I CASTELLI DELLA LOIRA
( MA NON SOLO)
Agosto 2002
Dopo l'impegnativo tour che ha condotto l'80% della famiglia Di Valerio in Galizia fino alla mitica Santiago de Compostela, l'incallito esploratore unitamente alla coppia Armando & Roberta ha rispiegato le vele verso la Francia. Obiettivo la Loira con i suoi famosi e celebrati castelli.
La cartina mostra con una certa approssimazione i luoghi visitati. In realtà sia il percorso che le tappe sono lievemente diverse da quelle mostrate nel tracciato ma quel tratto blu identifica a colpo d'occhio l'itinerario di massima di quel viaggio.
A guardar bene il castello di << Assay che me vien da Ridere >> si trova aldilà del centro della Francia e quindi lontano dai cantoni Svizzeri che o all'andata o al ritorno abbiamo sicuramente attraversato, elargendo il dovuto obolo per il famoso bollino autostradale e forse anche per il foglio verde di cui per qualche strana ragione non disponevo. Gli svizzeri come è noto sono degli abili cassieri...e se non te gai le carte a posto i verze anche le prison... Gli evasori miliardari invece sono sempre ben accolti!
Salvi...in terra di Francia
Edotto dalle mie frequentazioni parrocchiali avevo pensato di fare un salto a Cluny il famoso monastero benedettino ma il controllo attento dei file digitali rivela che da quelle parti non ci siamo passati affatto. D'altra parte i tagliatori di teste giacobini che dei monaci e del clero ne avevano i cabasisi pieni, rasero al suolo la famosissima abbazia fregandosene assai dei posteri e della cultura storica che fortunatamente ancora pervade qualche animo gentile.
La fame, le vessazioni e la rabbia fu così grande che si fece piazza pulita del clero e della monarchia fino a quando un certo Napoleone rimise le cose a posto!
Popolo bue dalla memoria corta; come si sà la storia non insegna nulla e i furbi e manipolatori delle folle prima fanno i rivoluzionari capipopolo e subito dopo gli imperatori, dux e primi cancellieri del Reich!
Il nostro percorso fece sicura tappa ad Ornans cittadina della Borgogna che diede i natali a Courbet, pittore di sicuri ideali democratici e repubblicani.
Ornans è attraversata dalla Loue che nasce nel Giura e dopo 120km di ghirigori si getta nella Doubs che guarda caso nasce dalle stesse parti.
Come nella vita dove i percorsi spesso si dividono per poi inaspettatamente ricongiungersi.
La Loue a Ornans
Ma parliamo del Gustavo Curbetto (1819-1877) iniziatore della corrente del Realismo. Dovette soffrire non poco sia per la scelta artistica che per quella politica visto che fu dapprima imprigionato e dovette riparare in Svizzera subito dopo. Allego il suo manifesto spirituale scritto in politichese moderno:
«Ho cinquant'anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sarò morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l'unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà.»
Beato lui che è riuscito in qualche modo a decidere della propria vita!
Courbet a Ornans
La cittadina ospita un museo a lui dedicato ma tra il materiale rivisitato non ho trovato alcuna opera del pittore. A dirla tutta non dispongo di alcuna diapositiva del viaggio cosa strana ma forse imputabile alla precedente escursione in terra di Spagna che deve avermi prosciugato le energie analogiche.
Balcone a Ornans con ebike di ultima generazione
Mi par lecito riportare un paio di opere che fecero scalpore:
Funerale a Ornans ( 1850)
Qui non piacevano ne il tema ne i volti dei partecipanti......
Signorine in riva alla Senna (1857)
Qui non piaceva l'atteggiamento un po' troppo rilassato delle due signorine....
L'origine du monde (1966)
Qui il tutto è semplicemente scandaloso vista la pruderie della borghesia di 800 che i bordelli li frequentava eccome!
Quel quadro per capirci, lo ebbi bene in fronte a Parigi nell'agosto del 95 quando mi recai col prode Ottorino Testini in visita alla città metropolitana.
Ho scoperto a posteriori che la tela fa parte delle collezioni del museo d'Orsey proprio a partire dal 1995. I casi della f...
Courbet che ha spesso rivisitato il nudo femminile in questo quadro
si abbandona ad un'audacia e a un realismo totali.
La descrizione dell'organo genitale femminile non è mediata da alcun artificio letterario.
Abilissimo pittore, grazie alla raffinatezza delle tonalità utilizzate
ha reso questa tela un capolavoro unico.
La moda a quanto pare è cambiata visto che la coppia B&B, noti erotomani del web conosciuti dalla polizia postale, posta sempre e solo immagini di patate sbucciate.
Va a loro merito il rispetto di tutte le tendenze sessuali oggi in voga....pare che tentino di praticarle anche loro senza alcun ritegno per i valori della tradizione patriarcale a cui furono educati. Il passato remoto è d'obbligo visto che sono oramai giurassici.
Tornando a Courbet ebbe guai giudiziari per via della sua adesione alla Comune di Parigi. Nominato responsabile delle arti fece abbattare la colonna di Place Vendome fatta forgiare con il bronzo austriaco da Napolicchio per commemorare la vittoria di Austerlitz del 1805.
Sole che le sorti della comune furono quelle che sappiamo, ossia quelle di tutte le utopie mondiali. Di lì a poco ripresero il potere i << Terzo Repubblicani >> affamatori del popolo, costretti al compromesso coi prussiani vincitori di Sedan a cui dovettero cedere l'Alsazia e la Lorena.
Pieni di debiti, col nemico in casa, imprigionarono l'artista per sei mesi obbligandolo al pagamento dei danni colonnari e forse anche di tutto il resto.
Solo che il Gustavo piuttosto che pagare, morì esule in Svizzera di cerrosi epatica.
Però ...che tosto che fu....quasi come Garibaldi che soccorse i comunardi battendo pure i mangiacrauti!
Le Saline Reali a Arc et Senans
Arc et Senans dista 45km da Ornans e quivi siamo giunti al tramonto. Presso questa località si trovano le Saline Reali, dichiarate Patrimonio dell'Umanità ovviamente Unesco dal 1982 unitamente alle Saline di Le Bains. Il Re Luigi 16° ghigliottinando, voleva costruire una città ideale dove avrebbero trovato posto gli impianti di lavorazione ma anche le abitazioni degli operai e di tutto il personale impiegato nell'estrazione del sale. Il progetto di questa città industriale ante litteram non fu mai terminato perchè da lì a poco la ghigliottina avrebbe cominciato a funzionare a pieno ritmo eliminando anche i gabellieri del Re.
Il sale infatti era monopolio di stato e tutti a partire dagli 8 anni in su dovevano pagare l'invisa tassa se volevano salare la soupe à l'oignon.
L'acqua presente nel sottosuolo di Salins contiene 330 grammi di sale per litro, una concentrazione notevole visto che l'acqua dell'oceano Atlantico ne contiene solo 80 mentre per la pasta aziutta vale la regola 1-10-100 ossia 1 litro di acqua-10 grammi di sale per 100 di pasta.
L'acqua veniva raccolta tramite pozzi, ed incanalata in condotti verso una pompa idraulica installata nel 1750 e azionata dal fiume Furieuse. La pompa faceva risalire
l'acqua salata in superficie dove veniva versata in grandi vasche di ferro chiamate poêles, dove veniva riscaldata da grandi fornaci situate al piano inferiore in modo da
far evaporare l'acqua e cristallizzare il sale. Il lavoro dei sauniers, era molto duro a causa dell'alta temperatura presente nella sala. A partire dal 1779 l'acqua salata
venne mandata verso la salina di Arc-et-Senans, tramite due canali lunghi 20km dato che in quel luogo si trovavano grandi foreste in grado di fornire tutta la legna
necesssaria. Rimasero in funzione fino al 1962.
La costruzione è imponente e l'ambiente che la circonda perfettamente integro, non fa altro che valorizzarla.....come da noi più o meno...molto meno....menissimo!
Quando guardo il Tour de France e faccio i confronti con il Giro d'Italia, parlo ovviamente del paesaggio, mi viene il voltastomaco a pensare a come abbiamo ridotto questo paese di dementi - farabutti - condonati.....
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Sauniers por voyager
Prossima tappa del tour è Vezelay con la famosa chiesa romanica posta su uno dei tanti Cammini di Compostela.
Intitolata alla Santa Maria Maddalena che a quanto si racconta divenna santa poi, fu fondata prima dell'anno mille dai benedettini riformati di Cluny.
Il bellissimo nartece ne rivela l'epoca di costruzione paleocristiana, risale infatti al IX secolo d.C.
Impressionante è il numero di capitelli che adornano i pilastri:
Monumento più importante della Borgogna per qui transitarono tutti: pirati arabi e normanni che a quanto pare non erano solo navigatori, re francesi ed inglesi per mettersi d'accordo su come spartirsi il regno di Gerusalemme e pure quell'indemoniato predicatore che fu Bernardo da Chiaravalle (1090-1153) cistercense, taumaturgo e cofondatore dell'ordine dei templari i cavalieri che difendevano i poveri pellegrini dagli assalti dei banditi, dei predoni e degli infedeli.
Il Bernardo sosteneva che nei casi estremi era preferibile un pellegrino cristiano vivo a discapito di un infedele morto...però Lui il Bernardo da buon retore era comunque per la dialettica ed il confronto e per questo si guadagnò il paradiso dantesco.
Varcato il bastione col camper che non ci passava affatto abbiamo raggiunto la Loira. A Chenonceau arriviamo al tramonto giusto per comperare i biglietti per lo spettacolo serale...una chicca!
Indiscutibilmente il più poetico dei castelli della Loira, lo visitai nel lontano 1980 con la banda dei 4 Gats. Allego qui l'immagine che mi ritrae mentre sto sproloquiando col Bob, amico dal luminoso passato di fotografo.
Chateau di Chenonceau (Foto Roiter Farina 1980)
Tappa successiva fu Amboise dove riposava la salma del Vecchio Leonardo da Vinci. I rivoluzionari non ci pensarono due volte a farla sparire che in ogni caso l'artista era in combutta con Francesco I° e tutti i reali anche quelli sepolti da tempo a fine 700 provocavano un intenso maldipancia.
Chateau d'Amboise
Dal castello si domina il paese posto sulla riva della Loira:
Tappa successiva è stata quella di Azay le Rideau e alla sera l'attrezzatura era pronta e carica per il nuovo spettacolo notturno:
Qui la luna, il castello e i fumi dal camino sono stati strabilianti e lo ribadisco con un ingrandimento delle foto precedenti:
Non sono mancati anche i giochi di luce sul prato:
Passata la notte in bianco a causa del rapimento del Tonno da parte dei ghostbusters, il giorno dopo eravamo al chateau di Cheverny costruito tra il 1624 e il 1630.
La proprietà inizialmente della famiglia Hurault dopo varie vicende di esprori ed evasioni fiscali ritornò alla stessa agli inizi del 1800. Se non ricordo male un'ala del castello è ancora abitata dagli eredi; la facciata barocca è di una eleganza senza pari:
Ultimo sforzo per i nostri eroi: il castello di Chambord forse il più celebrato della valle della Loira. Celebre è la prospettiva che conduce al castello; è d'obbligo smontare dall'auto per effettuare la foto di rito:
Il castello fu una delle residenze dei re francesi e costituisce uno degli esempi più significativi di architettura rinascimentale essendo stato costruito nel 1519 per volere di Francesco I°. La selva di camini della parte centrale del castello è un unicum da favola.
Alla sera sulla facciata del castello vengono proiettate le ombre degli alberi:
La terza proiezione notturna forse non è stata così interessante come le precedenti anche perchè il castello è molto grande e forse non si presta per gli effetti pirotecnici luminosi. Ci siamo recati anche all'interno e sul tetto tra i camini:
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Stanchi dell'intensa vita notturna tra fauni e prosperose donne barocche, abbiamo puntato il camper verso la frontiera e verso l'ultima delle mete di questo viaggio: l'abbazia di Fontaney fondata dal noto Bernardo nel 1118 e dunque in perfetto stile cistercense.
A differenza dei cugini di Cluny la costola cistercense ricercava la semplicità e la povertà originaria del movimento benedettino.
Questa aspirazione caratterizza anche le loro abbazie prive di fronzoli e di grottesche come abbiamo potuto notare a Vezelay.
L' Abbaye di Fontenay
L' interno imponente e spoglio
Lasciate le fresche acque di Fontenay, sistemate le valigie e recuperato il reggiseno della Roberta nel frigorifero e i rullini di diaposite scadute del Tonno nelle scatole dei maccheroni, siamo partiti felici ma preoccupati alla volta di casa. Avremo passato indenni la frontiera con la Svizzera?
Pare di sì visto che quasi 20 dopo sono qui a raccontarlo.
Nota:
Immagini digitali realizzati con la compatta della Nikon E885. Dimensioni delle foto 1024 X 768 pixel.
Riprese: agosto 2002
Testo dell'autore: maggio 2021