IL GIRO TONDO DEI DUE PASSI

 

 

 

II giro dei due passi

 

I passi in questione come si evince dalla cartina sono il passo Palade e Mendola. La Ecube dotata di batteria da 625W permette di compiere questo giro di 90Km con un buon margine di sicurezza, da intendersi che si torna a casa pedalando con un residuo quasi del 20%.

Per chi non conosce il mezzo in questione ricordo che le funzioni legate alla potenza disponibile al motore sono 4 ed io uso la seconda denominata " Tour " il giusto compromesso tra velocità e consumo. " Eco " il primo livello è programmata per una velocità inferiore ai 10Km/h mentre la precedente permette con una buona gamba di superare i 15Km/h.

L'anno scorso ho percorso lo stesso giro in senso orario salendo prima sul passo Mendola mentre quest'anno (A.D. 2021 ) l'ho fatto in senso antiorario salendo al passo Palade da Nalles.

 

 

La parte più dura risulta essere la salita da Nalles a Prissiano che si potrebbe evitare salendo da Lana ma tutti i paesini riportati in cartina meritano una sosta senza scordare San Ippolito da cui si domina tutta la piana di Merano e non solo. La valle media dell'Adige è costellata da castelli e chiese in posizione dominante; la strada romana ossia la Claudia Augusta che da Altino giungeva fino ad Augusta superando il passo Resia passava da queste parti dato che l'Adige e i suoi affluenti scorrevano liberi, spesso impaludando il terreno e rendendo impossibile il transito.

 

 

 

I castelli in destra Adige tra Lana  e Terlano

 

 

 

Prissiano: Castel Fahlburg-Valle

 

 

Castel Fahlburg è una residenza realizzata nel periodo compreso tra Rinascimento e Barocco e ingloba l'antica torre di Prissiano. Le finestre visibili nella foto e denominate " serliana " pare siano state realizzate qui in Alto Adige per la prima volta; in pratica è una trifora con l'apertura archivoltata divisa tramite colonne dalle due laterali architravate .

Secondo " indiscrezioni " qui fu tenuto prigioniero nel 1421 il poeta, menestrello e diplomatico monocolo Osvaldo von Wolkenstein. Simpatizzava troppo per il Re d'Asburgo e meno per i nobili tirolesi che del re non ne volevano sapere. Pare scappasse col bottino di Castelvecchio ragione per cui fu catturato, imprigionato e pure torturato. Di Castelvecchio una delle mète privilegiate dei ciclisti locali non rimane traccia alcuna; menzionato già nel 1190 come luogo natale del cavaliere Schenk le ultime rovine furono rimosse nell'800. Col menestrello è scomparso pure il castello!

 

Prissiano, la conca di Merano sullo sfondo e i castelli Katzenzungen e Wehrburg

 

Prima di prendere la strada delle Palade in località Narano ho fatto una deviazione a San Ippolito visibile in alto a sinistra sul cono boscoso nella foto in bianco e nero.

 

Secondo tradizione fu martirizzato a Roma il 13 agosto del 258 sotto l'Imperatore Valeriano; dopo vari tormenti, legato per i piedi al collo di focosi cavalli, fu trascinato per luoghi aspri e spinosi, e con il corpo tutto lacerato rese lo spirito. Patirono nello stesso giorno la beata Concordia sua nutrice, che tormentata con flagelli piombati, passò anche lei al Signore; ed altri diciannove della famiglia, i quali fuori della porta Tiburtina furono decapitati, e, insieme con lui, sepolti al campo Verano.

Insomma una bella festa di commiato con tutta la famiglia!
 

 

San Ippolito

 

La foto panoramica denota che da questo cocuzzolo si poteva dominare sia la conca di Merano che quella di Bolzano.

La frequentazione del sito risale al Neolitico mentre in età romana sorgeva un presidio o un fortilizio per controllare eventuali movimenti di genti e truppe lungo la sottostante Via Claudia Augusta e quella che conduceva tramite il passo Palade in Anaunia. E' possibile che qui sorgesse proprio il " Castrum Tesana " di cui parla Paolo Diacono poi distrutto dai Franchi nel 590 d.C.

Ma prendiamo ora la strada per il passo che nel tratto intermedio offre un panorama bello quanto il precedente:

 

 

 

La conca di Prissiano dalla strada delle Palade

 

 

La strada fu costruita durante il fascismo intorno al 1935; è ampia e con una pendenza massima intorno all'8% come è possibile leggere visitando il bunker sul passo dove è allestita una mostra davvero interessante in parte dedicata alla strada in oggetto.

 

 

 

 

Attualmente l'obelisco ( dopo una ricerca fatta nel 2023 ) si trova un chilometro più a Nord rispetto alla posizione originale, dopo il crocevia per la Val d'Ultimo. Posizione questa incongrua .....lì non inizia alcuna strada per le Palade.

Ovviamente il trasferimento di statue in provincia di Bolzano avviene per una presunta " correttezza politica ". In passato abbiamo avuto l'eliminazione di ponti, palazzi e interi quartieri per non parlare delle polemiche che ogni tanto vengono sollevate sul famoso monumento della Vittoria.

L'architettura è ovviamente un'espressione del periodo politico in cui è stata realizzata e tutti  " i regimi " del mondo l'hanno da sempre foraggiata con lo scopo di esternare la loro magnificenza e il loro potere magari nefasto.

In ogni caso è inutile prendersela con i monumenti; portando il ragionamento alle estreme conseguenze dovremo far tabula rasa di tutto.

 

 

 

L'obelisco dell'altrove oggi

 

 

 

Unico neo: la strada a differenza di quella della Mendola è transitabile dai camion e ciò costituisce un pericolo per i ciclisti. Senza contare i soliti centauri che con i passi hanno l'abbonamento e sfrecciano rombando rispettando il codice della strada e i limiti di rumorosità imposti dalla legge di .....Sti Cazzi!

 

 

Monumento dedicato a Luigi Razza ideatore della strada delle Palade

ANNO 1935

 

Il Passo Palade in una foto d'epoca

 

 

Il passaggio dalla bici tradizionale a quella elettrica porta in sè due vantaggi: si fa movimento ma meno fatica e si visitano luoghi che a piedi sarebbe impossibile raggiungere negli stessi tempi. Qui il compromesso tra lo spazio percorso e il tempo dedicato alla visita compete al ciclista e alle sue inclinazioni culturali.

Inutile dire che per lo scrivente, la Ebike ha aperto orizzonti una volta impensabili.

 

 

 

 

Rif. Palade (m.1521) nel 1955

 

 

 

Nel 1955 circolavano più Vespe che auto e per l'occhio e gli altri sensi era sicuramente meglio....il viaggio era un'avventura!

Poco più in là del passo c'è l'entrata al bunker una fissa del Mascelluto; era convinto che alleandosi con il Matto coi baffetti avrebbe guadagnato molto sacrificando poche migliaia di uomini....però non si fidava affatto e allora tutti i confini li voleva presidiare con decine di gallerie, rifugi sotterranei e bunker...ovviamente mai utilizzati!

Come dire investiamo nell'inutile....che le uniche guerre che abbiamo vinto sono quelle del Risorgimento con l'aiuto dei francesi....e passi anche la Grande Guerra che il nemico nel 18 saltava più di un pasto.

 

 

 

I bunker del Vallo Alpino

 

 

Domanda: ma possiamo fidarci sempre degli svizzeri?

Comunque la visita è consigliata sia per la ricca raccolta fotografica sia per quella dei minerali raccolti da un appassionato sudtirolese.

 

 

 

Bunker di passo Palade: galleria fotografica

 

 

 

 

Bunker di passo Palade: minerale di quarzo

 

 

Percorrendo i lunghi corridoi ogni tanto qualche angusta finestra permette di capire dove puntava il cannone che probabilmente qui non fu mai installato:

 

 

Da una finestra del bunker

 

 

Qui non ci siamo proprio visto che si vedono l'altopiano del Salto e le Odle sullo sfondo....

Altre belle immagini d'epoca vengono proiettate sulle pareti umide....che appendere fotografie più o meno tradizionali non è il caso:

 

 

 

 

 

Sul fatto di << tirare dritto >> in curva si può aprire una discussione....resta che siamo sul versante noneso e dunque mi appresto per la discesa..

 

In Val di Non

 

 

Da San Felice (m.1279) si osserva molto bene questo tratto dell'alta Val di Non; laggiù sullo sfondo si delinea il M.te Roen (m.2116).

Il percorso è tutto in discesa fino a Fondo (m.982) e al lago Smeraldo poco distante dalla strada principale. Il laghetto è molto frequentato e mi sono fermato giusto per una birra ed un panino. E poi via per l'ultima salita di circa 400 metri di dislivello che porta alla Mendola.

In alcuni tratti tra Ruffrè e i Villini è presente una ciclabile che si può percorrere in alternativa alla statale.

 

 

 

La salita verso il passo Mendola

 

 

 

La Mendola ha un passato turistico legato alla Belle Epoque e ne sono testimonianza la Villa Imperiale ed altre costruzioni coeve:

 

 

 

Passo Mendola: la Villa Imperiale

 

 

Attualmente l'imponente costruzione è stata riadattata e sono stati ricavati numerosi appartamenti; meglio così che altrimenti sarebbe andata in rovina come dimostrano le altre costruzioni più recenti presenti vicino al passo.

Da giovane, nei bei tempi andati passai qui un paio di settimane ospite di mia zia; avevo 16 anni e riuscii in qualche modo ad entrare nella discoteca di Ruffrè.....ero coccolato dalle ragazze più grandi che si divertivano un sacco con i maschietti ben più vecchi del sottoscritto. Come al solito ho cannato i tempi.....

Ricordo anche di un pazzo con cui a bordo del monocilindrico Benelli feci i pochi chilometri tra i Villini e la Mendola a 100km/h...riuscii a sopravvivere pur perdendo un po' di capelli.... allora non si usava il casco!

 

 

Tavolino Belle Epoque

 

E poi giù per i tornanti facendo attenzione ai motociclisti dementi che non li senti arrivare alle spalle....

 

 

 

Dalla strada della Mendola: sullo sfondo Bolzano

 

L'ex ristorante Matschatsch (m.900)

 

 

La discesa dal passo Mendola a Bolzano

 

Al ristorante abbandonato Matschatsch (m.900) ( impronunciabile ) sosta per raffreddare i freni a disco prima di percorrere gli ultimi chilometri fino a casa.

Qui sarebbe possibile scendere verso Appiano tramite una forestale che in alcuni punti risulta molto ripida ma pigliamo la via diretta.

Nascosto dalla vegetazione oltre il prato c'è l'omonimo castello che risale al 1500 e dopo vari passaggi di mano è ora di proprietà del comune di Appiano. Nel 1908 furono piantate tre sequoie che oggi hanno dimensioni ragguardevoli con un diametro del tronco che supera il metro e mezzo. Le sorelle cugine sicuramente più anziane si trovano lungo la strada per Favogna.

 

 

 

Castello e sequoie del Matschatsch

 

 

Giunto finalmente a casa ho dato una occhiata al contatutto: notare la discrepanza tra quanto segnato sulla carta 84,5 Km e quanto misurato dal contachilometri della Ebike. La colpa è da imputare forse al solito San Ippolito.

Il dislivello in salita è di circa 1600m e ho ancora un residuo di carica del 18%...potrei pedalare ancora si.... ma solo fino al terzo piano per fiondarmi in doccia!

 

 

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