AI CONFINI DEL TIBET
(CAMPO IMPERATORE E GRAN SASSO)
Risale al lontano 1989 la prima visita al " Il Piccolo Tibet " come ebbe a definirlo il Fosco Maraini. Mi ero ripromesso di tornare lì nel 2023 ma l'alluvione padana mi consigliò di spostare l'appuntamento. Ed ecco che il 1 giugno 2024 sono finalmente tornato a godermi consapevolmente questi panorami unici. Il giorno prima ero a Teramo e imboccata l'autostrada A24 per l'Aquila, ho attraversato il Gran Sasso passandoci sotto. Nessuno lo ricorda ma il famoso traforo che ospita i laboratori del Cern ha prodotto parecchie grane anche allo stesso paese di Assergi. La galleria bucando la falda, provocò l'inondazione del paese. Ovviamente l'acqua accumulata all'interno della montagna è scomparsa da tempo e l'alluvione è passata ma le risorse idriche della zona penso ne abbiano risentito non poco come è accaduto anche per la variante di valico e come accadrà per l'ultimazione del traforo ferroviario del Brennero. Nessuno mette nella lista questi danni...si parla di fatalità!
Alla sera del 31 maggio ero in quel di Santo Stefano di Sessanio (m.1250) ottima base per le escursioni in zona.
L'appuntamento con quel tubone di Macerata era già stato fissato da tempo ma l'oriundo non si è organizzato benissimo visto che sapendolo poteva passare qualche ora di più coi tirolesi. Nello stesso giorno ossia il 31 di maggio avrebbe preso dimora a Isola del Gran Sasso sul lato orientale del massiccio.
Appuntamento alle ore 9.00 per l'indomani presso l'Osservatorio Astronomico del Gran Sasso.
Alle ore 8.00 del 1 giugno noi siamo già in marcia anche per approffitare del bel tempo mattutino ed eseguire le foto allegate.
Il Gran Sasso dalla strada SP 97 che sale da S.S. Sessanio
Il mare di verde verso Ovest
Prima di giungere a Campo Imperatore c'è un susseguirsi di altipiani a quota crescente. Nella foto che segue c'è un puntino sulla sinistra: è la famosa Rocca Calascio. Un castello in posizione unica che è stato uno degli obiettivi della missione abruzzese.
Rocca Calascio e il Monte Sirente
E poi eccolo! E' un vero massiccio calcareo e più di tutte le montagne dell' Appennino ricorda le vette dolomitiche. Il Corno Grande (quello a sinistra) raggiunge i 2912 metri di altezza e come constatammo durante quella giornata, la salita in vetta specie in questa prima decade di giugno non fu banale. Detto in soldoni ce la sognammo...la vettà!
Il massiccio del Gran Sasso da Sud-Ovest
Campo Imperatore dalla SP 97
La strada proveniente da S.S.S. si collega con la regionale che collega Assergi a Nord con Castel del Monte a Sud.
SR 17bis di Campo Imperatore
Alle ore 9.00 siamo nel luogo più brutto di tutto l'altopiano, ossia la stazione di arrivo della funivia proveniente da Assergi in quello schifoso albergo semidistrutto tenuto prigioniero il gran demente sbessolone dopo la caduta del fascismo del 25 luglio 1943.
Campo Imperatore visto dall'Osservatorio del Gran Sasso
Fatto sta che l'alpino alcolizzato di Macerata esagerava con la colazione in quel di Isola e arrivava puntualmente in ritardo all'appuntamento dando il cattivo esempio al povero figlio Angelo privo di bastoncini da montagna. Uno sfacelo!
Invitai la Malta ad incamminarsi mentre disarmato rimasi in attesa di quel.....Alle 9.50 giunto il " sibillino " imbocchiamo il sentiero che porta alla Sella di M.te Aquila.
Tira un vento fortissimo che i fiori pur a livello del terreno sono un poco malconci.
Che ci fa qui l'anemone del Monte Baldo o presunto tale? Lo chiederò più avanti agli esperti di Actaplantarum.
Sulla Viola di Eugenia non ci sono dubbi che cresce qui come sui Monti Sibillini dove la vidi per la prima volta. Esiste anche nella varietà gialla.
Anemone del M.te Baldo (Anemone baldensis) |
Viola di Eugenia (Viola eugeniae) |
Lungo il sentiero n.103 con a dx Monte Aquila (m.2494)
Doronico di Colonna (Doronicum columnae)
Sella di M.te Aquila (m.2335)
Il panorama dalla sella è magnifico e le macchie di neve mi ricordano quel che vidi sull'Etna nel febbraio di 10 anni fa. Lì c'erano le colate laviche ad aumentare il contrasto....
Panoramica
Incontri ravvicinati del terzo tipo
Ecco quei due disgraziati di Macerata, giunti quassù in ciabatte da spiaggia. Per decenza ho tagliato la foto al giusto livello. Il giovane Angelo come dissi è senza stecche ...gravissimo errore in questa occasione dove la neve è ancora abbondante!
Campo Pericoli e Rif.Duca degli Abruzzi
La sella del Brecciaio (m.2442)
Verso la Sella del Brecciaio
Dove inizia il nevaio la Malta fa dietro front che le salite impegnative le costano troppa fatica. Ci ritroveremo nel primo pomeriggio al Rif.Duca degli Abruzzi.
Ecco dove servivono le stecche....
Nevaio a quota 1400 metri
Quota m.1554
Più in sù abbiamo << cannato >> clamorosamente! Se stavamo dietro al gruppo accompagnato da una guida visibile nella foto che segue forse saremmo giunti in cima. Mancavano i cartelli, seppelliti dalla neve e poco edotto sui percorsi, ho seguito la maggioranza degli escursionisti che deviava verso destra incamminandosi lungo la cresta Ovest del massiccio.
La Conca degli Invalidi e il Corno Piccolo (m.2665)
Tutte le Creste Ovest e pure Est costituiscono un problema, specie quelle a 7500 metri di altitudine. Qui a Bonatti gli sarebbe venuto da ridere ma ai tuboni e al sottoscritto la cosa non piaceva affatto. Un secondo e terzo grado, alcuni nevai esposti insomma siamo saliti per un po' e poi saggiamente e comunque soddisfatti siamo tornati sui nostri passi.
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La cresta Ovest (tipo Gasherbrum IV) con il capoguida
Pizzo d'Intermesoli (m.2635)
Cresta Ovest e sullo sfondo il lago di Campotosto
Da lassù si vedevano il Terminillo, il lago di Campotosto, i monti della Laga, i Sibillini, il Conero.
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Il Corno Piccolo col Passo del Cannone e la quota massima raggiunta sulla cresta Ovest (m.2700)
Verso le ore 13.00 il gruppo di indomiti defessi si incamminava lungo la via del ritorno verso il rifugio del famoso Duca degli Abruzzi dove aveva trovato ospitalità la Malta.
Dalla Sella del Brecciaio verso Campo Pericoli
Rif. Duca degli Abruzzi (m.2369)
Diciamo che dal punto di vista dei prezzi il rifugio in questione non è affatto << apprezzabile >>; gli abbiamo lasciato un patrimonio per quattro té e quattro fette di una torta abruzzese tipica, ma comunque industriale. Che si tratti di rifugio è lampante ( a mezz'ora di cammino dal parcheggio ) ma a tutto c'è un limite, specie ai prezzi.
Riprendendo il cammino verso la base abbiamo osservato con attenzione le specie botaniche presenti nel costone esposto a Sud.
Androsace appenninica (Androsace villosa) |
Draba (Draba aizoide) |
L'androsace appenninica e la lingua di cane della Maiella sono sicuramente due nuove entry del mio erbario.
Lingua di cane della Maiella (Cynoglossum magellense)
I colori del Tibet
Mappa del percorso
Il sentiero cosidetto facile è qui segnato come n.61.
Alle 17.30 abbiamo salutato i << Macerati >> con l'idea che presto o tardi ( speriamo non troppo ) ci incontreremo in un'altra occasione.
Gran Sasso: 1 giugno 2024
N.B. Altre immagini e considerazioni sono reperibili nella sezione Ebike 2024