglia da ciclista con le maniche lunghe, la giacca da ciclista e quella di protezione del vento. Bardato con berretto, e due bandane per il collo e il naso ho affrontato la discesa con una certa tranquillità.

Come diceva nonna Carmela, l'importante è la salute e fino ad oggi ( aprile ) ho evitato bronchiti e influenze. Al Lenzenhof era d'obbligo la birra caldissima alias il té.

 

 

 

Lenzenhof (m.800)

 

La chiesa di S.Giorgio a Corona

 

Prima di Cortaccia ho seguito sulla destra una deviazione che conduce a Penone. Purtroppo i lavori di rifacimento della piazza non rendevano particolarmente gradevole la visita. Da Penone è possibile salire a Favogna ma presumo solo a piedi. Niclara una frazione ancora più piccola e posta più in basso ha dato i natali agli avi da parte materna della giornalista Lilli Gruber che nel libro << EREDITA'>> tratta la storia della sua famiglia tra la fine dell'Impero Asburgico e il Fascismo. Un bel racconto che oltretutto unisce questa parte della valle con quella opposta di Montagna e Pinzano.

 

 

 

Il cimitero del paese di Penone con le caratteristiche croci in ferro battuto

 

 

 

TOUR " SALORNO "

 

La storia racconta che nel 2023 la seconda domenica di giugno alla mattina il tempo era perfetto e non una nuvola solcava il cielo ma nel pomeriggio....

Nel 2024 ho affrontato questo giro di 60 km il 2 di aprile e quindi con largo anticipo. In piano utilizzo la MTB sperando che il vento non sia sempre contrario.

Ho notato che nella zona di Ora dove la valle si biforca e a sinistra si sale verso Caldaro le cose sono complicate dall'orografia. Da Salorno a Egna nel primo pomeriggio il vento era favorevole ma dopo era contrario fino al paese di Vadena. Mistero dell'Anemos inteso come vento piuttosto che come Anima.

D'estate nel pomeriggio spira l'Ora del Garda per cui è opportuno trovarsi già a Salorno e risalire la valle con il vento in poppa.

 

 

Una via di Salorno

 

La chiesa barocca di S.Giuseppe del 1658

 

Due sono gli elementi architettonici e naturali che caratterizzano l'abitato di Salorno e il primo è sicuramente il Castello di Haderburg che mi vergogno a dirlo alla mia venerabile età non ho ancora visitato. C'è come ovvio una strada forestale che conduce a quell'incredibile maniero che sembra star su per miracolo.. A dirla tutta  per raggiungerlo si percorre il Sentiero delle Visioni e così deve essere stato per quelli che hanno tentato di conquistarlo nei tempi remoti.

Costruito con le pietre locali ad un occhio poco attento si confonde totalmente con la montagna e scompare per poi diventare forse ...una visione. Ho percorso solo un tratto del sentiero perché sarebbe vietato salire in bicicletta.....

 

 

Haderburg

 

 

Altro elemento spettacolare specie in quei giorni è la cascata del Rio Tigia. Le pioggie continue e fastidiose di fine marzo hanno il pregio di riempire torrenti e fiumi e dunque...

 

 

La cascata del Rio Tigia

 

 

Dopo l'abbondante < slavazzata > vista la potenza del getto, pulite le lenti degli occhiali ho proseguito verso Pochi in direzione Baita Garba dove le trote concludono la loro naturale esistenza sulla griglia o fritte e cosparse di farina di mais.

Il percorso è più elevato rispetto alla campagna e così ho dato una occhiata alla < bonifica > chiamiamola così, della torbiera naturale che da millenni si era formata tra il fiume e la montagna. Sì perchè laggiù come anche a Laives in barba al principi ecologici che affermano che le torbiere sono ambienti unici e vanno tutelati tirano via tutto perché così i terreni < bonificati >si possono trasformare in frutteti.

 

 

 

La torbiera di Salorno-Pochi

 

In effetti di Pomi e Ua in valle dell'Adige ghe nè massa " Pochi " in riferimento al luogo poco distante da Salurn.

Sono stati estratti milioni di metri cubi di torba che l'estrattore ha avuto il coraggio di esporre nel cumulo ventennale di Laives che la serve per i fiori....go capio...ma dovemo tirarla via propri su tuta e sugar la val del Ades a destra e manca fin alla foce?

E l'ambiente?  E le piante tipiche? E gli anfibi? E tute le bale che i conta sulla sostenibilità del pianeta terra che non ne pol pù?

E se tiro via la torba con cosa riempio el buso?

Ecco un'immagine della ex torbiera di San Giacomo - Pineta tanto per capire un po' meglio la questione:

 

 

La " bonifca " della torbiera

 

 

Come si vede a distanza di anni dato che questo intervento distruttivo risale al 2020 non sono venuti a capo di nulla. L'acqua non scompare emerge da qualche altra parte ad esempio nella campagna adiacente che probabilmente non è sua. Il proprietario dispone di grandi risorse visto che ben due scavatrici sono piazzate lì da un triennio. E' un intoccabile che gli amici politici di Laives si sono strappati le vesti solo ad inizio lavori. Come ciechi brancolanti nel buio hanno aspettato la denuncia dello scrivente per mobilitarsi per finta. Ed insieme a loro la provincia con i sua sessanta uffici inutili che gestiscono biotopi, parchi dove gli interessi economici sono pari a zero. Come scrissi allora sono protette le torbiere d'alta quota quelle del parco di Monte Corno ad esempio. Da quelle parti passano solo gli escursionisti e la torba non fa gola a nessuno.

Ma andiamo oltre e raggiungiamo finalmente Ora dove un cielo magnifico accompagna la corsa controvento del ciclista fotografo:

 

 

La fossa grande

 

Concludo osservando che nella fossa grande che scorre per un tratto, parallela al fiume Adige per ben tre volte ho osservato tre esemplari di smergo. Trattasi di anatre tuffatrici che frequentano laghi e fiumi nutrendosi di pesci che catturano tuffandosi sotto'acqua. La natura non smette mai di sorprenderci. Troppo distanti per una fotografia al cellulare allego qui una immagine prelevata dal web.

Specie da non confondere con il comune germano reale che s'incontra più facilmente ...anche nella torbiera distrutta. A lui basta uno specchio d'acqua di quattro metri quadri.

 

 

 

Smergo maggiore (Mergus merganser)

 

 

TOUR " MALGA LUPO "

Siamo a maggio ma fa ancora freddo e negli ultimi tempi piove spesso. Oggi 4 maggio 2024 alle ore 11.00 con un cielo incerto ho inforcato la Ebike per spararmi metafisicamente più di 1000 m di dislivello.

Primo obiettivo l'albergo Schneiderwiesen a quota 1400m. Sono ivi pervenuto alle 12.30 con qualche sosta indispensabile per alcune fotografie di rito.

Panino con té (suggerisce il dizionario) caldo viste le temperature e stando rintanati all'interno del locale che non è il caso di rischiare una bronchite visto che bike o ebike spararsi quella salita implica  comunque sudare.

Velocità media col programma Tour di circa 11km/h; potenza media sviluppata 125 W ma con punte di 150 W visto che in alcuni tratti la pendenza supera il 10%.

 

 

La mappa

 

 

La chiesetta di S.Enrico sopra il Seit

 

 

 

La valle dell'Adige

 

Cielo nuvoloso ma atmosfera abbastanza trasparente come è possibile notare.

Percorso arcinoto per cui non mi dilungo con altre immagini di questo versante; le novità almeno dal punto di vista fotografico sono quelle relative al tratto tra Totes Moos e il Colle.

Qui ho seguito per la prima volta con la bike il Sentiero Europeo n.5 che attraversa la Valle del Lupo dal quale è possibile osservare la Val d'Ega.

 

 

 

 La Valle del Lupo

 

 

 

La  Val d'Ega

 

 

Osservando con attenzione e utilizzando un ingrandimento digitale non troppo spinto si notano in particolare le cupole dei due telescopi piazzati sopra San Valentino - Gummer.

 

 

 

 

 

A Jesus piacendo, nella prossima gita salendo da Cardano, intendo percorrere  la strada visibile sulla sinistra. Ho effettuato una gita a piedi a febbraio proprio per capire se era accessibile alla Ebike. Non è la strada principale che sale a Obergummer e permette il collegamento con Collepietra, ma un percorso secondario e se non erro transitabile solo dai residenti. Come si può notare per raggiungere l'osservatorio astronomico bisogna salire di quota e dunque faticare.

Ho scoperto a febbraio che il primo punto bianco su quel percorso è una cappella che ricorda che da quelle parti si è schiantato un bombardiere americano durante la Seconda Guerra mondiale. Ovviamente non si è salvato nessuno.....ma ne riparleremo a tempo debito.

Il fondo della forestale non è dei migliori e in salita è da evitare; in discesa bisogna prestare attenzione evitando di scendere a razzo direttamente in Val d'Ega emulando il famoso bombardiere.

Malga del Lupo a un terzo del percorso tra Totes Moos e il Colle si trova a circa 1350 m di quota, è privata e quindi non è possibile consumare nulla. Si arriva alla fine in località Herrenkholer (Colle dei Signori m.1200 ) dove c'è una piccola chiesetta che non si sa a chi sia dedicata.

Purtroppo in quella zona passano tre linee dell'alta tensione e solo più in basso è possibile ammirare il panorama.

 

 

 

Colle dei Signori

 

 

 

Da San Genesio a Soprabolzano sul Renon

 

Scendendo ancora di quota è visibile la zona del Colle di Villa:

 

 

Colle di Villa

 

 

 

La Val d'Isarco con lo Sciliar

 

Indossato quanto basta per non patire il freddo sono sceso verso Bolzano distante circa 9 km lungo l'asfalto. A Castel Campegno (m.616) stanno " scartavetrando " una intera collina con pacchere e altri mezzi quali un concimatore meccanico che a guidarlo vengono le vertigini vista la pendenza. Osservando quanto c'è alle mie spalle si intuisce che lì a breve sorgerà un vigneto.

 

 

 

Castel Campegno

 

 

 

Vigneti sopra e vigneti sotto

 

Abbiamo vigneti anche di fronte, sulle prime pendici del Renon. E' la zona del St. Magdalena coltivata fin dal Medioevo. Visti i cambiamenti climatici la cultura della vite salirà ancora di quota.

 

 

 

Santa Giustina e la strada del Renon

 

E finalmente arriviamo lì dove è possibile ricaricare la bici :

 

 

 

Bolzano-Bozen

 

Salita impegnativa anche per la batteria che indica un residuo del 48%. 910 le Kcal consumate per un rapporto uomo/motore pari a 37/63.

 

 

TOUR " MONTE SAN PIETRO "

 

Dopo " seci de acqua par tuti " in quantità " scassamarones " che anche il Bernacca defunto non ne poteva più dato che per lui maggio l'era el mese delle rose e il clima italiano era noto al mondo per la sua mitezza mitica, osservando con cauta circospezione il cielo e la distribuzione casuale di cumuli nella giornata del 18 di maggio festa di Ra e del Dio Anubi e notando le cotali nuvole si tenevano a debita distanza, ho inforcato furiosamente la Ebike e mi sono sparato la salita che da sopra Laives permette di raggiungere Lupicino. La modalità di solita è sempre la stessa ossia Tour che l'unico ebiker che pur disponendo di una batteria da 750Wh tira al risparmio è il famoso G. Poi alla sera però lo ricoverano psichiatria muscolare nelle lande calabre e studiano con estrema attenzione l'emblematico casus belli..

 

Il percorso di 64 km

 

Lupicino (m.1300)

 

Prima o poi a Lupicino come indica il nome, i lupi faranno ritorno con gran gioia degli allevatori dell'altipiano. Poco più in su si gode del classico panorama verso Pietralba e il Corno Bianco.

Del santuario raggiunto nella giornata di domenica 12 con l'obbiettivo di allenarmi per le futuribili escursioni montane, s'intravede il campanile della chiesa che emerge dal bosco in ombra.

 

Il Corno Bianco

 

Distanza e dislivelli

 

Stupefacente è la fioritura che adorna i massi in porfido della strada che cala su Nova Ponente. Più volte ho tentato di trapiantare quei fiori ma a quanto pare amano i terreni acidi e a Caupo non attecchiscono.

 

 

Fioritura giallo esplosivo

 

 

Nova Ponente e Monte San Pietro condividono la medesima quota pari a m.1384 ma li divide una conca che obbliga il biker a scendere di un centinaio di metri. Nel primo paese sono giunto alle 12.00 giusto in tempo per acquistare un Brat von Deutschnofen e una cioccolata che ivi i salumi erano assenti; subito dopo la saracinesca è stata abbassata. Caricati i poco sostanziosi viveri sono sceso e poi risalito lungo la strada provinciale che porta a Monte San Pietro e prosegue poi tutta in discesa per Aldino.

Nel punto più basso dove scorre il giovane torrente Vallarsa si ha una visione della valle medesima che precipita su Laives. I piedi ne sanno qualcosa che la discesa da Pietralba lascia il segno anche indossando le calzature più costose. Ho faticato meno in salita, anzi ho impiegato il medesimo tempo nelle due direzioni spazio-temporali proprio a causa dei famosi calli patauni che in discesa davano un qualche fastidio. Le vesciche erano garantite!

 

 

 

La parte alta della Vallarsa

 

 

A Monte San Pietro ho sboconcellatto pane e cioccolata dando un'occhiata alla chiesa che ospita le spoglie del famoso Leonardo. Alle sue visioni mistiche risalenti al 1570 risale la devozione popolare e la successiva costruzione del santuario mariano di Pietralba il più famoso di questa zona delle Alpi.

 

 

La chiesa di M.te San Pietro

 

 

 

La chiesa di Monte San Pietro e la tomba di Leonardo der Weisensteiner

 

 

 

La facciata del Santuario di Pietralba e alcuni ex voto

 

 

Le foto sopra risalgono alla domenica precedente. La batteria del cellulare ha abbandonato il mezzo foto-telefonico dopo lo scatto che segue dove è immortalata la chiesa di Aldino in invidiabile posizione:

 

 

La chiesa di Aldino

 

Come riportato nel capitolo principale riferito ai Tour Ebike dove tratto alcuni aspetti tecnici relativi all'uso e consumo della bicicletta,  ho voluto calcolare come nella gita precedente i consumi relativi anche a questo tour.

Se 540 Wh è l'energia oramai disponibile della mia batteria datata, in questo giro che ho concluso dopo 3h effettive di pedalata, la potenza media indicata era pari a 120W. (Contemporaneamente Ganna esprimeva una potenza media pari a 400W nella cronometro di Desenzano che lo ha visto finalmente vincitore in barba al nuovo Eddy Mercks alias Podagar )

Dunque l'energia consumata ( in pratica nei tratti in salita e pianura ) è risultata pari a 120 * 3 = 360Wh. L'energia residua risulta quindi essere 540-360 = 180Wh. In forma percentuale il rapporto 180/540 fornisce un 30%. Il computer di bordo segnava un 33% per cui anche questa volta i conti tornano.

Giro lungo di 64km impegnativo nella prima parte ....ma l'allenamento è indispensabile per affrontare.....ma chissà....forse nevicherà...o beccherò in testa a cielo parzialmente coperto ma non troppo un meteorite vagante!

 

 

La Nona Ora (1999)

 

 

 

NOTA:

La nona ora (ore 15.00) è un'opera realizzata da Maurizio Cattelan (classe 1960) che rappresenta papa Giovanni Paolo II (al secolo, Karol Wojtyła, 1920-2005) abbattuto da un meteorite. Rimando al web per chi vuol capire il senso di questa opera apparentemente irriverente. In ogni caso fa sorridere l'idea di essere così sfigati da farsi centrare da un meteorite. Al giorno d'oggi è più probabile che sia un frammento di satellite artificiale del Mascheron Elon a colpire il malcapitato di turno.

 

 

TOUR " CAMPO IMPERATORE "

 

La mappa

 

Il dislivello

 

Ho portato meco la Ebike in queste brevi vacanze abruzzesi perché da long time alias l'anno scorso mi sono proposto due giri in bicicletta: quello qui descritto e quello del Blockhaus che pubblicherò successivamente. Entrambi costituiscono delle tappe iconiche del Giro d'Italia e dunque sono passato di qui per tastare il terreno anche per il Giro E, quello dei postumi, telecomici compresi.

 

 

 

Castelvecchio Calvisio dalla finestra dell'appartamento

 

Nella realtà virtuale i professionisti arrivano quassù dopo aver percorso come minimo 150 km e vari altri dislivelli che chi organizza è notoriamente sadico e deve spremere a fondo gli atleti.

Per il sottoscritto il percorso di andata e ritorno si riduce a 76 km visto che avendo preso in affitto un appartamento a Santo Stefano Sessanio (m.1250) in corrispondenza del bivio s.s.s. riportato in cartina, ho svoltato a destra riducendo i chilometri totali.

 

 

 

Santo Stefano Sessanio in versione ante-terremoto (m.1251)

 

 

Nel percorso di andata pari a 49 km sono salito da Calascio e Castel del Monte. Il primo tratto è in discesa e la strada taglia le ondulate colline dove pascevano nei tempi iti migliaia di greggi, la ricchezza d'abruzzo. A causa del pascolo, del clima rigido d'inverno e secco d'estate, nonché del vento che da queste parti non scherza, la vegetazione è molto bassa e rada. Vista l'attuale assenza del bestiame, gli arbusti prima e gli alberi dopo riprenderanno presto possesso dei luoghi. Quanto ai formaggi son perplesso che il lavoro del pastore non è assolutamente ambito e non è nota la provenienza del latte e di conseguenza del cacio. Qua e la brucano pochi greggi di ovini e caprini. Speriamo che sia solo una questione di tempo nel senso che ai primi di giugno gli animali sono rimasti a basse quote ma ho qualche dubbio in proposito.

 

 

 

Rocca Calascio sulla destra

 

In questa zona il luogo più famoso e visitato è sicuramente Rocca Calascio; è in posizione dominante, alta su una collina spoglia, domina su tutto e tutti. Lì accanto c'è la Pieve di Santa Maria a base ottagonale un altro piccolo gioiello. Avrò modo di parlarne altrove e con disappunto che come è ormai la norma, la gestione dei capolavori non solo architettonici di cui è costellato l'intero territorio nazionale, lascia spesso a desiderare. Però se magna bene....secondo il proverbio popolare Francia o Spagna basta che se magna!

 

 

 

Rocca Calascio ripresa con il tele 600 mm della G3X

 

 

 

Tornando al tour, la strada gira attorno al paese di Calascio e svolta a sinistra; sullo sfondo appare il paese di Castel del Monte che come suggerisce il nome sta in alto e bisogna dunque portarsi in quota.

 

 

 

 

Castel del Monte (m.1346) e Rocca Calascio sullo sfondo

 

 

L'altezza massima in questa prima parte del percorso è quella del Valico di Capo la Serra a 1600 metri di quota. Le scritte da queste parti, ma generalmente su tutti i passi italici si leggono a malapena che la tradizione è quella di appiccicare adesivi dappertutto rendendo il cartello illeggibile.

 

 

 

 

Valico di Capo la Serra (m.1600)

 

 

Che dire del panorama intorno? Unico e irripetibile...sulle Alpi gli orizzonti a queste quote sono ben più limitati. Va meglio sulle Prealpi, sui Lessini, sull'Altopiano dei 7 Comuni, sul Grappa, ma è diverso.

Qui dato che ci troviamo in un parco nazionale ai discendenti dei telecomici e degli elettricisti l'attività è preclusa. Gli unici interventi anti-igenici si trovano a Campo Imperatore ossia 18 km più a Nord-Ovest li dove la funivia scende e sale da Assergi e di conseguenza vi sono alcuni impianti di risalita e ripetitori utili per le comunicazioni spesso superflue.

 

 

 

Prima del Valico

 

 

 

 

Sul Valico

 

 

 

Dopo il Valico

 

 

Prima del valico l'ambiente è aspro e roccioso e spuntano qua e la pochi alberi e cespugli. Dopo il valico si apre l'altopiano vero e proprio e come ebbe a dire il grande Fosco Maraini ci troviamo nel Piccolo Tibet nostrano!

Laggiù in fondo, invisibile si staglia la mole del Gran Sasso d'Italia che con i suoi 2912 metri è la vettà più alta dell'Appennino, escludendo l'Etna della Trinacria che notoriamente supera i 3000 metri.

Portandomi innanzi ho incontrato Trinità che negli anni 70 passava di qui prima di trasformarsi in Padre Braun e guardia forestale a cavallo in quel di Braies... Lo preferivo a piedi sporchi in compagnia di Piedone lo Sbirro in versione cowboy che mollava irripetibili sganassoni.

 

 

 

 

Come si può notare l'altopiano è talmente spoglio e selvaggio che più di un film è stato realizzato qui nel Canyon dello Scoppaturo, un'interminabile lingua di detriti che alle mie spalle s'incunea tra le rocce, luogo ideale per un'imboscata ai danni dei malcapitati ebiker alle prese con cellulari privi di campo...

 

 

 

Lingua detritica

 

Il fondo stradale si trasforma, scompare l'asfalto e compare per qualche chilometro il cemento:

 

 

 

 E qui abbiamo una installazione megalitica pensata dai nostri progenitori per condizionare i parcheggiatori abusivi. Erano proiettati nel futuro:

 

 

Area parcheggio Econestoga

 

Poco più avanti si incontra il famoso Bivio Esse tripla che scende all'innominabile di Sassanio. Il che a pensarci bene è di una coerenza strepitosa che il martire fu preso a sassi in testa di cui alcuni modelli sono visibili sopra. Quando comunica sulla via Damasco bisognerebbe colpirlo con uno di questi!

 

 

 

Bivio S.S.S.

 

Nel percorso di ritorno seguirò la via che porta al Lago Racollo al termine del rettilineo, un piccolo specchio d'acqua dove gracidano le rane. In quello di andata si prosegue in direzione L'Aquila o meglio della maestosa vetta che si staglia la in fondo: il Gran Sasso distante una quindicina di chilometri.

Dopo il bivio per Assergi la strada comincia a salire dapprima lentamente per poi raggiungere pendenze superiori al 10% dove appaiono le cupole dell'Osservatorio astronomico.

 

 

 

Il tratto finale

 

 

Ultimo sforzo per raggiungere la méta che Osservatorio a parte, è una schifezza di grosse proporzioni. C'è l'albergo diruto midello discarica dove fu detenuto per pochi giorni il gran testone che fossi stato all'epoca carabbiniere, l'avrei riempito di buchi con la colt di Trinità prima che intervenissero le teste di rapa naziste; c'è il ristorante dove ti rompono i timpani perché sui passi la musica fa trend e infine i motociclisti che non sanno perchè sono lì. Arrivano ingurgitano un panino e una birra e partono felici per altre mete sgasando un poco dal motore e dall'altro buco!

 

 

 

Campo Imperatore (m.2118)

 

 

 

Dietrofront: indietro tutta!

 

Il luogo non fa per me; mi cambio, mangio un panino mio e un cappuccino locale senza saio, in tutto 15 minuti ...la bici è già pronta e girata verso valle ....S.S.S. mi aspetta!

Traguardo a parte è un giro memorabile per il paesaggio unico nel suo genere; i dislivelli e le pendenze sono contenuti vista la lunghezza del percorso in totale 76 km.

Altri dati: 27% di batteria disponibile, 23.5 km/h di media, 3 ore 15 minuti di pedalata effettiva, 42/58 il rapporto uomo macchina, modalità tour utilizzata al 52 % che il resto era discesa.

Su Sassanio ho raggiunto pericolosamente i 68 km/h....però sono ancora in carne e ossa integrali.

Al ritorno mi sono fermato più volte per fotografare le orchidee che dappertutto spuntavano ai lati della strada, ma questa è un'altra storia.

Ah dimenticavo....nessun Ebiker nei paraggi, solo qualche ciclista tradizionale molto più giovane e allenato dello scrivente.

 

 

 

 

TOUR " BLOCKHAUS "

 

E’ il 31 maggio del 1967 e il Giro propone l’arrivo sul Blockhaus. Nel gruppo c’è anche il giovane belga che l’anno prima ha vinto la Sanremo. Si chiama Merckx, non si sa cosa potrà fare in salita. La Salvarani schiera uomini forti per Gimondi. Quando Zilioli attacca sulla montagna abruzzese, Merckx lo segue, il ritmo agile dell’italiano lo manda due volte in crisi ma. Zilioli non se ne accorge e all’ultimo chilometro il belga attacca e conquista la vittoria.

 

 

31 Maggio 1967: Mercks vince sul Blockhaus

 

Chi ritroviamo sulla stessa salita nel 2024?

 

 

8 Giugno 2024: Roccamorice

 

La domanda è spontanea: che ci azzecca ? Quale collegamento esiste tra i due eventi? Risposta: nessuno!

Però dietro all'Ebiker in nero c'è il monumento dedicato al campione inimitabile che percorse quelle stesse strade quando avevo 9 anni, avvenimento che ricordo vagamente anche se collezionavo le palline in plastica non riciclabile con l'effige degli eroi delle due ruote di quei tempi remoti. Giocavo sulle piste di sabbia in quel di Riccione dove trascorsi più di una vacanza.

 

Ma veniamo al dunque...

 

 

Mappa del percorso

 

 

Trasferitomi da S.S.S. (AQ) in un borgo poco distante da Roccamorice (CH), perlustrato preventivamente il percorso, il giorno sabato 8 giugno non indugiai oltre e salito in bici alla Fantozzi ma col sellino a posto imboccai la famosa salita.

 

 

 

Dislivello

 

In questa scala ridotta sembra che il tracciato abbia una pendenza costante; sicuro è che la strada sale e le pendenze superano in qualche tratto il 12%. Quella media risulta essre del 7,5%. Pensavo fosse più faticoso ma a bordo della Ebike perfettamente carica sono giunto a destinazione senza particolari problemi. Con alcune soste obbligate per eseguire le foto di rito in 2 ore totali sono arrivato alla famosa rotonda della Maielletta. Il tempo effettivo di pedalata è stato di 1 ora e 30 minuti.

Molto più trafelati i " concorrenti ", dei quali uno ai limiti dei 60 vedendo la Cube bella e lucida si è convinto che lo sforzo solo muscolare non vale il candelotto....

Da quelle parti comunque, sarà per la tradizione abruzzese del " Camoscio d'Abruzzo " alias Vito Taccone di bici elettriche manco l'ombra....Quasi, quasi metto su una ditta " Sanvit 2024 " a Chieti...

Vediamo sei i Telecomici mettono parte del capitale!

 

 

 

Al chilometro 0: ore 8.00

 

 

Al chilometro 5 - ore 8.15 - pendenza 11%

 

A sinistra e destra ci sono sconfinati prati dove il giorno prima pascolava uno sparuto gregge di capre guidato da un pastore moderno munito di barbetta, orecchino e tatuaggio abruzzese..

 

 

Sullo sfondo il Gran Sasso

Sullo sfondo le montagne del Morrone

 

 

Diceva il pastore, coadiuvato da due maremmani e due cani lupo, che Ezechiele Lupo quello vero, attacca con il favore della nebbia; si piazza controvento così i cani non lo sentono e abbatte la pecora che chiude le fila, la più riconionita. I due cani lupo sempre in movimento, hanno la funzione di sentirne la presenza, il maremmano invece non è chiaro cosa faccia se non rincorrere i ciclisti che per sfortuna incrociano la strada del gregge e così è capitato al ritorno ...buono che viaggiavo a 60 km/h e ha desistito. Non so invece come è andata a quelli ricoperti da sudore che stavano faticosamente salendo.

Ho sentito una bestemmia in forma di ululatoooooooooooooooooo

 

Due palle sti cani Maremmani senza Pastore al seguito!

 

 

I tornanti

 

 

La faggeta

 

Il profondo vallone visibile sulla sinistra è quello dove 300 metri più in basso c'è l'eremo di Santo Spirito fondato da Celestino V che l'Alighieri Dante ingiustamente e come scopriremo per motivi personali, piazzò all'Inferno per il gran rifiuto. Ma ci torneremo altrove per fare chiarezza...

 

 

 

Il Blockhaus sullo sfondo

 

 

Siamo in prossimità del bivio per passo Lanciano (m.1651) e sono le 9.06. Il Blockhaus visto da qui appare lontanissimo, è quella montagnola boscata mentre la rotonda della Maielletta ossia l'arrivo è proprio nella sella poco più a sinistra. Immagino i ciclisti, provati dalla salita già percorsa che vedono il traguardo laggiù, lontano, 500 metri più in alto.

Come si può vedere a sinistra nell'immagine qui ci sono degli impianti di risalita ma questo non è il problema. Più impattante dal punto di vista paesaggistico sono le decine di ripetitori che a gruppi concentrati devastano l'ultima parte del percorso.

 

Skyline del Blockhaus

 

Ma prima di giungere ivi c'è l'ultima parte della salita costituita da un paio di tornanti su ottimo asfalto:

 

Gli ultimi tornanti

 

Mancano 3 chilometri

 

Qui probabilmente era posto l'arrivo ai tempi del Mercks ma come riportato mancano ancora 3 Km alla famosa rotonda della Maiellletta.

Ora inizia il sentiero pedociclabile " Montanelli " e non mi pongo la domanda per quale motivo sia stato dedicato al famoso giornalista.

Sicuramente non se l'è posta neppure la volpe che abita stabilmente da queste parti:

 

 

Alle mie spalle c'è il povero Rif.Pomilio(m.1930) a cui ricorre spesso la volpe per foraggiarsi; nauseato dal fatto che la mia idea di rifugio sia totalmente diversa da quella locale (il rifugio è letteralmente circondato da tralicci, ci sta proprio in mezzo) non mi sono fermato neanche per un'acqua minerale.

Ma arriviamo al dunque che mancano appunto 3km sul brutto e consumato asfalto di cui il Montanelli polemista si sarebbe sicuramente lamentato:

 

 

 

Ultimi chilometri e ultima fatica

 

In pratica girando l'angolo lasciamo le nebbie adriatiche e puntiamo lo sguardo sulle propaggini della Maiella ancora sporca di neve. E poi finalmente ecco la famosa rotonda senza la tavola:

 

Ore 9.37

 

Questo è il nuovo arrivo delle tappe del Giro d'Italia del Blockhaus.

I ciclisti esausti non hanno il tempo di guardarsi intorno ma io che ammiro la loro tenacia e il loro sforzo ( bellissimo il servizio del 27 giugno dedicato a Ottavio Bottecchia l'om de fer friulan primo italiano a vincere il Tour de France nel 1924 e 1925 ) sono passato attraverso panorami che fissano nella memoria questa che considero la mia seconda avventura nel cuore dell'Appennino.

 

 

 

 

Un caro saluto a tutti gli appassionati.

 

 

8 giugno 2024

 

 

 

TOUR " GIRO DEI DUE PASSI "

 

Tradizionale appuntamento di stagione. Questa volta ho anticipato i tempi perché il meteo concede poco e visto l'instabilità persistente, bisogna trarre il dado della bici.

Partenza ore 8.20 da Santiago e prima sosta a Nalles per avvisare i Telecomici che tiravano i piedi nel letto mentre controllavano il meteo sul sito cinese di Alibabà, che puntualmente sarei stato lì a quell'ora.

Conscio che sarei stato in compagnia di me medesimo, mi sono preso il tempo per respirare dopo la faticosa salita che collega Nalles a Narano, un 3km molto tosti dove perdi un 20 % di batteria.

Da Nalles al Passo Palade sono circa 1300 metri di dislivello per 20 km di strada con una pendenza media pari del 6,5%. Sono arrivato in cima con il 40% di residuo di batteria e una velocità media per l'intero tragitto ( sino a qui sono 38 Km) di circa 19 km/h. Nei primi 20 km tutti in piano il vento favorevole mi permetteva di superare i 25 Km/h di crociera.

 

 

 

La mappa del percorso

 

 

Prissiano

 

Monte Luco a sinistra e Castel Katzenzungen a destra

 

Katzenzungen un nome impronunciabile...castel del caz con la vigna più antica del Tirolo ...devo ripassare di lì con la 4 ruote per controllare!

 

L'acuto profilo del Macaion dalla strada delle Palade

 

Monumento a Luigi Razza sul Passo Palade

Stele ricordo sulla strada delle Palade a Fondo

 

In totale i monumenti dedicata alla realizzazione della strada delle Palade sono tre; il terzo è a Lana in un posto incongruo. Ma in A.A. i monumenti sono migranti come è noto.

Giunto a valle sono andato a trovar l'Ing.Covi, noto demolitore e costruttore di impianti idraulici e affini. Unico a livello mondiale ha convertito l'impianto a Gas di casa in uno a Gasolio per incompatibilità con gli addetti alla sicurezza. Pare abbia tribolato non poco con le bolle speculative del gas che si annidavano nei tubi contorti dell'impianto. Qualche piccola bestemmia, un cambio valvola, uno della scheda di regolazione elettronica introvabile su Ebay e l'impianto dopo una martellata di avvio ha ripreso a funzionare egregiamente.

L'Ing. era alle prese coi fornelli e aggiunta un po' di pasta Felicetti mi ha invitato a pranzo. Dopo il caffè bevuto nell'affollato bar di Seio mi ha salutato perché aveva appuntamento con una nobildonna locale e giustamente ero di troppo.

 

 

Panorama dalla piana di Sarnonico con M.te Luco e P.so Palade sullo sfondo

 

 

Ripresa la Ebike ho raggiunto il P.so Mendola. Il residuo di batteria era pari al 16%. Discesa veloce giù per i tornanti della Mendola; sono giunto a casa in un baleno consumando però un altro 7% di energia. Nello stesso giro, nel 2022 il residuo di batteria era stato del 18% mentre nel 2023 del 13%. Si nota dunque un calo graduale riguardo all'energia ancora disponibile.

Se da una parte ci sono state alcune piccole variazioni lungo il percorso, dall'altra è sicuro che la batteria denuncia la sua onorevole età che ammonta oramai a 4 anni.

 

 

 

Dal Passo Mendola

 

P.S.

Altre immagini e commenti relativi a questo giro sono reperibili nei tour ebike relativi agli anni precedenti.

 

 

TOUR " PASSO PORDOI "

 

 

La ciclabile della Val di Fassa

 

Alle ore 9.30 siamo al parcheggio della funivia del Latemar di Predazzo. La temperatura è di 10°C la qual cosa produrrà un raffreddore di intensità media in quel di luglio perchè pur indossando la maglia da ciclista con le maniche lunghe la qual cosa non era probabilmente sufficente. La ligerie sottostante era una canottiera troppo fine a quanto pare.

Al mattino la giornata è tersa; l'annuvolamento automatico è previsto nel pomeriggio. In ogni caso si parte con l'obiettivo di raggiungere prima Canazei (m.1464) tramite la ciclabile e salire successivamente al P.Pordoi (m.2237) lungo la statale delle Dolomiti bene Unesco Universale doppia U.

Canazei dista circa 25km dal campo base e intorno alle 11.00 mi ritrovo davanti alla Grande Coppa del Giro d'Italia piazzata sulla rotonda da cui si diramano le strade per il Passo Fedaia e per il Sella e Pordoi.

 

 

 

La rotonda della coppa del Giro d'Italia a Canazei

 

Come si può notare il fotografo è poco attento all'inquadrature e i motivi sono più di uno: non ha atteso che auto e moto si dileguassero e non mi ha suggerito di mascherare in qualche modo il ventre prominente.

Pazienza, a questa tarda età non si può avere il meglio sopratutto da sé stessi.

Prima di Canazei ho effettuato qualche scatto lungo la valle dell'Avisio torrente che prende i natali dal lago di Fedaia, quello che per capirci sta proprio sotto la Marmolada.

 

 

 

Presa del Mulin de Pezol a Pera di Fassa

 

 

Finalmente il meteo da tregua a tutti in primis ai turisti che si sono riversati sulla ciclabile come cavallette e bisogna fare attenzione a non stirarli.

 

Prati falciati e il Gran Vernel a destra

 

A Canazei la Ebike ha " compiuto " i 7000 km di strada percorsa dal lontano giugno 2020; contemporaneamente la batteria segna un residuo del 73% più che sufficiente per raggiungere la meta:

 

 

 

E poi gambe in spalle per affrontare i circa 800 metri di dislivello che separano Canazei dal passo.

 

La salita al passo

 

Bivio per Passo Sella

 

Verso il Catinaccio, il Col Rodella e il Sassolungo

 

Da Canazei abbiamo impiegato circa 50 min per arrivare alla meta e percorrere gli ultimi 11 km con pendenza media pari al 7%.

Sono le ore 12.00 e come da copione gli adesivi cancellano parte del cartello che segna il passo.

 

Passo Pordoi (m.2237)

 

Durante questa parte del tragitto non sono mancate le maledizioni di rito a motociclisti a proprietari di Ferrari, Jaguar, Maserati e Porscherie simili. Il tutto rientra nella normalità dei Passi Dolomitici ma non solo quelli; per questa ragione i passi in genere non sono luoghi da frequentare assiduamente se non fosse che per gli amanti del ciclismo arrivare lassù è sempre una soddisfazione...... .

Al solito qualche pattuglia di caramba non sarebbe stata di troppo!

Visto il casino locale, dato che un paio di anni fa sono salito con l'auto con l'obiettivo di osservare la flora e dunque già conoscevo la zona del passo, ci siamo allontanati dal valico seguendo la strada che porta al Monumento ai Caduti Germanico. Lì ovviamente c'era solo qualche escursionista a piedi e abbiamo mangiato il nostro panino in santa pace.

 

 

Tofana di Rozes e Marmolada oltre il Passo Pordoi

 

Monumento ai caduti e catena del Padon

 

Se al Blockhaus o meglio a Roccamorice troviamo il monumento dedicato a Eddy Mercks qui c'è quello dedicato a Coppi ed è con la foto di tale opera che il reportage del Tour al Passo Pordoi viene archiviato.

 

Monumento dedicato a Fausto Coppi

 

Dati:

Percorso totale: 80 km

Batteria residua: 29%

Tempo di pedalata: 3 ore 41 min

Rapporto di potenza: 44/56 Tour

Modalità: 64% Tour (36% a motore spento)

Dislivello totale: 1300 m

 

Nota:

La bici del compagno di avventura è equipaggiata con batteria da 750Wh e il nuovo sistema Bosch utilizza il nuovo programma Tour+ una modalità cosidetta dinamica che rende il funzionamento della bici diverso dalla mia Cube con batteria da 625Wh dove i programmi sono fissi e standard. Questa modalità elimina la necessità di cambiare assistenza e rapporto rendendo la pedalata fluida e naturale. Nel mio caso << l'aiuto >> del motore non dipende dalla spinta esercitata ma dal solo cambio. Mentre salivo con il 46, il cognato saliva con il 20 e non faticava più di tanto. Da questo punto di vista i confronti sono impossibili da fare o meglio l'energia impiegata dal ciclista non è la stessa.

Il Tour+ controlla la pressione esercitata sui pedali adeguando l'ausilio elettrico e mi pare strano come afferma Bosch che in questo modo sia possibile risparmiare la batteria.

Concludo dicendo che la ragazza robusta (molto robusta, robustissima ) incontrata lungo la strada a bordo di una normale bici da corsa ha messo tutto del suo ....rischiando a nostro avviso un colpo apoplettico.

Non contenta di essere arrivata viva al Pordoi, ha infilato pure la strada del Passo Sella. Ognuno è responsabile di sé stesso e Dio salvi la cicciona!

 

 

 

TOUR " OSSERVATORIO SAN VALENTINO "

 

La mappa del percorso

 

Giro impegnativo che da San Giacomo permette di raggiungere in circa 30Km l'osservatorio astronomico di Obergummer sull'altopiano di Collepietra. La pendenza è particolarmente elevata nel primo tratto che da Cornedo conduce al ristorante Oberolgart a circa 1250m di quota; siamo intorno al 9% circa.

 

 

 

Vigneti di qua e di là della Val d'Ega

 

 

 

 

Mappa della forestale e distanza percorsa

 

 

 

Sosta d'obbligo per la banana di rito e dopo aver consultato la mappa qui riportata viste le varie possibilità esistenti per raggiungere la méta, ho deciso di allungare il percorso e seguire la forestale che sbuca a Soluck poco distante da Kaserer Bild. Quest'ultima località l'avrei potuto raggiungere velocemente seguendo la strada principale come già fatto negli anni passati.

Ho percorso fino a qui 20Km in circa 1h e 20 min consumando il 37% di batteria, ovviamente in modalità Tour.

In realtà volevo seguire un percorso nuovo posto più in basso, ossia la strada asfaltata che parte da Ausserkholegg e domina la Val d'Ega. E' inagibile a causa dei seguaci dei Telecomici che hanno scavato un solco largo quanto la strada per posare una fibra ottica di ultimissima generazione del diametro di 3m. Impossibile passare a piedi con la bici affianco e dunque....

Pare che scavo e lavori proseguano per tutto settembre; peccato perché in uno dei giri precedenti sul Colle, sbucando dalla Valle del Lupo avevo visto quell'itinerario. Pazienza...

 

 

 

Panoramica con il Colle e la piana di Bolzano

 

 

Sosta La forestale è segnata come 9B e coincide con l'Alta Via di Collepietra. E' possibile ammirare la zona di Renon:

 

 

 

Mentre nel sottobosco appiano numerose le orchidee:

 

Dactylorhiza maculata

Listeria ovata

 

Si raggiunge poi il campo sportivo e la strada che arriva da Collepietra. Ho fatto un piccola deviazione fino ad Urano lungo il sentiero delle stelle. Avevo bisogno di una conferma:

 

Urano

Bagonghi da Urano detta Biancaneve

 

Analizzando i dati in tabella, le affinità tra il Pianeta e Biancaneve balzano subito agli orecchi per cui è certa la provenienza dell'erede femmina dal penultimo pianeta del sistema solare. Ricordo che Plutone è stato declassato a meteorite gigante per cui più in là rimane solo Nettuno....

 

 

 

L'osservatorio astronomico

 

E poi discesa veloce fino a Collepietra per visitare la parrocchiale e il bar locale per recuperare un minimo di liquidi:

 

La parrocchiale di Collepietra

 

I tornanti di Collepietra sono ripidissimi e da lassù si osserva la trafficatissima e inquinatissima Val d'Isarco. Ma quando il tunnel del Brennero sarà ultimato....non cambierà un bel nulla!

 

 

 

60 i km percorsi per ritornare at home, 37% il residuo di batteria.

PS: il percorso è riportato e descritto anche nei tour ebike del 2022

 

 

TOUR " PASSO PENNES "

 

Mappa e dislivello

 

Salita inedita al Passo Pennes (m.2211) con partenza dalla zona industriale di Sarentino (m.985) dove ho potuto parcheggiare l'auto.

La Val Sarentino una delle meglio conservate dell'A.A. comincia a perdere i colpi pure lei, sotto il pesante piccone del cemento. Tra zone industriali in espansione, abitazioni e fienili storici coperti di pannelli solari c'è oramai un po' di tutto e forse di troppo. Dopo Campolasta le cose migliorano un poco ed è ancora più in su, vicino alla vecchia miniera di Corvara (Bergwerk) che ho estratto il cellulare per il consueto reportage.

Strana coincidenza: il materiale di scavo di quella antica miniera era inizialmente la galena argentifera e lo zinco e solo successivamente la fluorite materiale principe per la realizzazione di obiettivi di qualità tanto che Zeiss e Leitz furono i principali acquirenti di quanto estratto. Si legge poi che il materiale veniva trasportato a Stava in Val di Fiemme per la successiva lavorazione.

Risale al giorno 19 luglio 1985 la catastrofe di Prestavel dove la diga costituita da un semplice argine in materiale sciolto, precipitò a valle travolgendo tutto e tutti. Sul campo 268 morti.

Dunque il giorno prima rispetto a questa escursione, ricorreva il 41° esimo anniversario della strage dovuta all'imperizia umana, alla supponenza, al menefreghismo e a tutto il resto.

La trasmissione di RADIO3 ( l'unica che praticamente ascolto ) TUTTA LA CITTA' NE PARLA dedicava la puntata a quella catastrofe e alle altre simili.

Contemporaneamente i pazzi propongono la costruzione della diga sul Vanoi in Val Cortella dove la strada costruita al tempo degli austriaci fu abbandonata a causa delle continue frane che si susseguivano da entrambi i lati della montagna. Mi dicono che esiste il Supercommissario che in barba all'autonomia delle regioni può decidere il bello o meglio il cattivo tempo.

Da quella parti, siamo sul confine tra Trentino e Veneto hanno la memoria corta e il Vajoint se lo sono scordato. Sul Cismon  di cui è tributario il Vanoi ci sono già 5 dicasi quattro dighe: Val Noana, Pontet, Ponte Serra, Senaiga e Corlo. Non bastano Zaiaione delle olimpiadi invernali postume?

Abbiamo la tecnologia cazo cazo....ma tieni su il Monte Toc se te sei bon ! Questi drogati di politici corrotti leggi ultima notizie su Venezia passerebbero sul cadavere della mamma per il proprio tornaconto e per lasciare l'emblema della loro faccia su opere di indubbia inutilità. Leggi Ponte dello Stretto che è una fissa del si Salvi chi può!

Gli stessi, della parola Sostenibilità si lavano la bocca e quando li senti ti viene il voltastomaco...

Per chiudere il discorso adesso vanno di moda le pale eoliche giganti in Sardegna da distribuire ogni dove....produzione sovradimensionata di energia antiestetica in una zona ad alto pregio paesaggistico non esportabile si badi bene. Qualcuno ci guadagna?

 

 

 

La miniera di Corvara

 

 

Come è possibile notare esiste un bel pezzo di ciclabile per cui è possibile evitare l'incontro con l'altra categoria di frequentatori dei passi....i noti arriva, bevi la birra e passa al prossimo.

Inutile che lo Scarabello ciclista difenda una categoria che non capirò mai. Go capio, ghe piase guidare in montagna ma anche quelli sono insostenibili....come i porschisti e simili.

Da un filmetto sullo squalo dello stretto scopro che il Nibali quando divenne famoso acquistò proprio una Porsche. Nota positiva è che il papà del campione, uomo di altra epoca lo seppe molto tardi che sulle spese superflue aveva una opinione ben chiara!

Che cazzo ti serve la << Pocc >> come diceva zio Miria? Per spander merda sui passi? Meglio il letame! Ovviamente mi ritengo un uomo di un'altra epoca e come si capisce questa dello spreco non la sopporto per nulla!

 

 

 

Cappella prima della frazione di Riobianco

 

La ciclabile evita il passaggio nella frazione ma lontano si osserva un cantiere enorme si presume utile. La montagna presenta una gola, un canalone stretto e pericoloso da cui sono sicuramente scese sulla strada e edifici limitrofi frane e slavine. Speriamo che quell'intervento venga in qualche modo mascherato dato che la galleria artificiale su cui passerà la strada è vicina ad alcuni masi ben conservati.

Finita la ciclabile si sale sulla statale e si raggiunge l'abitato di Pennes in perfetto isolamento.

 

 

 

Rio Bianco e Pennes

 

 

Ivi al ritorno ho visitato la chiesa e il camposanto come è mia consuetudine. (L'ultimo è tenuto perfettamente come le strade della Guizza querte dai roi! ).

 

La chiesa di Pennes

 

Sulla parete Nord della chiesa ci sono quelli che parrebbero degli ex voto incorniciati nel metallo arrugginito esicuramente datati:

 

Ex voto

 

 

Da Pennes si può dire che inizia la salita che porta al passo e dunque le pendenze salgono al 10%:

 

La frazione di Laste

 

Il primo tornante

 

A 2km dall'arrivo

 

La meta è lassù dove non girano le pale eoliche ma le altre

 

Evitata la fotografia del passo con annessi motociclisti, la mia attenzione si è concentrata su questa bella scultura:

 

 

E su due panoramiche con cui concludo il reportage:

 

Dal passo verso Nord

 

Dal passo verso Sud

 

Nel frattempo, per ricordare che la storia entra ovunque a ogni piè sospinto, si consumava la quarta vittoria dell'extraterrestre....il nettuniano Pogacar, già vincitore del Giro d'Italia nonchè del Tour visti i ritardi dei diretti avversari:

 

19 luglio 2024

 

Il 20 luglio favorito da una mossa sbagliata del povero Remko Evenepoel che voleva rubare qualche secondo al Vingegaard Jonas, si aggiudicava pure la quinta vittoria.

Oggi 21 luglio, mentre pubblico questo reportage si conclude il Tour e non si sa nulla su chi si aggiudicherà la cronometro...la maglia gialla dicono sia cannibale!

 

Dati:

Distanza: 29.5 km

Velocità media in salita: 18.2 km/h

Tempo di percorrenza: 1 ora 37 min

Residuo batteria: 50%

Apporto energia: 63%

 

Mettiamo un extra da suicidio:

Velocità massima in discesa: 74 km/h

 

 

TOUR " VALLE AURINA "

 

 

 

24 Luglio 2024. Secoli or sono visitai la zona. Lavorava ivi una parente alquanto strana, laureata in scienze agrarie. Passò per amore dai ghiacci eterni alle paludi veronesi. E da quella volta lei, ma anche il sottoscritto non misero più piede da quelle parti. E dunque visto che il tempo che mi sono lasciato alle spalle è assai più lungo di quello a venire non aspetto certamente il Giordà che si sta liquefacendo al sole di Grado trasformandosi in una massa fluida come espresso in modo artistico dall'amico del Depero di cui quello sopra fu fortunatamente erede:

 

 

Forme uniche nella continuità dello spazio

 

Ma veniamo al concreto: partenza da BZ alle ore 7.30 e arrivo a Villa Ottone distante esattamente 80 Km alle 8.45. Sono in sella alle ore 9.00 e seguo ( solo per l'andata ) le vie interne e le ciclabili indicate.

 

 

Burg Taufers

 

Il maniero chiude a Nord la valle; oggi dovrebbe chiuderla al turismo di massa ma non si può. Nel lontano passato è sicuro che la via dei Tauri aveva un certo peso economico, almeno per quanto riguarda il bestiame che sicuramente transitava per i pericolosi passi alpini. Non dimentichiamo poi le miniere di Predoi, probabilmente la risorsa principale della Valle Aurina.....aurina per l'appunto anche se il famoso metallo non penso fosse presente!

A proposito, il tempo è balordo e lassù ai piedi della Vetta d'Italia che non compare sulle cartine Kompass piove.

 

 

 

Lutago

 

 

La chiesa di S.Giovanni

 

 

 

Un tratto sterrato della ciclovia della Valle Aurina

 

 

Sosta d'obbligo dopo 20km a Cadipietra per la famosa banana ai sali d'argento:

 

 

 

Cadipietra

 

 

Tutti i paesi sono lindi e perfetti a prova di turismo di massa anche se ho potuto notare che alcuni resort non devono essere proprio a buon mercato. Gente in accappatoio passeggiava sui tetti dove è probabile fossero piazzate la piscina riscaldata e le terme al fieno appena falciato. Il chiesa moderna è elegantissima e oltre alle tre statue in legno opere davvero pregevoli, sulle pareti ai lati sono presenti delle grandi sculture in pietra che ricordano gli episodi salienti della vita di Cristo Santo e Maria Hilfe.

Come abbiamo capito, lassù i soldi non mancano....quaggiù latitano...chissà perché... A Cadipietra c'erano il campo da pallacanestro a multicanestro, quello da pallavolo con la sabbia, quello da calcio etc.etc.

A San Giacomo di Laives è la stessa cosa e forse Seppi ne piazza uno in 50 mq....

 

 

 

 

Predoi e il parco minerario

 

 

 

A Casere (m.1600)  la strada asfaltata termina e anche il tratto di salita ripida. Le macchine non passano e la via diventa solo pedonabile e ciclabile.

 

 

La chiesa di Santo Spirito con in basso la via Crucis

 

 

Qui la valle è ancora aperta e il paesaggio magnifico con la Chiesa di Santo Spirito a fare da cornice:

 

La chiesa del Santo Spirito

 

Interno e capitello della Via Crucis

 

MORTACCI DOVE E' LA TUA VITTORIA ?

 

Alcuni dicono che << Jesus lebt >> ma nessuno è ancora riuscito a controllare, forse Faggin l'uomo dello Z80 che ha avuto delle folgorazioni caso strano, simili a quell di Konrad Lorenz di cui mi è capitato tra le mani un libro più che datato. L'etologo non parla solo di quello per cui era specializzato ma anche di conscio e inconscio e del futuro nefasto che ci aspetta tanto per essere chiari.

Nel 1989 era però fiducioso...

A causa della pioggerella fine ma insistente, mi sono fermato nel vecchio maso di Pratomagno (m.1600) e vista l'ora ho dato mano al portafoglio e in cambio di 18 euro mi sono pappato un gulasch con polenta cremosa e un bicchiere di vino da 0,2 L. Altro che Scarabatto che fa la cura coi ovi fritti!

Riprendere la bici dopo il grappino gratuito, per colmare la lacuna dei 4 Km mancanti è stata dura anche con la Ebike.

La strada sale ancora...e il gulasch è come un mattone...i turisti a piedi si mantenevano a debita distanza ma non ho capito esattamente il perché.

 

 

 

Oltre lo Spirito Divino

 

 

 

 

A dx il sentiero per la Val del Vento

 

 

Con vento o senza vento magari col doping  mi prefiggo di percorrere quella valle per raggiungere il Rif.Giogo Lungo a quota 2573 metri sotto la vedretta del Pizzo di Predoi. Più che altro per controllare se ci sono ancora i resti del nevaio....

Chiare e fresche acque...

 

 

Al km 39

 

 

Kahrer Alm (m.1850)

 

E qui il giro ha termine. 80 km di cui la metà a motore spento.

 

 

 

 

TOUR " PASSO GAVIA "

 

 

 

 

Il Passo Gavia è probabilmente dopo lo Stelvio, il secondo passo come altezza a costituire una delle tappe propriamente alpine, del giro d'Italia ed è per questo motivo che mi trovo qui.

Partire da Ponte di Legno e superare i 1350 metri di dislivello non è tutto sommato un gran problema per un Ebiker Tour allenato. Semmai lo costituisce per i professionisti che devono passare di là partendo dalla pianura. Ma quello del professionismo è come sappiamo un altro mondo.

Una deviazione di circa 1 km dalla statale del Tonale permette di raggiungere un comodo parcheggio lungo la strada del passo Gavia e da lì alle ore 9.20 sono partito.

 

 

 

 

In lieve salita dopo un paio di chilometri, si raggiunge la deviazione per Pezzo; tra parentesi dal paese un bus navetta conduce a Case di Viso un insediamento rurale ristrutturato perfettamente che vale la pena di visitare visto che dagli anni 60 in poi, il turismo di massa, ha devastato tutti i borghi alpini e rimangono solo le foto d'epoca a raccontare come vivevano i nostri nonni in quegli ambienti difficili.

Un esempio è Santa Caterina Valfurva dove hanno demolito pure la chiesa .....che lo spirito non ne abbisogna.

Poco più in su finisce per così dire la piana e la strada comincia ad inerpicarsi lungo il lato destro del crinale:

 

 

 

 

La strada del Gavia non è proprio consigliabile ai guidatori inesperti perché la carreggiata si riduce spesso ad una larghezza di soli 2,5 m. In quei punti non si riesce a superare i ciclisti e bisogna mettersi in coda; se poi s'incrocia un veicolo bisogna essere abili con la retromarcia. Aggiungendo infine il fattore pendenza che in alcuni casi supera il 14% la frizione è a rischio...

 

 

 

Al chilometro 8 dalla partenza con pendenza del 14% e altitudine di 1780 metri

 

 

Più in alto la vegetazione comincia a dirardarsi e l'orizzonte ad aprirsi. Per chi scende dal passo l'attenzione deve essere massima che il dirupo è talmente scosceso che in caso di caduta non trovano neanche le gomme!

 

 

 

Tornante al decimo chilometro: ore 10.06

 

 

 

 

 

 

Tenendo conto della pericolosa esistenza della categoria dei motociclisti bisogna fare affidamento oltre che alla vista anche all'udito specie dove il guardrail è assente:

 

 

 

 

Curva della Madonna a gomito con guardrail

 

 

 

A circa 3 km dall'arrivo si trova un tunnel abbastanza lungo che presenta pure una curva all'uscita. Percorrendolo in discesa mi ritengo graziato sempre dalla Santa per esserne uscito vivo che non vedevo un tubo, neanche i lati dello stesso e senza i riferimenti giusti non tieni il mezzo sulla retta via!

 

 

 

Lago Nero (m.2400)

 

 

 

 Vista panoramica dagli ultimi tornanti con il tunnel a sinistra nella foto che supera il costone roccioso e franoso

 

 

 

E con un ultimo sforzo si arriva al passo dove ti aspetta il premio istituito due anni dopo la mia nascita dal Torriani il cui busto insieme a quello del campionissimo sta sulla collina sopra il passo.

Quest'ultimo lascia come al solito a desiderare e per fortuna la casa abbandonata della parrocchia della Madonna ha piazzato una paio di tavoli con sedie che permettono ai giunti vivi di mangiare un panino in semi-pace che c'è un continuo andirivieni di centauri rompicoglioni, gli stessi che stanno sfrecciando qui a Compostela dove c'è il teorico divieto dei 40 Km/h che prontamente viene fatto rispettare dai fantasmi dei vigili di Laives che a detta del sindaco sono ovunque ma non qui! Gli ho appena telefonato.....al sindaco.

 

 

 

 

 

 

 

Controlliamo il tachimetro: 17.2 km percorsi alla media di 13,6 km/h fanno per chi sa fare i conti circa 1 ora e 16 minuti di tempo di percorrenza escludendo le soste per le foto e la banana dopata..

E poi saliamo sul promontorio che l'orizzonte dischiude in un bellissimo panorama verso Valfurva e i suoi ghiacciai o meglio di quel che rimane degli stessi:

 

 

 

 

Lago Bianco

 

 

Le cime intorno superano i tremila metri e lontano sulla sinistra compare la piramide del Gran Zebrù, nuvole permettendo.

 

 

 

Il Gran Zebrù (m.3851)

 

 

La foto che segue è fatta invece in direzione opposta ossia da dove sono salito:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Busti del Torriani e del Campionissimo

 

 

 

Ma ecco la statua della Madonna protettrice dei ciclisti motorizzati e non, che evoca con quella spirale le altezze mirabili raggiunte:

 

 

 

 

 

 

Per concludere in bellezza ricordando che abbiamo percorso una salita della Madonna, con curve pericolose e gallerie a buio pesto, che i panorami sono sempre della beata e che dopo la sosta di rito sono ripiombato a valle per recuperare la macchina e salire di nuovo qui per dirigermi a Santa Caterina Valfurva con i rischi del caso, ecco un incontro fortuito.

Nel bar dell'area camper ho visto gli occhi della santa incorniciati in un perfetto ovale ... non me ne voglia la protagonista della foto per l'uso improprio del cellulare:

 

 

 

Due occhi della Madonna

 

 

Come confessai alla giovine ivi ritratta, in tempi lontani come raccontava lo specchio di Biancaneve, lontano dai monti e dal mare in terra toscana incontrai due occhi etruschi di color verde smeraldo ancor più luminosi che mi sentii mancare il respiro.....

D'altra parte, pensandoci bene ad agosto si concludono i festeggiamenti della Madonna e in particolare quelli solenni di Caupo; grande presenza di pubblico e musica dal vivo con il quartetto di ottoni.

Per gli esperti la ragazza suona l'euofonio strumento della cui esistenza non sapevo assolutamente nulla.

 

 

 

15 agosto 2024

 

 

 

Il cerchio è dunque chiuso.

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