MAMbo

MUSEO ARTE MODERNA BOLOGNA

 

 

A Bologna per le festività dei morti siamo in ballo. Dove? Al MAMbo!!

Dopo la visita delle piazze e chiese della città rossa e grassa ( con più ciese de Roma e Venessia messe insieme ) era giusto visitare questa nuova struttura che ospita opere dedicate all'arte contemporanea e una cospiqua raccolta di quadri e stampe di Giorgio Morandi.

A piano terra c'è That's It! , la mostra temporanea dell'ultima generazione di artisti a un metro e ottanta dal confine.

Che significhi l'ultima frase non lo so ma così recita la pubblicità; da sempre più interessato agli aspetti grafici e visivi delle installazioni, non ho approfondito gli aspetti " semantici "  inerenti al significato delle opere esposte.

 

 

Ruth Beraha

 

La Ruth propone un acquario con testa cava in metallo e pesci piranha che nuotano intorno. Sono piccoli e non sono così spaventosi come li dipingono.

In centinaia se affamati spazzano via un animale di grossa taglia in pochi minuti...meglio non sperimentarlo. E' questo un ricordo legato ad un'immagine dell'enciclopedia " Conoscere " che leggevo da piccolo; una povera mucca ammalata veniva sacrificata per attraversare il fiume con il resto della mandria un po' più a monte.

 

 

Giulio Deive'

 

Gli indiani metropolitani di Giulio con i loro bei capelli a " scopa "  insidiano minacciosamente i " polonieri " il nuovo corpo di polizia di stato non ancora inventato.

Visto quanto è successo per il Corpo Forestale anche a Poliziotti e Caramba spetterà in futuro questo matrimonio forzato!

 

 

Michele Sibioni

 

 

Michele utilizza il mezzo fotografico e s'immerge nelle notti pericolose d'Africa. Io preferirei la caccia fotografica alle damigelle di Numibia di uno dei fotogrammi, magari in un ambiente naturale integro e ben lontano dalle megalopoli - città fogna che caratterizzano oramai tutto il pianeta e non solo l'Africa.

Poco lontano c'è l'interessante ricerca di Elena Mazzi. Le foto parlano dei riti della civiltà contadina abruzzese e qui ho letto con attenzione i testi che accompagnano le fotografie.

Per le frane c'era la penna de callina e la lana di pecurina, per i temporali gli attrezzi agricoli sulla soglia dei portoni e poi chiavi magiche, tagli rituali di alberi infruttuosi, campane e bastoni a tre teste per i riti di passaggio alla maturità.

 

 

Elena Mazzi

 

 

 

Lascio la traduzione agli abruzzesi con cui condivido metà del patrimonio genetico. Il termine " resibbola "  non è facilmente traducibile....è comunque la frana di sassi.

Al centro del grande salone ci sono le fotografie di Tribbioli:

 

 

Carlo Gabriele Tribbioli

 

 

In una sala laterale gli " indumenti "  di Giovanni Giaretta in offerta speciale:

 

Gianni Giaretta

 

Sono molte le ragazze giovani e curiose che frequentano gli spazi dedicati all'arte contemporanea, molte più dei loro coetanei maschi. Non mancavano neppure qui davanti alle foto di Emilio Vavarella:

 

 

Emilio Vavarella

 

 

E chiudiamo con un'opera plastica di Diego Tonus: " L'uomo seduto "  questo è il titolo che impropriamente gli ho affibiato.

E' a mio avviso l'emblema del visitatore che rimane più delle volte sconcertato di fronte a questa mostra come in generale a tutte quelle inerenti l'arte contemporanea.

 

 

Diego Tonus

 

Ma spostiamoci al piano superiore dove c'è la collezione permanente che fornisce una chiave di lettura della storia dell'arte italiana dagli anni 50 ad oggi.

Guttuso convinto comunista era per un'arte impegnata come quella delle chiese medioevali, un'arte che doveva educare il popolo.

All'occhio moderno il funerale di Togliatti ricorda che i tempi dell'arte al servizio dell'ideologia sono del tutto tramontati. Al funerale partecipa Stalin il buon baffone responsabile di milioni di morti che il PCI di allora non voleva condannare. Lo stesso Togliatti da un lato, era succube del comunismo sovietico dal volto umano e dall'altro aveva provveduto da ministro della giustizia al primo condono della storia della repubblica quello che apriva le carceri agli aguzzini repubblichini e fascisti.

Mai capita questa storia...dei condoni perenni di cui il nostro paese ha il primato universale!!!

 

 

Reanto Guttuso: " Il funerale di Togliatti " 1972

 

 

I protagonisti

 

 

Al funerale c'erano tutti anche quelli già morti, come i santi degli altari delle chiese, onnipresenti!

Il quadro ha un bell'impatto ed è interessante anche dal punto di vista storico perchè nel bene o nel male i personaggi ritratti fanno parte della storia in primis del nostro paese.

Altri autori presenti nella sala e fortemente " politicizzati " rivelano nei loro dipinti una forte sensibilità verso le tematiche sociali e quelle del lavoro. Forse sono opere un po' retoriche ma va dato atto di questa sensibilità senza secondi fini.

Fotografie e registrazioni sonore ci ricordano che siamo a cavallo degli anni 70 con giovani e operai in piazza, con manifestazioni continue, con violenze a destra e sinistra, con stragi impunite coperte dai poteri occulti dello stato, stragi di cui non si è capito nulla ancor oggi.

Con Guttuso e la sua arte celebrativa e figurativa non andavano d'accordo i firmatari del Manifesto Forma 1  anche loro marxisti e formalisti come si autodefinivano. Come sempre la sinistra italiana era divisa dagli albori e in ogni campo. In questo caso Accardi, Consagra, Perilli e altri cercarono un linguaggio pittorico autonomo ancorato all'arte astratta europea dei primi anni 50, linguaggio considerato comunque rivoluzionario e d'avanguarda anche se avulso dalla corrente del realismo.

 

 

Achille Perilli: " Marcia Indietro " 1958

 

 

Poi è il turno dell'Informale ma siamo sempre negli anni 50-60 e autori di spicco nel panorama italiano sono Fontana l'artista dei " Tagli  " e Burri che si muoveva tra sacchi vuoti di patate e plastiche inquinanti bruciacchiate, forse,  una forma protesta ante litterram contro quella materia, la plastica che sta distruggendo il pianeta.

Il termine " Art Informel " è stato coniato dal critico francese Michel Tapié agli inizi degli anni 50; significa << privo di forma >> per cui le composizioni eseguite dagli artisti, non sono ne figurative ne geometriche, a volte come nel caso di Jackson Pollock l'antesegnano americano dell'Informale sono opere in cui il colore è lasciato cadere sulla tela ( dripping ) mentre nel caso di Fontana ideatore dello Spazialismo sono buchi e tagli inferti alla tela stessa.

Dunque forme espressive diverse unite dall'azione, dall'atto istintivo del creare piuttosto che dallo studio e ragionamento sui colori e le forme.

 

 

Alberto Burri: Bianco plastica 1966

 

 

L'Arte Povera che si sviluppò principalmente a Torino è un movimento artistico degli anni 60 che si concentra sull'uso di materiali semplici, sugli aspetti sensoriali, sul superamento dei limiti bidimensionali imposti dalla tela. Tra i materiali utilizzati abbiamo il legno, la pietra, il metallo ma anche l'acqua.

Si tratta spesso di materiali di scarto, aspetto questo in polemica con il nascente consumismo della rivoluzione industriale di quegli anni.

Fu Germano Celant in occasione della mostra di Genova del 1967 a coniare il nome del movimento a cui appartengono artisti come Kounellis, Pistoletto, Merz, Boetti, Calzolari, Anselmo e altri ancora.

Questi artisti provenivano per lo più dalla classe operaia e per loro l'impegno artistico aveva una notevole rilevanza; erano sensibili ai cambiamenti sociali che si verificarono in quel periodo storico unitamente alle prime rivendicazioni operaie e studentesche.

Di Pistoletto ricordiamo i Quadri Specchianti presenti non qui ma alla Biennale di Venezia del 2009 o la sua Venere degli Stracci custodita nel castello di Venaria Reale e la cui copia presumo in polistirolo è stata esposta recentemente nel cortile dell'Università di Bolzano:

 

 

Pistoletto: Venere degli Stracci (copia)

 

L'opera classica, la Venere è quasi soffocata dallo scarto, gli stracci della civiltà dei consumi.

Merz supera la forma bidimensionale con i famosi Igloo decorati con le luci al neon dove i numeri che compaiono sono quelli della serie di Fibonacci gli stessi della regola aurea.

L'opera nel suo divenire è il soggetto di Zorio con la coperta intrisa d'acqua che evaporando lascia un residuo salino sul terreno; lo stesso dicasi del Flauto Magico di Calzolari che si ricopre di ghiaccio e della scultura che mangia l'insalata di Anselmo opera d'arte che deve essere quindi nutrita. Arte quindi in divenire.

L'opera più interessante presente a Bologna è quella di Fausto Melotti che usa fili di metallo e cartone dipinto:

 

Fausto Melotti: la casa rossa (1976)

 

 

Un'opera delicata e aerea che fa venire in mente quella di Calder.

E di indubbio valore estetico stante l'assoluta " povertà " del materiale la " composizione " che segue:

 

Ferro & Cemento

 

 

Con l'artista visionario Luigi Ontani si chiude il capitolo sul contemporaneo più o meno recente:

 

Luigi Ontani: " Ermafrodito mignolo " 1996

 

 

La parte principale del MamBO è dedicata alla figura di Giorgio Morandi che nel campo della pittura e grafica costituisce un mondo a sè.

Morandi fu maestro di grafica e incisione e insegnò presso l'Accademia di Bologna per vent'anni.

Le sue opere sviluppano il tema della poetica dell'oggetto; il pittore non si mosse quasi mai dalla sua città se non per qualche breve periodo di riposo a Grizzana sull'Appennino.

Pochi furono i dipinti di quel mondo che osservava dalla finestra di casa, un'infinità quasi un'ossessione si potrebbe dire, quelli dei suppellettili che raccoglieva nel suo studio. Ma su Morandi ritornerò in un prossimo articolo.

 

 

Giorgio Morandi: Natura morta

 

 

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